NELLA GUERRA DEI CHIP SCHOLZ METTE A SEGNO UN GRAN COLPO (MENTRE L'ITALIA RIMANE A GUARDARE) – IL GOVERNO TEDESCO HA CONCESSO A INTEL UNA SOVVENZIONE DI 9,9 MILIARDI DI EURO. IN CAMBIO IL COLOSSO AMERICANO RADDOPPIERÀ GLI INVESTIMENTI NEL PAESE (DA 17 A 30 MILIARDI) IN DUE FABBRICHE CHE PRODUCONO MICROCHIP– LA GERMANIA DIVENTERÀ COSÌ UNO DEI PRIMI SITI AL MONDO DI PRODUZIONE DI SEMICONDUTTORI. MENTRE L’INVESTIMENTO DA 4,5 MILIARDI PROSPETTATO DA INTEL NEL NOSTRO PAESE STA PER SVANIRE…
-1 – SEMICONDUTTORI: INTEL INVESTE UN RECORD DI 30 MILIARDI DI EURO IN GERMANIA
Articolo di “Le Monde” - dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione”
Si tratta di un affare di proporzioni gigantesche, che la dice lunga sulla determinazione di Berlino a giocare tutte le sue carte nella corsa globale agli investimenti industriali. Il governo tedesco – leggiamo nell’articolo su Le Monde - ha concesso a Intel una sovvenzione di 9,9 miliardi di euro in cambio di un quasi raddoppio degli investimenti dell'azienda americana in Germania.
Questi passeranno da 17 a 30 miliardi di euro per due impianti di semiconduttori a Magdeburgo, nella Sassonia-Anhalt (est). Il contratto è stato firmato lunedì 19 giugno presso la Cancelleria e rappresenta il più grande investimento diretto estero mai realizzato in Germania.
L'annuncio pone fine a una controversia iniziata all'inizio dell'anno. Intel, citando l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, chiedeva allo Stato e alla regione di estendere le sovvenzioni inizialmente concesse per il suo sito. La richiesta è stata di almeno 10 miliardi di euro, invece di 6,8 miliardi di euro, il che ha provocato un'agitazione all'interno della coalizione di governo di Berlino.
Il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, si è opposto al trasferimento di così tanto denaro pubblico a un gruppo globale quotato in borsa. I Verdi e i Socialdemocratici erano determinati a trovare un compromesso.
L'accordo finalmente raggiunto lunedì prevede un aumento della sovvenzione concessa, ma la sua quota sul volume totale degli investimenti è diminuita: ora copre solo il 33% dei costi del progetto, rispetto al 40% del primo accordo.
È difficile ignorare la notevole importanza politica del progetto: non solo l'arrivo di Intel rafforza la posizione della Germania nel settore altamente strategico della microelettronica, ma crea anche migliaia di posti di lavoro ad alto valore aggiunto in una regione orientale debolmente industrializzata, dove l'estrema destra è accreditata del 26% delle intenzioni di voto in due recenti sondaggi.
"Giunzione di silicio"
Nel suo comunicato stampa, il gruppo Intel ha dichiarato che il futuro sito di Magdeburgo sarà migliorato rispetto a quanto inizialmente previsto. "Silicon Junction", questo il nome del complesso industriale, "dovrebbe entrare in produzione con una tecnologia più avanzata di quella originariamente prevista e sarà il primo del suo genere in Europa".
Secondo la stampa tedesca, Intel doterà l'impianto delle strutture più moderne: macchine che utilizzano la tecnologia della litografia ultravioletta estrema, prodotte dal gruppo olandese ASML in collaborazione con i subappaltatori tedeschi Trumpf e Carl Zeiss, che consentono di produrre i chip più performanti del mercato.
Intel afferma che la produzione dovrebbe iniziare tra quattro o cinque anni, a seconda di quando la Commissione europea darà il via libera al programma di sovvenzioni. "La costruzione della Silicon Junction è una parte essenziale della nostra strategia di crescita per Intel", ha dichiarato il CEO Pat Gelsinger.
