NON CHIP RESTA CHE PIANGERE - L'INDUSTRIA MONDIALE RISCHIA LA PARALISI PER CARENZA DI CHIP, IL CUORE INTELLIGENTE DI MACCHINE, SMARTPHONE, TV E APPARECCHI VARI - DURANTE IL PRIMO LOCKDOWN LE CASE AUTOMOBILISTICHE AVEVANO CHIUSO GLI IMPIANTI E ANCHE GLI ORDINATIVI DI QUESTI SEMICONDUTTORI SI ERANO FERMATI: NEL FRATTEMPO PERÒ L'OBBLIGO DI STARE IN CASA HA CREATO UN BOOM DELL'ELETTRONICA DOMESTICA, E ORA CHE LA PRODUZIONE DEI VEICOLI È RIPRESA C'È UN PROBLEMA DI PENURIA...
-M.C. per "il Giornale"
L'industria mondiale rischia il blocco a causa della penuria dei chip. In pratica il cuore intelligente di auto, smartphone, tv e di tutti gli apparecchi legati all'elettronica di consumo scarseggiano mettendo in crisi la capacità produttiva dei grandi colossi automobilistici e non solo.
Tanto che l'industria dell'auto ha a più riprese esortato i governi a intervenire vista la carenza globale di semiconduttori che potrebbe provocare, solo negli Usa, 2 milioni di veicoli consegnati in meno quest'anno fermando la produzione per sei mesi.
Ma come si è arrivati a questo paradosso? Ebbene quando a febbraio e marzo del 2020, le case automobilistiche a causa dei lockdown hanno chiuso gli impianti produttivi, anche gli ordinativi di chip si sono fermati.
Ma la permanenza forzata in casa ha provocato un forte aumento di ordini nel comparto dell'elettronica di consumo. Così pc, smartphone e sistemi di intrattenimento domestico hanno preso il volo e quando anche l'industria automobilistica ha ricominciato a funzionare la produzione di chip non bastava più.
Inoltre il ciclo per incrementare una linea produttiva di semiconduttori è particolarmente complessa perché servono macchinari particolari. Basta pensare che gli olandesi di Besi, che produce attrezzature per i produttori di chip, ha visto ordini in aumento del 108% rispetto al trimestre precedente e del 176% rispetto allo stesso trimestre del 2020.
Inoltre ci sono stati problemi che hanno inciso sulla produzione come l'incendio di una fabbrica in Giappone e una tempesta di neve in Texas. E dunque le società produttrici di chip stanno registrando ordini record per il primo trimestre, con una domanda in aumento che ha contribuito a più che raddoppiare gli utili registrati nel trimestre precedente.
Il risultato è che ora la maggior parte dei produttori di auto si trovano in difficoltà. E presto potrebbero esserlo anche quelli di smartphone e pc. Le aziende stanno comunque cercando di aumentare gli investimenti per far fronte alle richieste.
Samsung e Stm stanno investendo ma la realizzazione di nuovi impianti richiedono tempi lunghi: tra i 5 e i 6 mesi. Anche i produttori taiwanesi di wafer, ossia la materia prima per la realizzazione di chip, come il gigante Tcms, stanno incrementando la produzione con un deciso aumento degli investimenti.
Quest'anno il tasso di incremento della domanda di seminconduttori è previsto in crescita del 10%, il doppio rispetto al normale. E dunque il valore del mercato mondiale dei chip va verso il trilione di dollari che raggiungerà nel 2030, rispetto ai circa 400 miliardi del 2020.