LA MODA SOPRAVVIVRÀ IN UN MONDO TANTO FERITO? – QUIRINO CONTI: “PER ARMANI BASTA TAGLIARE SPRECHI E MEGALOMANIE DELL’ATTUALE SISTEMA. MA NON SI RINASCERÀ, PURTROPPO, SOLO SPEGNENDO SIMBOLICAMENTE LE LUCI E RIDUCENDO LE SPESE DI GESTIONE” – E RICORDA CIÒ CHE AVVENNE NEL ’47, QUANDO CON CHRISTIAN DIOR L’EUFORIA DELLA RINASCITA PRESE LA VIA DELLO STRA-LUSSO ABBINATO A UNA VERA E PROPRIA FEBBRE DI VITA…”
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quirino conti per Dagospia
Seppure anche solo alludere alla Moda possa apparire nelle attuali circostanze perfino blasfemo, non si può tuttavia non rilevare una appassionata lettera aperta all’autorevole “WWD” – seguita a ruota da una benaugurante copertina di “Grazia” – con la quale Giorgio Armani, come spesso gli capita, pianifica il futuro della Moda tutta sui suoi più intimi desideri.
E mai futuro fu tanto tirato per la giacca come questo: con ognuno, dalle stelle alle stalle, a farsi l’autoritratto su quel che verrà. Eppure, documenti alla mano, per lo Stile basterebbe rifarsi come precedente a ciò che avvenne nel ’47, quando con Christian Dior l’euforia della rinascita prese la via dello stra-lusso e del dispiego di chilometri di materiali preziosi. In quel caso, la ricostruzione fu a opera di un “nome nuovo” abbinato a una vera e propria febbre di vita.
Che poi, come denuncia il Grande Lombardo, l’attuale sistema produttivo e distributivo abbia dissipato le sue energie in sprechi e megalomanie è fuor di dubbio; ma non si rinascerà, purtroppo, solo spegnendo simbolicamente le luci e riducendo le spese di gestione.
Da avvertito manager, però, Giorgio Armani parla del suo: auspicando soprattutto la sparizione di ogni metodo creativo alternativo e concorrenziale. Sfortunatamente, sono i risultati del pre-virus a non accordarsi con i suoi dubbi: la spettacolarità vera (a saperla praticare) è stata l’unica via percorribile in quella fase di fine e inizio millennio.
Naturalmente è un problema di diottrie, saper distinguere ciò che è realmente spettacolare da ciò che è solo degenerato pasticcio di fine era. Vendite e tempi affastellati e insostenibili? Tutto vero, ma la questione ora è se la Moda stessa (come la sua Cultura) sopravvivrà in un mondo tanto ferito.
E se un nuovo Dior – anonimo e sconosciuto –, assieme all’oblio di un così terribile dolore, saprà trovare una pozione, al momento inimmaginabile, capace di riaccendere sensi e desideri.
Dunque un genio, non un ciarlatano, tantomeno un mestierante. Che essendosi realmente trovato abbia anche trovato la via per un tempo nuovo.