MORTACCI SUEZ! – GLI ATTACCHI DEGLI HOUTHI ALLE NAVI COMMERCIALI NEL MAR ROSSO, CON IL BLOCCO DEL CANALE DI SUEZ, SI RIPERCUOTONO SUL MERCATO DELL'ENERGIA. E RISCHIANO DI PESARE SULLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI: PUÒ SFUMARE L'ATTESO TAGLIO DEL 4% DELLE TARIFFE DEL GAS A GENNAIO. E POTREBBE DIMEZZARSI IL BONUS LUCE PER IL PRIMO TRIMESTRE 2024 – SULLA ROTTA ASIA-AFRICA-EUROPA TRANSITA IL 20% DI METANO E PETROLIO – IL RISCHIO DI SPECULAZIONI
-Estratto dell’articolo di Roberta Amoruso per “il Messaggero”
Gli attacchi nel Mar Rosso non si fermano e per le bollette torna lo spettro rincari. Se il blocco del canale di Suez non dovesse risolversi entro fine anno si deve mettere in conto di veder sfumare l'atteso taglio delle tariffe del gas a gennaio, intorno al 4%, con altrettanto bonus dimezzato per il primo trimestre 2024 della luce. In questo caso da un calo previsto nell'ordine dell'8% si scenderebbe a meno 4-5% nel conto dell'elettricità.
«Si rischia di interrompere la tendenza forte al ribasso», avverte il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. Ma le conseguenze potrebbero essere ben più pesanti, con effetti devastanti su commercio mondiale e prezzi […]
Del resto, aggiunge Tabarelli, sulla rotta Asia-Africa-Europa transita il 10-13% del commercio mondiale. Sempre da qui passa almeno il 20% delle importazioni di gas e petrolio in Europa. E ancora guardando al Gnl (Gas naturale liquefatto), transita dal Mar Rosso per arrivare a Rovigo, soprattutto dal Qatar, il 10% dei consumi energetici italiani.
[…] quando ieri anche il colosso petrolifero britannico e multinazionale Bp, dopo Equinor, ha deciso di sospende il suo traffico di petroliere attraverso lo stretto di Suez per i crescenti rischi per la sicurezza della navigazione, sono apparsi all'improvviso molto più evidenti i rischi di un'escalation con conseguenze mondiali.
Gli effetti sui costi di trasporto delle merci e delle materie prime di chi può essere costretto a circumnavigare l'Africa si vedranno eventualmente più in là, se il caso non sarà chiuso in fretta, ma intanto la prima impennata dei prezzi del gas e del petrolio è già agli atti. E può costare presto molto caro alle bollette di famiglie e imprese, fino ad innescare una nuova spirale di rialzi e speculazione.
Per ora sono solo previsioni che passano dalle analisi a caldo degli economisti: difficile dare ora una dimensione certa dei rischi. Ma è certo che il maggior rischio per l'Europa parte dalle minacce ai carichi di Gnl sulla rotta, Africa, Asia, Europa.
I continui attacchi degli Houthi, la milizia filo-iraniana che controlla buona parte del nord-ovest dello Yemen, alle navi collegate a Israele, valgono per ora un incremento del prezzo del gas sul mercato di Amsterdam che ha superato ieri 10% per poi assestarsi a circa +7%, a 35,5 euro per megawattora. Per il petrolio, dopo una fiammata che l'ha portato +4%, il rialzo si è poi ridotto al +2,5% col Wti a 73,6 dollari al barile e il Brent a 78,6.
A spingere le quotazioni, per la verità, è stato anche l'annuncio della Russia di tagli più profondi alle esportazioni di petrolio a dicembre. Ma se finora se si è evitata una vera escalation dei prezzi è anche grazie alla domanda di metano europea che resta bassa con stoccaggi ancora pieni all'88,8%.
Mentre per quanto riguarda il greggio, il boom del fracking americano sta riducendo un pericolo di deficit dell'offerta, calmierato comunque dalla debolezza cinese.
«Alla luce del deterioramento della situazione di sicurezza nel Mar Rosso, sospendiamo temporaneamente tutti i transiti attraverso il Mar Rosso», ha fatto sapere Bp. […]