“POSSEDERE TWITTER È PIUTTOSTO DOLOROSO” (MA MICA TE L’HA ORDINATO IL DOTTORE!) – ELON MUSK SI FA INTERVISTARE DALLA BBC E SI LAGNA PER LA “CORSA IN OTTOVOLANTE” CHE STA COMPIENDO CON IL SOCIAL NETWORK, SU CUI HA BUTTATO 44 MILIARDI DI DOLLARI. POI RIVENDICA DI AVER TAGLIATO CON L’ACCETTA I DIPENDENTI, PASSATI DA 8MILA A 1500 E DICE DI AVER VOTATO PER BIDEN NEL 2020 – TRA STRANE ABITUDINI DI LAVORO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE, NON RESISTE E LA BUTTA IN VACCA: "L'AD DI TWITTER NON SONO PIÙ IO, È IL MIO CANE FLOKI"
-Twitter ora è il mio cane Floki”.
<iframe allowfullscreen frameborder="0" width="698" height="573" scrolling="no" id="molvideoplayer" title="MailOnline Embed Player" src="https://www.dailymail.co.uk/embed/video/2917125.html"></iframe>
<iframe allowfullscreen frameborder="0" width="698" height="573" scrolling="no" id="molvideoplayer" title="MailOnline Embed Player" src="https://www.dailymail.co.uk/embed/video/2917085.html"></iframe>
Musk si confessa alla Bbc: "Possedere Twitter, che esperienza dolorosa"
Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it
Essere il proprietario di Twitter è stato “piuttosto doloroso”, l’equivalente di “una corsa in ottovolante”. Lo ha detto oggi Elon Musk in una lunga intervista alla Bbc, in cui l’imprenditore di origine sudafricana ha parlato con la consueta franchezza del social media da lui acquistato fra grandi controversie l’autunno scorso.
L’intervista è stata concessa a sorpresa […] e trasmessa questa mattina in diretta dalla radiotelevisione britannica. La conversazione è avvenuta nel quartier generale di Twitter a San Francisco, dove Musk ha convocato un corrispondente della Bbc. […]
[…] Musk ha parlato delle sue inconsuete abitudini di lavoro. “Certe notti dormo in ufficio”, ha rivelato. E riguardo ad alcuni dei suoi tweet più controversi, ha ammesso: “Penso che farei meglio a non twittare alle 3 del mattino, facendolo mi sono dato parecchie volte la zappa sui piedi”.
[…] Ha affermato che nel 2022 si è sentito “costretto” a rilevare Twitter, di cui era già il maggiore azionista con il 9 per cento della società, ma avrebbe voluto “pagare di meno” dei 44 miliardi di dollari che gli è costata l’operazione, complicata prima dal suo ripensamento, poi da un’ingiunzione giudiziaria a mantenere l’offerta di acquisto. “In ogni modo”, ha aggiunto, “non rivenderei Twitter nemmeno per i soldi che ho speso a comprarla”. Poi però si è corretto: “A meno che il compratore non sia determinato a difendere la verità come lo sono io”.
Ha anche fatto luce sulla sua campagna di drastica riduzione del personale, oggetto di pesanti critiche da parte degli esperti del settore: “Avevamo 8 mila dipendenti, adesso ne abbiamo 1500, ma licenziare la gente non è affatto divertente”.
Ha sostenuto che la compagnia ha “più o meno raggiunto il pareggio”, anche su questo senza dare cifre. Ed è tornato sulla questione delle misure da prendere o meno sull’Intelligenza Artificiale, indicando che secondo lui il settore dovrebbe “essere sottoposto a regolamentazione per impedire che diventi pericoloso”.
[…] “Twitter rimane il posto migliore per le breaking news”, [...] ha concluso, riconoscendo che questi sei mesi di proprietà del social media sono stati per lui “piuttosto dolorosi”, tra alti e bassi simili a una “corsa in ottovolante”, ma ribadendo: “Non mi sono annoiato, è stata la decisione giusta e tutto è bene quel che finisce bene”.
[…] Musk ha costellato le sue dichiarazioni con affermazioni ad effetto, parolacce e battute, dicendo tra l’altro “non sono più io il Ceo di Twitter, l’amministratore delegato di Twitter ora è il mio cane Floki”.
[...]E ha detto di avere “votato per Biden” alle elezioni del 2020, “quasi metà dell’America ha votato per Trump, ma io non ero uno di loro”. […]