MPS VESTE PRADA – ANCHE PATRIZIO BERTELLI HA SOTTOSCRITTO (A TITOLO PERSONALE) L’AUMENTO DI CAPITALE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA: “LAVORO DA ANNI CON LA BANCA E LA CONSIDERO UN PARTNER IMPORTANTE”. TE CREDO: L’IMPRENDITORE ARETINO HA MOLTI STABILIMENTI NEL VALDARNO, IN TOSCANA, E PER FORZA DI COSE BUONI RAPPORTI CON ROCCA SALIMBENI. IL SUO NOME ERA SPUNTATO ANCHE NEL 2012, QUANDO LA FONDAZIONE AVEVA MESSO IN VENDITA LE SUE QUOTE. ORA LA DOMANDA È: L’INVESTIMENTO FRUTTERÀ O SONO SOLDI BUTTATI?
-Camilla Conti per “La Verità”
Patrizio Bertelli, imprenditore e ceo del gruppo di moda Prada, ha sottoscritto l'aumento di capitale del Monte dei Paschi. Lo ha annunciato lo stesso Bertelli all'agenzia Radiocor sottolineando che lavora «da anni» con Mps e che la considera «un partner importante, che ha ancora un grande valore da esprimere».
La scelta di essere parte «di un nuovo progetto di rilancio è la principale motivazione che mi ha spinto ad investire e avere l'opportunità di partecipare al suo sviluppo. Mps è una vera banca del territorio e un patrimonio per il nostro Paese. Ho voluto dare un segnale di fiducia al nuovo piano industriale e ai vertici», ha aggiunto l'imprenditore nonché marito della stilista Miuccia Prada.
La battuta «Mps veste Prada» nasce spontanea ma in realtà a fare shopping non è la griffe che per altro è quotata in Borsa a Hong Kong (e studia anche lo sbarco in Piazza Affari con un Ipo che potrebbe valere 1 miliardo). A quanto si capisce Bertelli ha investito a titolo personale. E oggi, con quanto vale oggi il titolo del Monte, se si è un imprenditore danaroso basta poco per diventare un azionista di peso nella banca più antica del mondo.
Va inoltre ricordato che Bertelli ha stabilimenti in Toscana, nel Valdarno, e ha rapporti con Mps da anni anche per questione di territorio. Nel marzo del 2012, inoltre, il nome di Bertelli era spuntato tra gli imprenditori italiani che stavano valutando l'opportunità di investire nel Monte dei Paschi rilevando le quote che all'epoca erano state messe in vendita dalla Fondazione senese.
Il punto è capire quale sarà il ritorno sull'investimento nel settimo aumento di capitale in quattordici anni. Perché il destino di Rocca Salimbeni resta ancora incerto. Gli investitori si posizionano in vista della trimestrale che, il prossimo 11 novembre, darà qualche indicazione in più sullo stato di salute del gruppo senese dopo la chiusura della ricapitalizzazione.
Incassata la maxi-commissione di 125 milioni di euro per garantire meno di 900 milioni di potenziale inoptato, tra le otto banche garanti dell'aumento di Mps è scattato il liberi tutti, con alcuni degli istituti che non hanno perso tempo e hanno riversato sul mercato a valori di poco superiori agli 1,6 euro le azioni che fino al giorno prima cercavano di far sottoscrivere a 2 euro. L'afflusso di una gran quantità di carta a fronte di un flottante risicato ha contribuito a far sprofondare venerdì scorso le quotazioni del Monte, che ha poi ripreso quota nelle ultime sedute (ieri ha guadagnato il 2,6% a 1,8 euro).
La performance dell'ultimo mese resta pesante: -60,8%, ancora peggio se andiamo a guardare il grafico dell'ultimo anno che segna un -91,2 per cento. Un bilancio ancor più amaro per i contribuenti italiani, che attraverso il Tesoro hanno staccato un assegno da 1,6 miliardi, dopo aver perso i 5,4 versati nel 2017. Ma anche per le Fondazioni e le Casse previdenziali, mobilitate dal Mef per creare una cintura di sicurezza attorno a Siena.
Tamponata per l'ennesima volta la falla di liquidità necessaria al rilanci, l'ad Luigi Lovaglio ora deve focalizzarsi sull'implementazione del piano industriale ma anche traghettare il gruppo verso quella «soluzione strutturale» più volte invocata dalle autorità europee e necessaria per l'uscita dello Stato dal capitale. Insomma, dovrà trovare chi compri la banca o che la fonda in un progetto più ampio.
Come quello del terzo polo, di cui si parla ormai da qualche anno. L'11 novembre è l'appuntamento con gli analisti e i giornalisti finanziari, perché i conti del terzo trimestre saranno valutati e approvati dal consiglio d'amministrazione che si riunirà il 10 a Rocca Salimbeni, presieduto da Patrizia Grieco. Il bilancio non sarà l'argomento più importante della riunione: i consiglieri d'amministrazione sono chiamati a dare il disco verde anche sull'accettazione di tutte e 4.125 le domande di uscita anticipata dalla banca previste del piano approvato a fine giugno.