UN “MONTE” DI GUAI – DOPO 6 ANNI LA PROCURA DI MILANO HA CHIUSO LE INDAGINI PER FALSE COMUNICAZIONI SOCIETARIE, FALSO IN PROSPETTO E AGGIOTAGGIO SULLA CONTABILIZZAZIONE DEI CREDITI DETERIORATI DI MPS TRA IL 2014 E IL 2016 – TRA I 5 INDAGATI L’EX PRESIDENTE ALESSANDRO PROFUMO, L'EX AD FABRIZIO VIOLA E L'EX PRESIDENTE MASSIMO TONONI – SECONDO I PM I BILANCI SONO STATI RETTIFICATI VIOLANDO LE NORME – A BREVE DOVREBBERO ARRIVARE LE RICHIESTE DI RINVIO A GIUDIZIO

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Alessandro Da Rold per “La Verità”

 

Alessandro Profumo

Dopo 6 anni, la Procura di Milano ha chiuso le indagini per false comunicazioni societarie, falso in prospetto e aggiotaggio, sulla corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) di Mps nel periodo di gestione che va dal 2014 fino alla semestrale del 2016. Tra i 5 indagati, oltre all'ex presidente Alessandro Profumo e all'ex amministratore delegato Fabrizio Viola (già condannati in un altro filone), figurano anche l'ex presidente Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, l'ex dirigente Arturo Betunio, e l'istituto di credito senese, iscritto per l'illecito amministrativo in base alla legge 231.

 

FABRIZIO VIOLA

Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, reati commessi «nell'interesse della stessa banca senese» e «per effetto dell'inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza». Nei prossimi giorni potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio.

 

«Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell'ambito di un proficuo e condiviso confronto con le autorità di controllo» ha commentato Profumo, attuale amministratore delegato di Leonardo. Sono state stralciate, invece, le posizioni dell'ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori, dell'ex amministratore Marco Morelli, degli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti e dell'ex dirigente Nicola Clarelli.

 

MASSIMO TONONI

Proprio ieri La Verità aveva raccontato dei ritardi su questo procedimento più che mai travagliato, iniziato nel 2016 e poi, dopo una richiesta di archiviazione da parte della Procura, riaperto nel 2019 grazie a una perizia richiesta dal gip Guido Salvini. Roberto Fontana, uno dei titolari dell'indagine, è infatti candidato alle elezioni del Consiglio superiore della magistratura di questo fine settimana. L'ultima richiesta di proroga delle indagini era scaduta il 31 maggio scorso.

 

ALESSANDRO PROFUMO

A luglio Fontana si era candidato impegnandosi per la campagna elettorale. Ora, se eletto, potrebbe insediarsi a Palazzo dei Marescialli e lasciare le sue funzioni di procuratore. Quindi bisognerà nel caso trovare un nuovo pm da affiancare a Giovanna Cavalleri. In ogni caso, nel dispositivo di chiusura delle indagini, si specifica che Profumo, Viola e Betunio, avrebbero alterato la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della banca, «cagionando alla banca e ai soci ai creditori e ai risparmiatori, un danno patrimoniale di rilevante entità».

 

E lo avrebbero fatto «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, con l'intenzione di trarre in inganno i soci e il pubblico ed al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, esponendo, nel bilancio consolidato relativo all'esercizio 2014 e nella relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2015 fatti materiali non corrispondenti al vero» o comunque ancora «oggetto di valutazione, nonché omettendo informazioni e/o fatti materiali la cui comunicazione è imposta dalla legge».

 

fabrizio viola

Nello specifico, i tre amministratori avrebbero iscritto nel bilancio consolidato del 2014, considerate anche le conclusioni della verifica della Bce, «rettifiche relative ai crediti deteriorati per un ammontare di 7,8 miliardi di euro, di cui, tuttavia, 4,4 sarebbero stati di competenza degli esercizi precedenti» e inoltre avrebbero omesso «di fornire informazioni in apposita sezione del bilancio - in violazione dei principi contabili internazionali»

 

Non solo, sempre Profumo, Viola e Betunio, avrebbero riportato false informazioni nel prospetto informativo del 6 giugno 2014, relativo all'aumento di capitale da 5 miliardi di euro, «con l'intenzione di ingannare []» ed «[] esponevano false informazioni ed occultavano notizie in modo idoneo ad indurre in errore i medesimi destinatari del prospetto».

massimo tononi

 

Tononi e Viola, invece, rispondono del bilancio 2015 dove avrebbero omesso di iscrivere «rettifiche relative a crediti deteriorati per un ammontare di 6.8 miliardi, riportando poi questi valori alterati nella relazione semestrale al 30 giugno 2016, determinando così «una falsa rappresentazione in merito ai valori del bilancio consolidato 2015».

monte dei paschi di siena
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MASSIMO TONONI
fabrizio viola (2)