GENERALI, LA TRASPARENZA SECONDO CALTAGIRONE – ‘’IL MESSAGGERO’’ SI CHIEDE: “PERCHÉ NON È STATA CONCESSA L'ASPETTATIVA CHE IL TOP MANAGER LUCIANO CIRINÀ AVEVA LEGITTIMAMENTE CHIESTO POCO PRIMA DI ADERIRE ALLA LISTA CALTAGIRONE PER LA FORMAZIONE DEL NUOVO CDA?” - DAGO-RISPOSTA: IL 15 MARZO ARRIVA LA LISTA DI CALTA. LA LETTERA IN CUI CIRINA' CHIEDE L'ASPETTATIVA E' DI 4 GIORNI PRIMA (11 MARZO). DONNET PARTE PER PRAGA PER INCONTRARLO: LUI NON SI FA TROVARE - AMORALE DELLA FAVA: DOPO AVER LETTO E CONTRIBUITO AL PIANO INDUSTRIALE DI DONNET, ORA CIRINA' LO SFIDA CON IL CONTRO PIANO DI CALTA (MA CHI SEI, BATMAN?)

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PHILIPPE DONNET

Osvaldo De Paolini per "Il Messaggero"

 

Ha destato curiosità il lungo articolo che ieri il Financial Times ha dedicato alla «sospensione con effetto immediato» di Luciano Cirinà, il capo delle attività Austria e Central & Eastern Europe delle Generali.

 

luciano cirina

Non tanto per la ricostruzione fattuale degli eventi che in questi mesi hanno segnato il confronto interno sulle modalità di nomina del nuovo cda; quanto per le domande che nelle ultime righe del resoconto il quotidiano londinese implicitamente rivolge alla compagnia di Trieste.

 

Alberto Nagel Caltagirone

Ed esattamente: 1) quali sono i motivi della sospensione; 2) perché non è stata concessa l'aspettativa che il top manager aveva legittimamente chiesto poco prima di aderire alla Lista Caltagirone per la formazione del nuovo cda?

 

In effetti il comunicato che annuncia la sospensione di Cirinà, nel mentre elenca con ridondanza di intimidazioni i divieti cui il manager dovrebbe sottoporsi nonostante il provvedimento sia unilaterale, nulla dice delle motivazioni alla base della censura firmata dal ceo Philippe Donnet.

 

Donnet Caltagirone Del Vecchio

E, cosa non meno grave, tace pure del rifiuto da questi opposto alla richiesta di aspettativa formulata nei tempi prescritti da Cirinà. Vista la delicatezza delle questioni sul tappeto, chiunque comprende che non si tratta di domande oziose; al contrario, da un manager che ad ogni piè sospinto vanta grande trasparenza nelle sue azioni, è il minimo che si debba pretendere.

 

Lasciare argomenti tanto delicati alle speculazioni giornalistiche, magari incoraggiate da qualche suggerimento interessato, è il segno di assai scarso rispetto verso tutti gli stakeholder; ma anche di debolezza da parte un manager che, di là delle parole, evidentemente non contempla nel suo operare i valori di un confronto aperto e trasparente che sono doverosi nel ruolo che occupa