IL G7 HA DECISO LO STOP ALLE ESPORTAZIONI DI ORO DALLA RUSSIA - IL BLOCCO COMPORTA DANNI NON DA POCO PER MOSCA. L’ORO È LA SECONDA PIÙ GRANDE FONTE DI REDDITO DA EXPORT PER LA RUSSIA, DOPO L’ENERGIA - IL PAESE PRODUCE OGNI ANNO CIRCA IL 10% DELL’ORO ESTRATTO A LIVELLO MONDIALE E HA RISERVE AUREE TRA LE PIÙ GRANDI, PER UN VALORE STIMATO DI OLTRE 140 MILIARDI DI DOLLARI. LA MAGGIOR PARTE DEL METALLO VIENE ACQUISTATO DALLE BANCHE COMMERCIALI RUSSE CHE LO INVIANO AI RAFFINATORI PRIMA DI VENDERLO ALL’ESTERO…
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Un altro colpo all’economia di Mosca. Quattro Paesi del G7, in corso a Elmau in Baviera,vieteranno le esportazioni russe di oro in un nuovo tentativo di impedire agli oligarchi di aggirare le sanzioni imposte contro la Russia. L’iniziativa congiunta di Regno Unito, Canada, Giappone e Stati Uniti «colpirà direttamente gli oligarchi russi e colpirà il cuore della macchina da guerra di Putin», ha affermato il primo ministro britannico Boris Johnson. Su Twitter il presidente Usa, Joe Biden, scrive invece che il G7 annuncerà «il divieto di importazione dell’oro russo» dal quale Mosca «incassa decine di miliardi di dollari». Lo stop alle importazioni dovrebbe essere ufficializzato martedì 28 giugno.
Il peso dell’oro russo
Il blocco dell’oro comporta danni non da poco per la Federazione. L’oro è la seconda più grande fonte di reddito da export per Mosca, dopo l’energia, con il paese che produce ogni anno circa il 10% dell’oro estratto a livello mondiale. Nel dettaglio, la Russia ha riserve auree tra le più grandi del mondo, per un valore stimato di oltre 140 miliardi di dollari. La maggior parte del metallo viene acquistato dalle banche commerciali russe che lo inviano ai raffinatori prima di venderlo all’estero o alla banca centrale russa, che il 27 febbraio ha dichiarato di voler riprendere gli acquisti di oro sul mercato locale.
Il precedente
Riserve che di fatto la stanno aiutando Mosca ad aggirare le sanzioni vendendo i suoi lingotti. Come successo in Svizzera a maggio quando sono entrate nel paese 3,1 tonnellate di oro di origine russa. Si trattava di lingotti destinati ad essere fusi e per cui l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc-Bazg) ha comunicato di aver aperto un’inchiesta per verificare l’eventuale violazione delle sanzioni.
Le conseguenze
Ma quali sono le conseguenze di uno stop all’oro russo? La premessa è doverosa. Le sanzioni occidentali contro la Russia non hanno, fino ad ora , preso di mira direttamente gli scambi commerciali in oro, ma molte banche, spedizionieri e raffinatori hanno smesso di trattare il metallo russo dopo l’inizio del conflitto in Ucraina.Ad esempio, la London Bullion Market Association (Lbma) ha deciso il 7 marzo 2022 di togliere alle raffinerie russe il bollino “Good Delivery”.
Un marchio che serve a indicare i lingotti vendibili per scopi finanziari. Con il nuovo stop per la Russia diventerà ancora più difficile vendere il proprio oro e lo stesso vale per gli oligarchi. Il divieto di transazioni colpisce infatti chiunque commercia in oro dalla Russia ma non è retroattivo, non riguarderà l'oro di origine russa che è stato precedentemente esportato. Il metallo russo, in ogni caso, continuerà a trovare acquirenti dalla Cina al Medio Oriente.