MEJO COME WEB-STAR CHE COME IMPRENDITORE – LA CATENA DI KEBAB “PREMIUM” DI GIANLUCA VACCHI, "KEBHOUZE" RISCHIA DI FINIRE A GAMBE ALL’ARIA, NEL SUO ULTIMO BILANCIO HA PERSO QUASI 2 MILIONI DI EURO – PER RIEQUILIBRARE I CONTI, È STATO NECESSARIO PROSCIUGARE LE RISERVE E RIDURRE IL CAPITALE DA UN MILIONE A 264 MILA EURO – MA PERCHÉ VACCHI HA CONTINUATO AD APRIRE SEDI NONOSTANTE LE PERDITE? - IL COSTO DI UN PANINO È DI....
-Estratto dell’articolo di Federica Nannetti per www.corriere.it
È in perdita, eppure il sito di Kebhouze annuncia una nuova apertura, a Londra. Numeri alla mano, il bilancio aziendale della società con cui Gianluca Vacchi ha portato in tutta Italia la sua catena di kebab premium (dai 12 ai 14 euro l’uno), ha accumulato perdite per un valore di 1,9 milioni di euro.
A dare per primo la notizia è stato Affari Italiani, che ha spiegato come lo stesso Vacchi, controllore della società al 92% con la sua Cofiva Holding, abbia riunito i soci per quantificare le perdite accumulate fino a questo punto: poco meno di due milioni appunto, di cui 1,3 nel solo 2022.
Perdite che hanno mutilato il capitale: per ripianare il passivo è stato necessario azzerare le riserve e ridurre il capitale di un milione fino a 264 mila euro. Sebbene le cose non andassero benissimo, si è continuato ad aprire nuove sedi, raggiungendo oltre 110 lavoratori: Milano (con quattro negozi, l’ultimo inaugurato a maggio), Roma, Venezia, Torino sono solo alcune delle città italiane, ma nell’indirizzario c’è già anche Ibiza. La società si difende: le perdite sono previste, spiegano i vertici.
Per provare a capire i motivi di un tale «tonfo», utile potrebbe essere l’analisi del fondatore di Deep Marketing, Francesco Galvani, esperto di marketing strategico e branding. «Vacchi è famoso?», è la prima riflessione. «Ovviamente sì, 25 milioni di follower su Instagram non sono bazzecole e ha una capacità unica di attirare l’attenzione dei media e delle folle adoranti».
«Ma il fatto di essere famosissimi ha dei benefici quando si deve trasferire la fama al business?», ha poi aggiunto, riferendosi alle aziende non collegabili facilmente alla persona celebre. «La fama di Vacchi ha supportato il lancio di Kebhouze, ma sul lungo termine non ha portato un valore particolare. Sia perché la società si chiama Kebhouze e non Vacchi’s Kebab, sia perché non esiste un collegamento pregresso nella mente della maggior parte delle persone tra Gianluca Vacchi e i fast food». […]
Nel secondo caso a non convincere è l’immagine coordinata, la visual identity e il logo, tenendo conto quanto l’uomo sia un “animale” visivo: «Non posso negare, per esempio, che le foto degli interni dei negozi mostrino scelte grafiche sovrastimolanti e caotiche. O che il menu abbia davvero troppi colori, urli parecchio, tutto sia bold». […]