FUGA DA SIENA – BOOM DI RICHIESTE PER LA MANOVRA DI ESODO VOLONTARIO DI MPS: SONO PIÙ DI 4MILA, A FRONTE DI UNA CAPIENZA DI 3.500 POSTI. INSOMMA, UN LAVORATORE SU CINQUE VUOLE SCAPPARE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. PER L’ISTITUTO GUIDATO DA LOVAGLIO, ANCORA NEL PANCIONE DEL TESORO, È UNA BUONA NOTIZIA: SE I NUMERI SARANNO CONFERMATI, IL GRUPPO SARÀ IN GRADO DI TAGLIARE 300 MILIONI L’ANNO. MA L’ESODO COSTA 800 MILIONI, E SERVE PRIMA MANDARE IN PORTO L’AUMENTO DI CAPITALE DA 2,5 MILIARDI…

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Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”

 

LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Overbooking per il piano di uscite del Monte dei Paschi. Nel gruppo bancario di Siena le adesioni totali alla manovra di esodo sono state 4.125. Di queste, 4.015 si rivolgono al Fondo di solidarietà che però avrebbe una capienza di 3.500 posti.

 

Un numero importante, visto che circa un lavoratore su cinque (in tutto i dipendenti sono quasi 21 mila) vorrebbe aderire. Il punto è stato fatto ieri dai sindacati dopo aver incontrato l'azienda che si è riservata di analizzare ancora qualche giorno i dati e decidere l'accoglimento delle domande.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

«Abbiamo richiesto celerità e un'attenta valutazione degli impatti economici», hanno scritto Fabi, First Cisl, Cgil, Fisac, Uilca e Unisin.

 

Dal punto di vista degli obiettivi del piano si tratta di un passo avanti perché, se i numeri saranno confermati, già da gennaio il gruppo bancario sarà in grado di tagliare circa 300 milioni di costi l'anno. È una manovra che ovviamente ha un costo, quantificato a piano in 800 milioni. Ecco perché sarà indispensabile mandare in porto l'aumento di capitale da 2,5 miliardi e coprire quei 900 milioni riservati al mercato, visto che il Mef, socio al 64,2%, verserà 1,6 miliardi.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

Per questo motivo si sono intensificati i contatti con gli investitori che potrebbero impegnarsi con una porzione dei 900 milioni. Oltre ai noti Axa e Anima e possibili investitori come Tosca Fund, tra i colloqui in corso è emersa l'attenzione anche di Hosking partners, asset manager londinese che conosce bene l'Italia e, sotto la guida del partner fondatore Django Davidson, aveva fatto parte di quel gruppo di investitori che con Denis Dumont aveva puntato sul Creval, proprio quando era guidato da Lovaglio e poi passato al Crédit Agricole.

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