NOMINE A PEZZI - IL VIRUS APPLICATO ALLE POLTRONE: NON PIÙ UNA ORDINARIA E ORDINATA "LOGICA DI PACCHETTO", MA UNA PROCEDURA D'EMERGENZA, UN CDA ALLA VOLTA SECONDO LE SCADENZE PREVISTE DALLA LEGGE. LA PRIMA PORTATA È UNA PIETANZA NON TROPPO GUSTOSA: BANCA MPS, CHE IL PD È PRONTO A MOLLARE A SELVETTI IN QUOTA 5 STELLE, AFFAMATI DI POLTRONE PESANTI VISTO CHE LE ALTRE (ENEL, POSTE, ENI…) SEMBRANO DESTINATI ALLA RICONFERMA
-Giorgio Meletti e Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”
Pure le nomine di Stato finiscono in quarantena. I benefici sono già visibili: i litigi tra i partiti di maggioranza vanno oltre la spartizione delle poltrone, che non è più l' ossessione, l' unico argomento. Chi tenta di speculare sull' incertezza da Coronavirus viene respinto con il codice civile che non ammette deroghe. E la strada scelta è quella di spezzettare.
Non più una ordinaria e ordinata tornata di nomine con "logica di pacchetto", ma una procedura di emergenza, un Cda alla volta secondo le scadenze previste dalla legge in base alla data delle assemblee degli azionisti. Dunque si inizia con una prima portata, una pietanza non troppo gustosa: banca Mps, fantasma di antichi peccati per la sinistra, bersaglio di tante campagne per i Cinque Stelle. Ragion per cui, volentieri, il Pd di Nicola Zingaretti concede la precedenza ai pentastellati, affamati di poltrone pesanti, cioè di amministratori delegati, e consapevoli che gli altri posti in palio - da Enel a Poste fino a Eni - sembrano destinati alla riconferma.
A Siena Marco Morelli, imposto nel 2016 da Matteo Renzi, ha annunciato al Cda di non essere disponibile a nuovo mandato, dopo aver gestito il salvataggio con l' ingresso dell' azionista ministero del Tesoro. Siccome Marina Natale (ex Unicredit) di Amco non vuole provare l' esperienza senese né l' ex ad Fabrizio Viola vuole tornare dove il Tesoro l' aveva silurato, il favorito si chiama Mauro Selvetti. Il banchiere è libero da impegni dopo aver superato il periodo semestrale di non concorrenza, pagato 300.000 euro oltre alla liquidazione di 1,7 milioni, e le dimissioni forzate dal Credito Valtellinese del febbraio 2019.
Nonostante l' aumento di capitale condotto con successo, Selvetti fu cacciato da Creval dai fondi esteri non soddisfatti dalla gestione della banca, in particolare dal francese Dumont Denis alleato della Algebris di Davide Serra, il finanziere renzianissimo di Londra.
Quando Selvetti fu sostituito con il presidente Luigi Lovaglio il titolo in borsa brindò con un più dieci per cento.
Selvetti porta con sé le stigmate di epurato da un blocco di potere internazionale non certo vicino ai Cinque Stelle. Forse per questo motivo è riuscito a entrare in contatto con i Cinque Stelle, tant' è che risulta apprezzato dal ministro Luigi Di Maio, per forma non più capo del Movimento, ma ancora vidimatore delle nomine. Per Monte dei Paschi conviene sbrigarsi, l' assemblea dei soci è prevista il 6 aprile e le liste vanno presentate entro il 12 marzo: l' assemblea si può procrastinare per virus di forza maggiore, le liste no.
Selvetti è un candidato debole e sul suo cammino potrebbe mettersi di traverso il ministero dell' Economia, che ha già avuto modo di far trapelare perplessità sul suo curriculum, giudicato inadeguato alla guida della terza banca italiana. Selvetti ha 60 anni, non è laureato (titolo di merito per i 5S , meno per il deep State), ha lavorato solo al Creval dove era capo del personale fino al giorno in cui, a 56 anni, diventò direttore generale.
La sua candidatura ha due punti di forza: la prudente distanza del Nazareno dal groviglio senese e il desiderio dei Cinque Stelle di mostrarsi in grado di accordarsi tra loro su un nome.
Qualche giorno fa i rappresentanti delle correnti del Movimento si sono riuniti per scegliere un nome da votare alla Camera per l' Autorità per le comunicazioni (Agcom). Quattro-cinque gruppi hanno formulato una decina di proposte. Selvetti può aiutare a fare sintesi