“DOBBIAMO MANTENERE IL CONTROLLO DI POSTE” – GIANCARLO GIORGETTI METTE I PALETTI PER LA PRIVATIZZAZIONE DEL GRUPPO GUIDATO DA MATTEO DEL FANTE: ALLO STATO RIMARRÀ LA QUOTA DEL 35% DETENUTA DA CASSA DEPOSITI E PRESTITI, MENTRE SUL MERCATO FINIRÀ IL 29,7% IN MANO AL MEF. L’INCASSO ATTESO DOVREBBE AGGIRARSI INTORNO AI 3,8 MILIARDI – DALLA SVENDITA DEI GIOIELLI DI FAMIGLIA IL GOVERNO SPERA DI RICAVARE 20 MILIARDI, MA NON BASTERANNO POSTE, ENI E FERROVIE…

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Estratto dell’articolo di Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Poste Italiane resterà sotto il controllo pubblico attraverso la quota del 35%, detenuta attualmente da Cassa depositi e prestiti. Il futuro assetto azionario del gruppo guidato da Matteo Del Fante, all’indomani dell’operazione di privatizzazione della seconda tranche predisposta dal governo, sarà dunque simile a quello di Eni e Terna, entrambe partecipate dallo Stato attraverso Cdp.

 

Sul mercato è destinato, insomma, a finire il pacchetto di azioni del 29,7% ancora in mano al ministero dell’Economia, con un incasso atteso che, stante la capitalizzazione in Borsa di 13,4 miliardi di euro, dovrebbe aggirarsi intorno a 3,8 miliardi.

 

MATTEO DEL FANTE

A indicare lo schema che il governo intende adottare è il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che conferma: «Dobbiamo mantenere il controllo, non possiamo scendere sotto il 35%». [...]

 

Un quadro che sembra inquietare i sindacati […]. Tramite una lettera, indirizzata sia al ministro Giorgetti sia a Del Fante, i rappresentati dei lavoratori hanno chiesto un incontro «urgente», osservando che «un percorso del genere richiede in via preliminare un adeguato dialogo sociale». La lettera porta la firma di Cgil, Uil e Cisl, in particolare quest’ultima è da sempre il sindacato più forte e storicamente più radicato all’interno di Poste, tanto che Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, si spinge a dire:«Se l’idea è fare cassa svendendo parte dei gioielli di famiglia, ci opporremo».

QUANDO GIORGIA MELONI NEL 2018 SI OPPONEVA ALLA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE

 

La lettura è che la durezza del sindacato sia in parte riconducibile al tentativo di negoziare condizioni favorevoli per i dipendenti che sottoscriveranno le azioni riservate al mercato retail, o, in alternativa, l’obiettivo potrebbe essere ottenere qualche vantaggio in sede di rinnovo del contratto di lavoro.  [..]

GIORGIA MELONI ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO POLIS DI POSTE ITALIANE

GIORGIA MELONI E LE NOMINE BY MACONDO
MATTEO DEL FANTE POSTE ENERGIA
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