GIORGETTI SCALDA VIVENDI – IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO LANCIA MESSAGGI AI FRANCESI SULLA RETE UNICA: “IL GOVERNO NON HA ALCUNA INTENZIONE DI CREARE UN MONOPOLIO PRIVATO, E POSSO GARANTIRE CHE TANTO MENO POSSIAMO IPOTIZZARE UN MONOPOLIO PRIVATO IN MANO STRANIERA” – IL GOVERNO VUOLE USCIRE DALLO STALLO E SI ASPETTA UNA GOVERNANCE TRASPARENTE NELLA NUOVA SOCIETÀ DELLA RETE UNICA – GLI ESUBERI IN ALITALIA? “PER VOLARE NON DOVRÀ ESSERE TROPPO PESANTE”
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Rosario Dimito per “il Messaggero”
«La rete unica ha senso se il controllo sarà pubblico. Il governo non ha alcuna intenzione di creare un monopolio privato, e posso garantire che tanto meno possiamo ipotizzare un monopolio privato in mano straniera ».
Prima uscita del governo Draghi sull'annosa questione della rete unica. A parlare è Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, durante l'audizione sul Recovery plan in commissione Trasporti alla Camera. Preannunciando un dialogo con le società coinvolte, l'esponente della Lega ieri ha manifestato l'urgenza di uscire dall'attuale stallo, in piedi da due anni per le diverse traiettorie di Cdp, Tim, Enel che sono gli attori in gioco.
E soprattutto Giorgetti ha alzato l'attenzione sul ruolo di Vivendi in Tim, di cui il gruppo francese vanta il 23,9% anche se non esercita il controllo, come ha sentenziato la Consob e come confermato dalla lista sul nuovo cda condivisa con quello uscente. Per evitare rischi di colpi di mano, il governo si attende tuttavia l'introduzione nella società della rete di una governance trasparente, che non lasci dubbi su chi eserciterà il comando.
Giorgetti ha citato anche la situazione di Cdp, azionista al 50% in Open Fiber (di cui Enel possiede il resto) e al 9,9% in Tim, cui fa capo FiberCop. «Una Cdp - ha detto il ministro - al momento in una posizione oggettivamente abbastanza anomala, essendo azionista di due soggetti teoricamente in competizione, e anche questo tema deve essere risolto».
IL PIANO
Va segnalato che il progetto che prevede la fusione tra Open Fiber e FiberCop (dove Kkr entrerà con il 37,5% al fianco di Fastweb con il suo 20%) è in cammino, sia pure molto faticoso, e che nella società che nascerà dall'aggregazione (AccessCo) è previsto che Tim manterrà il 51%.
C'è da dire che uno dei motivi dello stallo nasce dal ritardo nel riassetto della società della fibra presieduta da Franco Bassanini, dove Enel ha preso tempo a lungo prima di provvedere alla cessione del suo 50% destinandolo al fondo Macquarie che l'ha valutata 2,65 miliardi. Sulla partecipazione esiste la prelazione di Cdp che però ha rinunciato a esercitarla, salvo intavolare un negoziato triangolare con il gruppo elettrico e il fondo australiano per acquisire parte della quota in modo da salire oltre il 51% onde poter negoziare la governance da una posizione di forza.
La trattativa è in corso, Cdp vorrebbe acquisire fino a un massimo del 5% per attestarsi al 55% avendo però riserve sulla valutazione considerata eccessiva oltre che sulla nascente governance, visto che Macquarie non intende ricoprire il ruolo di sleeping partner. Nel suo lungo intervento, il ministro Giorgetti ieri ha toccato un altro nervo scoperto: il rilancio di Alitalia affidato a Ita.
«Il piano industriale approvato dal cda Ita sta subendo un processo di revisione profonda alla luce dei negoziati in corso con la commissaria Vestager - ha spiegato il ministro - Nel frattempo l'amministrazione straordinaria ha ancora in essere un bando costruito in maniera diversa rispetto alla situazione attuale».
UNA MINI-COMPAGNIA
E ancora: «Le caratteristiche del piano industriale si devono basare su discontinuità, sostenibilità economica, orientamento del mercato. Tutto ciò significa che per volare, Ita non potrà essere troppo pesante», ha precisato Giorgetti che senza dare numeri, ha fatto intendere che una dimensione ottimale è di circa 45 aerei.
La parola d'ordine è discontinuità, orientamento al mercato e sostenibilità economica. In particolare «il piano recepisce una graduale crescita di strutture operative, staff, rotte, flotta. Focus su due centri Fiumicino (hub) e Linate, graduale rinnovo della flotta, forte digitalizzazione e alleanza strategica per accelerare crescita e rafforzare competitività sui mercati internazionali».
Inoltre Giorgetti ha anticipato che «la commissaria Vestager ha garantito che i ristori saranno dati per un importo pari a 55 milioni circa. Si tratta dell'istanza presentata in data 15 marzo dall'amministrazione straordinaria al Misr integrata per i danni subito nel mese di dicembre 2020».