MA ALLORA SI POSSONO FARE I SOLDI CON L’ACCIAIO! – MENTRE L’EX ILVA AGONIZZA, IL GRUPPO ACCIAIERIE VENETE, IN PIENA SALUTE, È IN TRATTATIVA PER ACQUISIRE TRE IMPIANTI IN FRANCIA DA ASCOMETAL – INTANTO LO STABILIMENTO DI TARANTO È SEMPRE PIU’ VICINO ALLA CHIUSURA: L’AZIONISTA INDIANO MITTAL NON VUOLE METTERE MANO AL PORTAFOGLIO E IL GOVERNO TRACCHEGGIA – LA RABBIA DEI SINDACATI DOPO L'INCONTRO A PALAZZO CHIGI: “NESSUNA RISPOSTA CHIARA E CONCRETA”
-Estratto dell’articolo di Teodoro Chiarelli per “la Stampa”
L'ex Ilva di Taranto agonizza fra le inadempienze dell'azionista indiano Mittal e l'impotenza del governo che non riesce a far valere le sue prerogative. Ma ci sono ci sono imprenditori siderurgici che con l'acciaio guadagnano, crescono e vanno a investire all'estero.
Come il gruppo Acciaierie Venete, leader nella produzione di engineering steel, che ha avviato trattative esclusive per acquisire dalla francese Ascometal France Holding, controllata da Swiss Steel, e leader nella produzione di soluzioni speciali in acciaio lungo, i 3 siti industriali di Hagondange (Mosella), Custines (Meurthe-et-Moselle) e Le Marais (Loira), nonché il centro di ricerca Creas (Mosella): in totale sono coinvolti 600 addetti.
La trattativa per risolvere la vertenza dell'ex Ilva resta invece ancora in stallo e il rischio di messa in liquidazione dell'ex colosso siderurgico di Stato poi passato alla famiglia Riva e, infine, a Mittal, si fa sempre più concreto.
Nell'incontro che si è svolto a Palazzo Chigi, lamentano i sindacati, non sono arrivate risposte chiare e concrete alle loro richieste, mentre il governo prende tempo e rimanda la decisione a un nuovo incontro che si terrà dopo l'assemblea del gruppo siderurgico, fissata per domani, e all'indomani del consiglio dei ministri di fine anno.
Le grandi aspettative per il confronto tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dell'esecutivo sono rimaste deluse. Nonostante la parata di ministri chiamati dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano: da Giancarlo Giorgetti (Economia) a Raffaele Fitto (Affari europei, Politiche di coesione e Pnrr), da Marina Elvira Calderone (Lavoro) ad Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy).
[…] Arcelor Mittal che non vuole mettere mano al portafogli, mentre servono urgentemente almeno 300 milioni di euro per mantenere in vita una realtà ormai in condizioni molto critiche.
Così i sindacati promettono battaglia. Secondo le organizzazioni dei lavoratori, che hanno minacciato di rimanere a oltranza a Palazzo Chigi in una sorta di clamorosa occupazione, i possibili esiti della vertenza possono essere tre: salita pubblica come unica soluzione, amministrazione straordinaria o situazione che resta come quella attuale.
Il governo non ha dato risposta e non ha escluso nessuno dei tre. Precisando che verificherà quali sono gli elementi che continuano a creare difficoltà allo Stato per potersi riappropriare dell'ex Ilva.
Del resto i ministri hanno candidamente ammesso di non essere a conoscenza di tutti gli elementi dei patti parasociali siglati negli anni tra i governi che si sono succeduti e Arcelor Mittal. «La nostra proposta - dicono i sindacati - vede il governo che sale in maggioranza, converte 680 milioni in capitale, prende il controllo, cambia la gestione e poi vede qual è il miglior socio privato: questo è l'unico modo per salvare l'Ilva».
Tornando invece all'acciaio che guadagna, Acciaierie Venete, guidata da Alessandro Banzato, ex presidente di Federacciai, chiuderà l'operazione nella primavera del 2024. Il gruppo padovano, che lo scorso anno ha realizzato un fatturato di oltre 1,9 miliardi e un utile di 228, producendo 2 milioni di tonnellate di acciaio, occupa 1.600 dipendenti. […]