MEGLIO SEPARARSI PRIMA DI MANDARE TUTTO IN VACCHI – ALBERTO ALLA FINE E’ RIUSCITO A LIBERARSI DEL CUGINO GIANLUCA (DOPO I VIDEO SU TIK TOK IL GRUPPO LEADER DEL PACKAGING ERA STATO COSTRETTO A PRECISARE CHE IL BALLERINO NON SI OCCUPAVA DELLA GESTIONE AZIENDALE) - “USCIRÀ DALL’AZIONARIATO DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA PER PERSEGUIRE IL SUO PERCORSO IMPRENDITORIALE. CON LUI ABBIAMO UN RAPPORTO STRETTISSIMO E NON CI SONO MAI STATI CONFLITTI…”
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Sara Bennewitz per la Repubblica- Estratti
Alberto Vacchi, presidente e ad di Ima, imbarca nuovi azionisti, studia acquisizioni negli Usa e l’Ipo a Wall Street del leader del packaging che punta a 5 miliardi di ricavi.
Come è andato il 2023, quali prospettive per il 2024?
«Per noi il 2023 è stato un anno molto positivo, abbiamo superato 2,3 miliardi di fatturato: una crescita organica importante, dato che abbiamo chiuso il 2022 con poco meno di 2 miliardi di ricavi.
(…)
La famiglia Vacchi ha il 55%, lei ha aumentato la sua quota. Qual è il coinvolgimento dei vari rami?
«La crescita di Ima ha portato all’evoluzione di nuovi assetti rispetto a quella che era una azienda in cui aveva investito la famiglia Vacchi credendo, con lungimiranza, nelle idee di “inventori di macchine” che hanno fatto la fortuna della manifattura italiana. Oggi servono grandi investimenti e dimensioni capaci di affrontare il mare aperto del mercato globale, dunque servono alleanze, capitali freschi, l’allargamento della base sociale.
È poi normale che i vari eredi di una famiglia abbiano aspirazioni ed obiettivi diversi. Nel nostro caso il quadro è chiaro, mio padre prima, ed io poi, ci siamo occupati della gestione, i nostri parenti hanno fatto parte del cda di Ima ed hanno creduto nel nostro operato, non abbiamo mai avuto conflitti e questa è stata una nostra fortuna, ed ha facilitato il nostro lavoro».
Mi risulta che suo cugino Gianluca Vacchi voglia vendere per investire nel suo percorso imprenditoriale…
«È vero, confermo che Gianluca Vacchi uscirà dall’azionariato per perseguire il suo percorso imprenditoriale, certamente di successo, data la sua creatività e competenza finanziaria. Ma ci tengo a precisare che io e mio cugino abbiamo un rapporto strettissimo e non ci sono mai stati contrasti. Nel futuro assetto di Ima, io e i miei cugini avremo il controllo di Ima insieme a una serie di prestigiosi investitori che saranno soci di minoranza della nostra finanziaria allargata, che controlla il 55% di Ima. Quello che conta, è che la squadra dei manager e dei consulenti che con me hanno costruito la Ima moderna, è saldamente al comando. E che il modello Ima è quello su cui i nuovi soci credono, e su cui ci siamo impegnati a restare, come investitori, e nel mio caso come presidente e ad».