MARCHI, CONTRATTI E POST: L'IMPERO DI CHIARA FERRAGNI VALE QUASI 20 MILIONI DI EURO DI FATTURATO - I SUOI 23,3 MILIONI DI FOLLOWER SU INSTAGRAM VALGONO ALMENO 50 MILA EURO PER UN POST SUI SOCIAL NETWORK - QUESTE ATTIVITÀ FANNO CAPO ALLA “SISTERHOOD”, SRL MILANESE DELLA QUALE CHIARA HA IL 99% MENTRE IL RESTANTE 1% È SUDDIVISO TRA LA SORELLA VALENTINA E FABIO MARIA DAMATO, AMMINISTRATORE UNICO DELLA SOCIETÀ NONCHÉ MANAGER DELLE ATTIVITÀ DELLA FERRAGNI - E POI C’E’ LA “TBS CREW”, CHE GESTISCE TRA LE ALTRE COSE IL SITO “THE BLONDE SALAD”
-Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Nel mercato delle sponsorizzazioni via social lei è la numero uno in Italia. Se il 14% del titolo Tod' s ha reso palese il valore (economico) di Chiara Ferragni anche ai più scettici, la regina dei social ha messo in piedi in pochi anni un piccolo impero finanziario tutto costruito intorno a sé.
Un piccolo impero che vale oltre 11 milioni di euro di fatturato per l' attività pubblicitaria, i post e le stories su Instagram. Più il marchio Chiara Ferragni Collection gestioti dalla Fenice srl, più la Tbs Crew, per un totale di poco meno di 20 milioni di euro di fatturato nel 2019.
I protagonisti del mercato si dividono in tre categorie: influencer (coloro che hanno un seguito solo sui social), talent (attori, sportivi e altri personaggi pubblici) e celebrities (il gradino più alto). La Ferragni è nell'ultima categoria, ovviamente. I suoi 23,3 milioni di follower su Instagram valgono almeno 50 mila euro per un post. Ma un vero tariffario non esiste: ogni contratto viene valutato come progetto a sé e il prezzo può variare anche considerevolmente a seconda del prodotto, del committente o del tipo d' impegno richiesto.
Grosso modo possiamo stimare che per una presenza sui social della Ferragni un marchio del lusso può pagare tra 50 mila e 100 mila euro. Molto meno delle celebrities americane, ma più di chiunque altro in Italia.
Queste attività - il core business di quella che potremmo chiamare la holding Ferragni - fanno capo alla Sisterhood, srl milanese della quale Chiara ha il 99% mentre il restante 1% è suddiviso tra la sorella Valentina e Fabio Maria Damato, amministratore unico della società nonché manager delle attività della Ferragni.
Il settore di attività è la «ideazione di campagne pubblicitarie». L'ultimo bilancio disponibile è del 2019, e si è chiuso con 11,3 milioni di euro di fatturato, contro i 5,2 milioni dell' anno precedente. Il margine operativo è stato di 7,3 milioni, che dopo 2,33 milioni di tasse hanno lasciato un utile netto di poco meno di 5 milioni di euro.
Numeri diversi per la Tbs Crew: gestisce tra le altre cose il sito The blonde salad, il nome del blog della Ferragni dal quale tutto è nato. Il fatturato 2019 è stato di 6,4 milioni, con 450 mila euro di utile. La Tbs Crew - nella quale la Ferragni ha il 55% - è la società più strutturata: 14 dipendenti e un socio di minoranza - la Mafra Shoes dei Morgese - che è stata a lungo anche partner del marchio Chiara Ferragni Collection.
Lo scorso anno, in piena pandemia, i rapporti con i Morgese si sono però guastati. La famiglia di calzaturieri è socia anche delle Fenice, nuovo nome della vecchia Serendipity, la prima società nata - nel 2013 - per monetizzare le attività della Ferragni. Nel sito di Chiara Ferragni Collection, la Ferragni viene definita «musa, direttore creativo e ceo». La Ferragni ha il 32,5%, mentre il primo socio (40%) la Alchimia di Paolo Barletta, società d' investimenti che ha tra i soci anche Nicola Bulgari.
Nell' assemblea del 15 luglio scorso si consuma la rottura con i Morgese in maniera piuttosto traumatica: nel verbale si legge che «la crescente fama raggiunta da Chiara Ferragni richiede dei licenziatari con uno standing patrimoniale, finanziario, distributivo e relazionale all' altezza della fama da lei raggiunta». Fama arrivata anche in Piazza Affari.