Giovanni Pons per la Repubblica
Il tavolo tra Atlantia, Cdp e governo, che nelle intenzioni di luglio scorso doveva portare a un accordo con il passaggio delle Autostrade nelle mani dello Stato, è a un passo dal saltare.
L' ultima goccia è rappresentata da una lettera, inviata dai vertici di Atlantia alla Ue all' attenzione del vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, nella quale la società di proprietà della famiglia Benetton denuncia senza mezzi termini il comportamento non conforme alle regole comunitarie del governo italiano. Chiedendo inoltre alla Commissione di intervenire avviando una procedura di infrazione contro l' Italia.
Ovviamente questa nuova iniziativa da parte della società che ha sulle spalle la caduta del Ponte Morandi non è piaciuta alla compagine governativa che sta lavorando intorno all' operazione. La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, aveva fatto sapere ad Aspi, attraverso una missiva di inizio settembre, che considerava essenziale, per chiudere la procedura di revoca in corso, avere la certezza dell' ingresso della Cdp nel capitale di Aspi (Autostrade per l' Italia) con la contestuale uscita totale dei Benetton.
Ma la società guidata da Roberto Tomasi ha ribattuto sostenendo l' impossibilità di vincolare un atto aggiuntivo tra concessionario e Mit a un evento esterno di diritto privato, come l' apertura del capitale di una società, la cui decisione spetta solo ai suoi azionisti.
Questo corto circuito sta mettendo in seria difficoltà tutta la trattativa. Il governo vorrebbe infatti in primo luogo un aumento di capitale di Aspi riservato alla Cdp per salire al 33 per cento, la vendita di un altro 22 per cento di Aspi ad altri azionisti vicini alla stessa Cdp, e quindi il resto delle azioni di Aspi collocate in Borsa attraverso una Ipo (Initial public offer).
Ma questo schema, ribattono i vertici di Atlantia, penalizza gli azionisti di minoranza di Aspi, cioè Allianz, Edf e Silk Road, che verrebbero diluiti da un aumento di capitale a sconto rispetto al prezzo pagato qualche anno fa. La soluzione alternativa passa per la scissione di una quota fino all' 88 per cento di Aspi in una nuova società dove sarebbe entrata la Cdp attraverso un aumento di capitale a un prezzo da definire. A valle della scissione la Edizione della famiglia Benetton si è già impegnata a vendere le azioni Aspi che avrebbe ricevuto e a uscire totalmente dal capitale.
roberto tomasi autostrade per l'italia
Per chiudere la trattativa tra Atlantia e Cdp rimanevano comunque da definire la delicata questione delle manleve legali, su cui le due parti sono molto distanti, e le modalità di rimborso dei prestiti a seguito dell' aumento di capitale.
Ma evidentemente c' è poca volontà di andare avanti, viste la presa di posizione della ministra da una parte e la dura denuncia alla Ue dall' altra. Mosse che hanno portato la situazione a un passo dalla rottura.
Ora il governo ha sempre l' arma della revoca in mano, anche se in due anni l' ha sempre minacciata e mai esercitata. Mentre Atlantia sembra voler andare avanti per la sua strada rendendo operativa la scissione avendo fissato per la settimana prossima un nuovo cda che dovrà convocare l' assemblea straordinaria con all' ordine del giorno la scissione.
PAOLA DE MICHELI ROBERTO GUALTIERI
A quel punto le azioni Aspi saranno automaticamente quotate in Borsa e la Cdp, se vorrà entrare nel capitale, non potrà far altro che comprarsi le azioni sul mercato.