MA CHE SORPRESA: LE BANCHE SVIZZERE SONO UN PARADISO PER DITTATORI E NARCOTRAFFICANTI - ORA CHE IL SEGRETO DI PULCINELLA È STATO SVELATO DALL’INCHIESTA “SUISSE SECRETS”, DAL PARLAMENTO EUROPEO SI INDIGNANO E STREPITANO - IL PPE CHIEDE DI INSERIRE LA SVIZZERA TRA I PAESI DELLA BLACK LIST PER RICICLAGGIO - TRA I CLIENTI “SPECIALI” DI “CREDIT SUISSE” 700 ITALIANI E ANCHE RE ABDULLAH DI GIORDANIA, CHE HA IMPOSTO L’AUSTERITY AI SUOI CITTADINI MA AVEVA 230 MILIONI DI FRANCHI SVIZZERI IN CASSAFORTE

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1 - CREDIT SUISSE, IL MISTERO DEI CONTI TRA I CLIENTI NEL MIRINO 700 ITALIANI

Marco Sabella per il "Corriere della Sera"

 

Dai Panama Papers ai «Suisse Secrets». Il mondo della finanza internazionale - e in particolare il nome di una primaria banca elvetica di antica tradizione, il Credit Suisse - è coinvolto in un nuovo scandalo finanziario.

 

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(…. Le informazioni trapelate fanno riferimento a conti e depositi di un importo complessivo superiore a 100 miliardi di dollari, aperti sul Credit Suisse tra gli anni Quaranta del secolo scorso e la fine degli anni 2010. Si tratterebbe in tutto di circa 18 mila conti bancari riconducibili a 37 mila tra persone fisiche e aziende.

 

(…) Tra i clienti «speciali» del Credit Suisse figurano almeno 700 nomi di italiani, quasi tutti residenti o domiciliati all'estero e con interessi nel settore petrolifero o minerario in Asia. Credit Suisse nella sua replica ha sottolineato che molte delle vicende ricostruite sono riferite al passato.

 

RE ABDULLAH E RANIA DI GIORDANIA

L'istituto ha annunciato una investigazione interna per ricostruire le modalità della fuga di notizie e ha respinto fermamente le accuse e le insinuazioni riguardanti le presunte pratiche commerciali della banca. (…)

 

2 - CREDIT SUISSE NELLA TEMPESTA

Gianluca Paolucci per "La Stampa"

 

Il gruppo del Ppe - il più numeroso al Parlamento europeo - chiede alla Commissione di valutare se la Svizzera non debba essere considerata tra i paesi della lista nera per riciclaggio. La Finma, autorità di controllo del sistema finanziario elvetico, spiga di essere «in contatto con la banca» per le opportune valutazioni.

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I socialdemocratici e i Verdi svizzeri incalzano sulla libertà di stampa e puntano il dito sull'articolo 47 della legge bancaria svizzera che prevede l'arresto per la violazione del segreto bancario. Sono alcune delle reazioni alla pubblicazione di Suisse Secrets, una investigazione alla quale hanno partecipato 48 testate di 39 paesi - per l'Italia La Stampa e IrpiMedia - su 18 mila conti di Credit Suisse.

 

ALAA MUBARAK

Inchiesta che ha svelato tra i clienti dell'istituto dittatori, narcotrafficanti, evasori fiscali di mezzo mondo. Innescando una serie di dubbi sulle pratiche dell'istituto e sul rispetto delle regole di tracciabilità dei fondi e riconoscibilità dei clienti. Il gruppo bancario elvetico, già al centro di una serie di scandali negli ultimi anni, ieri ha subito anche il contraccolpo in Borsa: il titolo dell'istituto ha perso oltre il 3% alla Borsa di Zurigo, dove è quotata. Reazioni sono arrivate da alcuni dei personaggi citati nell'inchiesta.

 

Re Abdullah II di Giordania fra il 2011 e il 2016 aveva sei conti presso il Credit Suisse, un altro era a nome di Rania, uno di questi sarebbe stato in seguito valutato 230 milioni di franchi svizzeri. Nello stesso periodo l'Fmi accordò un salvataggio finanziario alla Giordania ma a condizione di non poche misure di austerity con sacrifici chiesti ai cittadini.

PANDORA PAPERS - RE ABDULLAH II

 

La Casa Reale giordana ha emesso ieri un comunicato per definire le rivelazioni del consorzio di testate «inaccurate, vecchie e ingannevoli». Giordano era anche Sa' ad Kahir: a capo dei Servizi segreti di Amman tra il 2000 e il 2005, ha ispirato il personaggio di Hani Salaam nel film "Nessuna verità" con Loenardo Di Caprio e Russel Crowe.

 

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Alleato degli Usa nella lotta al terrorismo, ha accumulato fino a 28 milioni di franchi svizzeri in un conto al Credit Suisse aperto nel 2003 e chiuso poco dopo la sua morte nel 2009. Accusato di traffico di petrolio, era colui che sovraintendeva alle «rendition» americane in Giordania. Quello delle spie è un capitolo nella vicenda dei clienti della banca. Sono almeno 15 gli alti vertici dei servizi di vari paesi presenti.

 

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Tra questi Omar Suleyman, ex capo dei servizi egiziani durante il regime di Mubarak, Carlos Luis Aguilera Borjas, ex guardi del corpo di Chavez diventato capo dei servizi venezuelani, Khalaf Al-Dulaimi, a capo dei servizi iracheni sotto Saddam Hussein. Tutti con conti di molti milioni di euro, poco compatibili con lo status di funzionari statali seppure di altissimo livello.

 

Tra i clienti anche due ex alti esponenti del regime siriano, accusati di essere corresponsabili di crimini di guerra e contro l'umanità. Si tratta dell'ex vice presidente siriano Abdel Halim Khaddam, morto a Parigi due anni fa, e Muhammad Makhluf, a lungo esponente di spicco dell'oligarchia al potere a Damasco e defunto zio dell'attuale presidente siriano Bashar al Assad.

 

 

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