L'accordo con Berlino arriva una settimana dopo che Intel ha annunciato un investimento di 4,6 miliardi di euro a Breslavia, in Polonia. La nuova capacità produttiva, combinata con gli impianti esistenti del gruppo in Irlanda, dovrebbe creare "una catena del valore dei semiconduttori completa e all'avanguardia, la prima del suo genere in Europa", ha aggiunto Gelsinger.
Un'opportunità per Olaf Scholz
Per il Cancelliere Olaf Scholz, questo accordo giunge al momento giusto per rafforzare un bilancio economico che di recente ha subito una svolta. Dopo il sollievo di essere scampati al taglio del gas russo senza troppi danni, gli ambienti economici sono ora preoccupati per il rallentamento a lungo termine dell'economia tedesca.
La prima economia europea, entrata in recessione tecnica in primavera, è una delle più deboli dell'OCSE. Gli alti prezzi dell'energia, la crescente carenza di lavoratori qualificati e i ritardi amministrativi sono regolarmente citati dagli ambienti economici, preoccupati per la perdita di competitività e la dilagante deindustrializzazione.
"La Germania sta per diventare uno dei maggiori siti di produzione di semiconduttori al mondo", ha controbattuto Olaf Scholz lunedì mattina, durante il suo intervento alle Journées de l'industrie, l'incontro annuale della Federazione delle industrie tedesche (BDI).
Oltre ai recenti investimenti dei gruppi microelettronici Infineon e Wolfspeed, "altre discussioni sono attualmente ai blocchi di partenza", ha aggiunto. Questo è un messaggio per coloro che sono abituati a vedere solo ciò che non funziona. In realtà, tutto sta convergendo verso la Germania". […]
2 – INTEL, L’INVESTIMENTO IN ITALIA È SEMPRE PIÙ LONTANO: I POLITICI TENTANO IL TUTTO PER TUTTO
Estratto dell'articolo di Frandesco Bertolino per il “Corriere della Sera”
Oggi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, incontrerà il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. Sul tavolo ci sarà anche il dossier Intel che pare però destinato a finire nel cassetto. Nel 2022 la multinazionale statunitense aveva annunciato un investimento fino a 4,5 miliardi per costruire un sito di confezionamento di chip in Italia. Col tempo, la rosa dei candidati a ospitare l’impianto si è ristretta a due regioni, Veneto e appunto Piemonte, e a ottobre la scelta pareva questione di settimane.
Poi l’iter del progetto si è inceppato e le recenti mosse di Intel fanno temere che possa finire nel faldone delle occasioni perse. In pochi giorni il gruppo ha impegnato 58 miliardi per realizzare impianti in Polonia, Germania e Israele.
L’obiettivo è creare una catena dei chip diversificata e spostare l’asse industriale dall’Asia, dove oggi si concentra l’80% della produzione mondiale di semiconduttori. Il numero di Paesi sulla mappa di Intel è così destinato a salire entro il 2030 a 12, distribuiti su tre continenti.
L’Italia sarà il tredicesimo? «Le interlocuzioni sono aperte», dicono Intel e Mimit. Agli atti, però, non risultano incontri fra membri del governo e il ceo di Intel, Pat Gelsinger, o il suo braccio destro, Kevyan Esfarjani. Né riunioni sono in agenda nei prossimi giorni.
[…] I governi con più spazio fiscale ne hanno approfittato per promettere fondi ingenti. Proprio l’aumento dei contributi pubblici a 10 miliardi, per esempio, ha sbloccato la trattativa in Germania, dove sorgerà il cuore di Intel in Europa. Il governo italiano non sembra intenzionato a entrare in questa gara, preferendo piuttosto destinare le risorse alla filiera europea e nazionale dei chip che ha come capofila Stm e Technoprobe.