ITSART? IT’S A FLOP! - LA “NETFLIX” DI FRANCESCHINI CAMBIA IL TERZO AMMINISTRATORE DELEGATO IN UN ANNO: SARÀ ANDREA CASTELLARI A PRENDERE L’EREDITÀ DI GUIDO CASALI, CHE HA LASCIATO DOPO APPENA QUATTRO MESI - CASTELLARI ARRIVA DA VIACOM E DOVRÀ RIUSCIRE NELLA MISSIONE IMPOSSIBILE DI RILANCIARE LA PIATTAFORMA, PUNTANDO SULLA “QUALITÀ” DEL CATALOGO. MA UN PORTALE PUBBLICO DI CULTURA C’È GIÀ, E SI CHIAMA RAIPLAY. INFATTI GLI UTENTI LATITANO: GLI ISCRITTI SONO SOLO 153MILA (E QUELLI ATTIVI?)

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Stefano Iannaccone per www.tag43.it

 

Il terzo tentativo di rilancio. In meno di un anno di vita, ITsART, ci riprova con un nuovo amministratore delegato. La Netflix della cultura, secondo le intenzioni del ministro Dario Franceschini, gioca l’ennesima carta per capire quale direzione prendere.

 

È Andrea Castellari il prescelto a raccogliere l’eredità di Guido Casali, il dirigente che aveva lasciato dopo appena quattro mesi al timone del progetto. Una decisione che aveva acceso i riflettori sulla società.

 

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«Motivi personali», fece sapere ITsART, escludendo qualsiasi incomprensione con la proprietà e ribadendo che l’ad aveva mano libera sulle decisioni. I rumors, però, battevano il tasto delle tensioni. Casali, dal canto suo, non si è mai esposto sulla questione, alimentando così le voci di incomprensioni rispetto alla gestione della società.

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Castellari assume il comando dopo un mese e mezzo di posto vacante. Il manager arriva da Viacom, un insieme di realtà multimediali, specializzato nell’intrattenimento. Il suo ruolo era di Executive vice president e General manager in Italia, Medio Oriente e Turchia. Una definizione che indica le responsabilità nella direzione strategica e della gestione complessiva del business.

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Chi è Andrea Castellari, nuovo Ad di ITsART

Castellari ha un ampio background di esperienze nel settore. La sua prima esperienza di rilievo nel mondo editoriale risale al 1997, nel comparto pubblicità di Mondadori. Successivamente è andato ad Hachette come responsabile vendite per le riviste femminili.

 

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Da qui il trampolino di lancio internazionale verso la Turner broadcasting system del gruppo Warner. Il manager è poi approdato a un ruolo di prestigio, come quello di direttore generale di Discovery Italia. Prima del ritorno in Italia per una missione sicuramente affascinante, quanto complicata. E lo si è capito sin dai primi passi, con le polemiche scaturite dal mancato coinvolgimento della Rai: avrebbe potuto fornire una solida base di catalogo, insieme a un ampio know-how. Invece è stato scelto un percorso diverso.

 

ITsART, una società a partecipazione pubblica

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ITsART è una società con una partecipazione pubblica. Il 51 per cento delle quote appartiene a Cassa depositi e presiti e il 49 a Chili, azienda fondata nel 2012 e specializzata nella distruzione online di film.

 

Il primo amministratore delegato è stato Giano Biagini, ceo di Chili, che ha assunto l’incarico in via temporanea per avviare la società. Il lancio, però, non è stato un successo. Franceschini, in piena prima ondata di pandemia, aveva descritto l’iniziativa parlando di una «Netflix della cultura italiana», un’etichetta troppo pesante per una piattaforma ancora tutta da immaginare.

 

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Avrebbe potuto funzionare in una fase di chiusura totale. Con la graduale riapertura, l’attenzione è infatti tornata sugli spettacoli live. Solo che ITsART è andata online a giugno 2021. Decisamente tardi per diventare un fenomeno capace di imporsi al grande pubblico.

 

Il catalogo di ITsART, da documentario su Fellini allo show di Paolo Conte

Resta da considerare un catalogo in potenziamento. Tra le esclusive ci sono, per esempio, un documentario su Federico Fellini, realizzato da Donatella Baglivo, e Fuoriclasse, di Alessandra Tranquillo, che racconta i giovani e il modo di usare i social. Ma spiccano anche lo spettacolo al teatro Regio di Torino con Toni Servillo e l’omaggio a Monica Vitti. P

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er il futuro è in vendita lo show di Paolo Conte a Venaria reale, in calendario a fine giugno. Un’offerta ampia, che prova a tenere insieme i nomi più importanti a quelli meno noti, alla ricerca di una vetrina nel mondo dello spettacolo.

 

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Da Itsart, tuttavia, non sono d’accordo con la versione di un progetto in affanno. Fino a gennaio riferiscono di 565.622 sessioni di streaming per un totale di 115.200 di ore di trasmissione online. Gli utenti registrati sono 153.476 con un +25mila solo nel mese di dicembre, e quasi 5 milioni e mezzo di pagine viste. Ma dietro alle cifre si ravvedono comunque dei problemi.

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L’utente registrato non è per forza di cose un utente attivo. Ci si può registrare come avviene per tanti siti, senza frequentarlo abitualmente. Così come non è dato sapere quali siano gli spettacoli visti a pagamento o quelli fruiti in versione gratuita. Perché è tutto lì l’equilibrio per capire se l’operazione riesce a reggere sul lungo periodo. D’altronde, anche se dalla società hanno sempre spiegato: «Occorre tempo per un progetto del genere».

ITSART - LA NETFLIX DELLA CULTURA DI FRANCESCHINI
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