UNA GRANDE PRESA PER IL RUBLO – CHE STA SUCCEDENDO ALLA MONETA RUSSA? DOPO MESI IN CUI HA RETTO LA BOTTA DELLE SANZIONI, HA INIZIATO A SCENDERE INESORABILMENTE E VENERDÌ HA CHIUSO AI MINIMI DA UN ANNO SUL DOLLARO – PER PUTIN, LA FORZA DELLA SUA VALUTA ERA LA PROVA DELLA RESISTENZA ALL’ISOLAMENTO. COSA FARÀ ADESSO? SPERA IN UN RIALZO DEL PREZZO DEL PETROLIO (GRAZIE AL TAGLIO DELLA PRODUZIONE DECISO DALL’OPEC)
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Estratto da www.corriere.it
Rublo mai così debole da un anno a questa parte. Venerdì 7 aprile è scivolato ai minimi da un anno su dollaro ed euro a causa dei ridotti afflussi di valuta estera e della ripresa della domanda in Russia, toccando il cambio di 82,4 rubli per dollaro e di 90 per euro.
Valori ancora distanti dalla breve ma dura svalutazione della moneta russa nella settimana successiva all’inizio dell’invasione dell’Ucraina (in quei giorni un euro valeva quasi 145 rubli). Ma di lì a poco la moneta di Mosca si riprese, per poi svalutarsi nuovamente e a ritmo costante, in particolare da quando l’Occidente ha imposto un tetto al prezzo del petrolio russo alla fine dello scorso anno.
Per un anno la Russia ha sostenuto di aver resistito alle sanzioni occidentali adottate in risposta all’assalto all’Ucraina, adducendo in particolare come prova la resistenza del rublo che, dopo il primo crollo sulla scia dell’offensiva, ha guadagnato nuovamente terreno durante l’estate e l’autunno, rafforzato in particolare dall’impennata dei prezzi di gas e petrolio.
Ma dopo un anno di sanzioni e con l’Europa che si è in gran parte svincolata dal gas russo e ha imposto un price cap sul prezzo del petrolio, le prospettive per l’economia russa sono più cupe, tanto che […] il rublo è attualmente il terzo peggior performer tra le valute globali, dietro solo alla sterlina egiziana e al peso argentino.
Ecco perché le autorità russe stanno cercando di controllare le situazione sottolineando evitare il panico e affermano che il tasso si stabilizzerà presto a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio.
L’obiettivo è evitare il panico, dopo le code che si sono già verificate all’esterno di alcuni istituti di credito per acquistare dollari ed euro (qui il video pubblicato da «Nexta»). In realtà, secondo gli operatori, il rublo è stata messo sotto pressione non solo dal calo dei prezzi del petrolio che ha ridotto i ricavi delle esportazioni ma anche dalla vendita di aziende occidentali a investitori nazionali, che ha alimentato la domanda di dollari. In particolare, uno dei principali fattori della caduta del rublo viene considerato il trasferimento di 1,21 miliardi di dollari alla Shell per la sua partecipazione nel progetto di gas dell’Estremo Oriente Sakhalin-2.