AL GREGGIO NON C’È MAI FINE - INCREDIBILE MA VERO: L’ITALIA A MAGGIO HA AUMENTATO LE IMPORTAZIONI DI PETROLIO RUSSO! DA MOSCA SONO ARRIVATI IN ITALIA CIRCA 450MILA BARILI AL GIORNO DI GREGGIO, PIÙ DI QUATTRO VOLTE RISPETTO A FEBBRAIO (E IL MASSIMO DAL 2013) - IL PARADOSSO È CHE SI TRATTA DI UN EFFETTO DELLE SANZIONI EUROPEE: DUE TERZI DI QUEL PETROLIO ARRIVA ALLA RAFFINERIA ISAB DI AUGUSTA, CONTROLLATA DA LUKOIL. LA COMPAGNIA RUSSA NON È STATA SANZIONATA, MA LE BANCHE HANNO BLOCCATO LE LINEE DI CREDITO, E COSÌ È COSTRETTA A FARE AFFIDAMENTO ESCLUSIVAMENTE SULLE FORNITURE DELLA SOCIETÀ MADRE
-DAGONEWS
Effetti collaterali delle sanzioni: l’Italia ha aumentato le importazioni di petrolio russo, proprio quando l’Europa sta provando a introdurre un embargo al greggio di Mosca. È quanto rivela un articolo del “Financial Times”, firmato da Silvia Sciorilli Borrelli e Harry Dempsey.
A maggio, scrive il quotidiano della City, la Russia ha esportato circa 450.000 barili al giorno di greggio in Italia, più di quattro volte rispetto a febbraio. Si tratta del massimo dal 2013, secondo gli analisti di Kpler. “Di conseguenza, l'Italia è destinata a superare i Paesi Bassi come principale hub di importazione dell'UE per il greggio russo trasportato via mare. Due terzi di queste esportazioni sono destinate ad Augusta, un porto in Sicilia vicino alla raffineria ISAB controllata dalla società russa Lukoil”.
Lukoil non è sottoposta a sanzioni, ma le banche hanno smesso di fornire finanziamenti dopo le sanzioni europee. Così Lukoil, scrive il “Financial Times”, “è costretta a fare affidamento esclusivamente sulle forniture della società madre, secondo quanto riferito da funzionari governativi, banchieri e leader sindacali a conoscenza delle spedizioni”.
"È paradossale, l'UE voleva penalizzare le importazioni di energia russa, ma in questo caso è stata incentivata dalle sanzioni", ha dichiarato al quotidiano finanziario Alessandro Tripoli, segretario generale del sindacato FEMCA CISL delle province di Siracusa e Ragusa, in Sicilia.
"Prima delle sanzioni solo il 30% del greggio dell'ISAB era russo, ora è il 100% perché le banche italiane hanno bloccato le linee di credito della raffineria e la Lukoil è diventata il suo unico fornitore".
E cosa succederebbe se entrasse in vigore l’embargo dell’UE al greggio russo? A quel punto, ISAB non avrebbe più petrolio da raffinare, e l’impianto sarebbe costretta a chiudere. Il governo italiano sta cercando di trovare una soluzione, anche se dal ministero dello sviluppo economico hanno dichiarato che la nazionalizzazione non è in discussione. Per il momento.