GIORGIA MELONI VUOLE DIVENTARE LA NUOVA ORBAN – CON IL NO AL MES, L’ITALIA ENTRA NELLA LISTA NERA DI BRUXELLES: È L’UNICO PAESE CHE HA BOCCIATO LA RATIFICA DEL NUOVO FONDO SALVA STATI, E COSÌ FACENDO CREA UN DANNO ENORME PER TUTTI GLI ALTRI – SENZA L’OK DELL’ITALIA, INFATTI, LE BANCHE DI TUTTA L’AREA EURO NON POTRANNO BENEFICIARE DEL “PARACADUTE” DA UTILIZZARE IN CASO DI GRAVI DIFFICOLTÀ FINANZIARIE – ADESSO CI SONO DUE STRADE: O SARÀ PROLUNGATO IL PERIODO TRANSITORIO OPPURE…
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Estratto dell’articolo di Flavio Bini per www.repubblica.it
Un nuovo stop che rischia di paralizzare l’intera Eurozona rendendo più vulnerabili le banche europee. Sono queste le conseguenze dell’ennesima bocciatura che l’Italia ha decretato sul Mes. Ma cosa succede concretamente se l’Italia non ratifica le modifiche al trattato?
[…] La prima conseguenza è politica. Per entrare in vigore le modifiche devono essere recepite da tutti i 20 Paesi dell’area euro. […] l’Italia è l’unica a non averlo fatto. In questo modo […] crea un problema a tutti gli altri, come aveva chiarito già a giugno il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.
“Rispetto assolutamente e posso capire il punto di vista del governo italiano se dice che non vuole accedere", aveva detto a giugno. “Ma la ratifica […] consentirà che il maggior potere del Mes sia messo a disposizione di altri Paesi, che potrebbero invece decidere di volersene avvalere nel futuro. Mi auguro che questo potrà essere considerato all'interno del dibattito in corso in Italia".
[…] Il risultato pratico […] è che i Paesi in caso di difficoltà non potranno avvalersi del Fondo Salva Stati nella sua versione “emendata”. In particolare, le banche dei Paesi non potrebbero beneficiare del cosiddetto backstop del Fondo di risoluzione unica, una sorta di paracadute del paracadute da utilizzare in caso di gravi difficoltà finanziarie […].
Qui c’è una scadenza pratica, come ricordato dal segretario del Mes Pierre Gramegna in primavera. A fine dicembre 2023 scade il periodo transitorio durante il quale il Fondo di Risoluzione Unica (che di default è alimentato dai contributi delle banche europee) è stato anche sostenuto attraverso linee dei credito dei Paesi stessi.
Una sorta di contribuzione supplementare per “puntellare” il Fondo in attesa della definitiva entrata in vigore del backstop previsto con la riforma del Mes. Con la nuova bocciatura i Paesi avranno quindi due strade, prolungare questo periodo transitorio […] o lasciare potenzialmente “senza paracadute” […] le banche europee.