GIORGIA CADE NELLA RETE DI ELON? – IL MILIARDARIO CHE HA UN FEELING SPECIALE CON LA MELONI È PRONTO A CONNETTERE TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO ATTRAVERSO I SUOI SATELLITI STARLINK. PROMETTE DI FARLO ENTRO 9 MESI E DI OFFRIRE ABBONAMENTI ECONOMICI, A 10 EURO AL MESE – STARLINK NON AVREBBE BISOGNO DELLE INFRASTRUTTURE FISICHE DI CUI SI SERVONO I PROVIDER TRADIZIONALI. E METTEREBBE LA METÀ DEI FONDI NECESSARI PER REALIZZARE LA COPERTURA – DALL’ALTRA PARTE CI SONO TIM E OPEN FIBER, CHE SOSTENGONO CHE IL LORO PROGETTO SIA MIGLIORE – CON STARLINK SATELLITARE OPERATIVA A 10 EURO, SAREBBERO GUAI NON SOLO PER TIM MA ANCHE PER LA RETE UNICA DI KKR, VISTO CHE IL CLIENTE TIM INCIDE PER IL 55% DEI RICAVI – A PALAZZO CHIGI I FEDELISSIMI DELLA DUCETTA SONO MOLTO PRUDENTI SULL’IPOTESI DI APRIRE AI STELLITI DI MUSK IN UN SETTORE STRATEGICO –
IN BALLO CI SONO ANCHE GLI INVESTIMENTI DI TESLA NEL NOSTRO PAESE. GIORGIA È A UN BIVIO...
https://www.repubblica.it/politica/2024/09/28/news/musk_meloni_starlink_accordo-423523025/
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
La vera sfida che Giorgia Meloni deve affrontare e vincere, se vuole aprire l’Italia a Starlink e a tutte le altre opportunità economiche che il suo stretto rapporto con Elon Musk potrebbe offrire al Paese, è all’interno del suo stesso governo. Infatti fonti con una conoscenza diretta dei colloqui avuti dalla premier con il fondatore di Tesla rivelano che lui sarebbe pronto a collegare tutta l’Italia alla rete in meno di un anno, a costi molto vantaggiosi per lo Stato e per gli utenti, cominciando i lavori domani.
Finora però l’ostacolo principale lo hanno alzato proprio i collaboratori più stretti di Meloni, a Palazzo Chigi e nei ministeri che gestiscono il dossier, frenando sull’ipotesi di dare a Starlink la possibilità di presentarsi come alternativa a Tim e Open Fiber.
La premier ha insistito molto sul fatto che la scelta di farsi premiare da Musk all’Atlantic Council non era politica, ma imprenditoriale. Su questo piano, le conversazioni che ha avuto con lui hanno riguardato soprattutto la proposta di aprire l’Italia al sistema satellitare Starlink, per collegare rapidamente alla rete tutte le regioni ancora emarginate.
In sostanza Musk ha detto che se ricevesse il via libera, potrebbe connettere l’intero Paese in un periodo di tempo compreso tra 6 e 9 mesi, ad una frazione del costo che sarebbe invece necessario per la rete realizzata dai provider tradizionali. Ci sarebbero vantaggi economici e logistici, secondo il punto di vista di Starlink, perché il progetto attuale si basa sui finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in ritardo, e porterebbe solo il cavo nelle regioni da collegare. A questo poi bisognerebbe aggiungere i lavori per le connessioni nelle case e negli edifici, e abbonamenti costosi.
Musk invece offre di fare il matching dei fondi stanziati dal governo, e quindi in sostanza di mettere lui la metà dei soldi necessari a realizzare il progetto. Starlink poi non avrebbe bisogno delle infrastrutture fisiche di cui si servono i provider tradizionali e porterebbe il servizio direttamente agli utenti.
Il prezzo dell’abbonamento sarebbe sotto i 10 euro al mese, quindi più conveniente e accessibile per le persone meno abbienti. In cambio l’Italia si gioverebbe più rapidamente e a costi ridotti del moltiplicatore economico generato dalla connessione veloce a internet, che secondo gli studi della Banca Mondiale ha un effetto positivo immediato sul Pil, […]
Secondo fonti vicine alla compagnia americana, Meloni si è dimostrata molto decisa e interessata, ma finora le resistenze sono venute soprattutto dai suoi collaboratori. Tim e Open Fiber naturalmente sostengono che il loro progetto è migliore, e la decisione ora spetta alla premier. Non ci sono altri appuntamenti previsti con Musk, perché dal suo punto di vista non sono necessari: lui ha dato la disponibilità ed è pronto ad agire anche subito. Quello che manca è solo il via libera del governo, o quanto meno la scelta di consentire a Starlink di presentarsi come progetto alternativo.
La questione va oltre il tema del collegamento alla rete, e investe in generale la collaborazione imprenditoriale che Meloni potrebbe costruire con Musk, anche in altri settori. Il ragionamento degli americani è che l’iniziativa per la connessione delle regioni più remote dell’Italia è relativamente facile, nel senso che le infrastrutture necessarie non sono enormi e l’attivazione operativa sarebbe economica e rapida.
Gli esempi concreti vengono da quello che Starlink ha già fatto, dall’Ucraina allo Zimbabwe. Se però il governo non fosse in grado di prendere velocemente una decisione, superando gli ostacoli interni e quelli burocratici, queste difficoltà farebbero suonare un campanello d’allarme anche riguardo a progetti più complessi sul piano logistico, come ad esempio la costruzione di fabbriche per le automobili elettriche della Tesla, o anche la collaborazione nelle attività spaziali.
La soluzione quindi è solo nelle mani di Meloni. Lei deve decidere se aprire a Musk partendo con Starlink, oppure rischiare che le affinità elettive con Elon si limitino al piano della stima reciproca e della convergenza politica [...]