GENERALI DELLE MIE TRAME – CALTAGIRONE METTE IN DISCUSSIONE L’EGEMONIA DI MEDIOBANCA SUL LEONE DI TRIESTE – ASPETTANDO CHE DEL VECCHIO GLI DIA RAGIONE, CALTA SOSTIENE: IL NUOVO CDA È DESIGNATO DAL VECCHIO CDA, PECCATO CHE QUEST’ULTIMO SIA STATO SCELTO DA NAGEL – E IPOTIZZA UN COMITATO ESECUTIVO DI UN NUMERO RISTRETTO DI CONSIGLIERI, L'INTRODUZIONE DELLA FIGURA DEL DIRETTORE GENERALE, UN RAFFORZAMENTO DEI POTERI DEL PRESIDENTE. E DONNET NE RISULTEREBBE FORTEMENTE RIDIMENSIONATO
-Estratto dell'articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”
Generali, atto secondo. Francesco Gaetano Caltagirone, socio della compagnia al 5,6%, non molla sul tema della governance che lo contrappone a Mediobanca e le polveri sempre calde tra i consiglieri del Leone rischiano di incendiarsi ancora.
(...) Il primo atto della vicenda va in scena il 29 aprile scorso, quando Caltagirone, secondo socio del Leone e suo vicepresidente vicario, decide polemicamente di non presentare le proprie azioni all'assemblea chiamata ad approvare il bilancio.
Lo stesso giorno interviene duramente in cda per contestare metodo e merito di una gestione che considera troppo targata Mediobanca, primo azionista con il 12,9%. Nei giorni scorsi (...) Caltagirone ha voluto di nuovo contattare i consiglieri e ha spedito loro una email, con l'obiettivo di sottolineare quello che a suo parere non va nelle Generali e chiedere una discussione approfondita sui problemi rilevati.
Nell'occasione ha anche ipotizzato modelli di governance ben diversi da quelli attuali: in particolare la creazione di un comitato esecutivo dove un numero ristretto di consiglieri avrebbe un potere decisionale più forte, l'introduzione della figura del direttore generale con deleghe attribuite dallo stesso cda, un rafforzamento dei poteri del presidente.
Se ipotesi di questo genere si dovessero concretizzare ne risulterebbe fortemente ridimensionata la figura dell'amministratore delegato, incarico oggi ricoperto da Philippe Donnet, che scadrà tra undici mesi.
(...) Lo scontro tra grandi soci si innesta sulla procedura per la selezione del nuovo consiglio d'amministrazione che dovrà essere votato dall'assemblea degli azionisti nell'aprile 2022 per il triennio successivo. Il nuovo statuto delle Generali prevede che per la prima volta nella storia della compagnia anche lo stesso cda possa presentare una lista per la propria successione.
Questa è la strada scelta da Mediobanca, che negli ultimi decenni ha sempre presentato la lista di maggioranza per il cda da sola o con altri grandi soci del Leone, per dare un assetto più moderno e "di mercato" alla compagnia. Ma Caltagirone contesta la scelta, che a suo parere mantiene un'egemonia di Mediobanca sulle Generali e chiede di discutere di progetti concreti, con gli uomini per attuarli, e non di astratti modelli di governance.
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