IL GIOCO DELL'OPA - IL FONDO KKR HA PRONTO UN ULTIMO ASSO NELLA MANICA PER RILEVARE TIM: LA NUOVA OFFERTA NON SAREBBE AMICHEVOLE. GLI AMERICANI VORREBBERO ALZARE LA POSTA E PRENDERSI TUTTO IL PACCHETTO, PER CHIUDERE LA PARTITA SUL NASCERE - INTANTO IL TITOLO OGGI È STATO SOSPESO IN PIAZZA AFFARI DOPO UN CALO TEORICO DEL 5,1%
-1 - TIM: SOSPESA IN PIAZZA AFFARI, -5% TEORICO
(ANSA) - Tim amplia le perdite in Borsa: il titolo, sotto le vendite gia' ieri e dall'inizio della seduta odierna, e' stato posto in asta di volatilita' in calo teorico del 5,1% a 0,41 euro.
2 - TIM: RIENTRATA A SCAMBI NORMALI, CONFERMA CALO ATTORNO AL 5%
(ANSA) - Dopo un breve stop in asta di volatilità, Tim è rientrata agli scambi normali di Piazza Affari confermando un calo che ondeggia attorno ai cinque punti percentuali a 0,416 euro. Consistenti ma non eccezionali gli scambi: al momento sono a quota 138 milioni di 'pezzi' passati di mano, sulla stessa linea dell'intera giornata precedente.
3 - ALTRO CHE SCORPORO DELLA RETE TLC È PRONTO IL RILANCIO DI KKR SU TUTTA TIM
Gianluca Baldini per “La Verità”
Gli americani del fondo Kkr sono pronti con un ultimo asso nella manica per rilevare la maggioranza di Tim. Stavolta la nuova offerta non sarebbe amichevole. Resta da capire il prezzo e le tempistiche. Metterla sul tavolo al termine delle elezioni per il nuovo presidente della Repubblica oppure, indipendentemente dall'esito, già la prossima settimana.
D'altronde, come ha spiegato l'agenzia di stampa Reuters che cita una fonte vicina a Cdp, l'istituto guidato da Dario Scannapieco non starebbe studiando alcuna operazione su Tim di concerto con Vivendi, come era emerso nei giorni scorsi su alcuni quotidiani.
INDISCREZIONI
Cdp, spiega la fonte, come investitore istituzionale ha a cuore in primis che le scelte strategiche dell'ex monopolista delle telecomunicazioni avvengano nell'interesse della società e nel rispetto delle esigenze del Paese in materia di digitalizzazione, rafforzamento delle infrastrutture, interesse verso problematiche occupazionali e opportunità offerte dal Pnrr, spiegano da Reuters.
Nel fine settimana, al contrario, era emersa la possibilità che Tim avrebbe potuto essere scorporata in una società di servizi telefonici e una di rete, progetto su cui Cdp e Vivendi avrebbero dovuto collaborare. Il progetto allo studio avrebbe visto Cdp intenta in un percorso mirato alla separazione dell'infrastruttura e dei servizi in due società distinte cercando l'appoggio di Vivendi e non puntando al delisting di Tim dalla Borsa.
Uno scenario che quindi avrebbe ridotto le chance di Kkr o di altri fondi di investimento di condurre la nuova era di Tim partendo da un'offerta pubblica sul mercato.
Cdp, dal canto suo, avrebbe concentrato i suoi sforzi sulla infrastruttura tramite combinazione con Open Fiber e uscendo dal business dei servizi in modo da facilitare il via libera dell'Antitrust Ue alla creazione di un operatore unico di rete.
A ogni modo, l'ipotesi di stampa è già destinata alle emeroteche. Senza considerare che Vivendi e Cassa depositi e prestiti sono tra i maggiori azionisti di Tim rispettivamente con il 9,8 e il 23,7% del capitale sociale, percentuali che, se messe insieme con una operazione di concerto, potrebbero non piacere al mercato.
Così, mentre si attendono i risultati della due diligence richiesta dal fondo americano di private equity, secondo indiscrezioni, Kkr sarebbe già pronta ad alzare la posta per prendersi tutto il pacchetto e chiudere la partita e le discussioni sul nascere.
D'altronde il nuovo piano industriale che porta la firma del direttore generale Pietro Labriola sembra non aver incontrato le benedizioni di Piazza Affari.
IL TITOLO
Ieri il titolo ha chiuso la seduta in calo del 3,1% a 0,43 euro. A sostenere il fondo Usa c'è anche la finanza saudita che non entrerebbe direttamente nella partita ma consentirebbe a Kkr di puntare fiches molto sostanziose.
Con le elezioni del presidente della Repubblica alle porte e un affare che vede al centro il primo operatore telefonico del Paese, la scelta delle tempistiche resta quindi fondamentale. Per evitare qualunque sgarbo a livello politico, la nuova offerta dovrà avvenire al momento giusto e quando i giochi al Quirinale saranno avviati.
Intanto oggi il manager che ha preso il posto di Luigi Gubitosi, il dg Labriola, dovrebbe illustrare informalmente al consiglio di amministrazione i punti salienti del piano industriale che dovrebbe vedere la luce tra fine febbraio e inizio marzo.
Più in dettaglio, una presentazione della nuova strategia di Tim dovrebbe essere mostrata agli azionisti a breve, il 26 gennaio, periodo nel quale il dg Labriola dovrebbe già essere stato cooptato come amministratore delegato.
A marzo sarà poi il turno della comunità finanziaria. Gli investitori, molto probabilmente, si troveranno davanti a un bilancio non certo entusiasmante, giunto dopo ben tre «profit warning», la segnalazione che le società quotate devono fare agli azionisti quando le acque si mostrano molto mosse. Non resta che aspettare le imminenti mosse e le reazioni del mercato. A scendere poi ci saranno fondamentali decisioni anche per il cloud e la digitalizzazione del Paese.