NON PRENDIAMOCI PER IL RUBLO - LA RUSSIA HA RIMBORSATO CON LA SUA VALUTA UNA CEDOLA DA 594,82 MILIONI DI UN EUROBOND. L’ULTIMO STRAPPO ARRIVA DOPO IL NUOVO ROUND DI SANZIONI DA PARTE DELL’UE, E SOPRATTUTTO DOPO CHE GLI STATI UNITI HANNO DECISO DI IMPEDIRE A MOSCA DI RICORRERE ALLE BANCHE AMERICANE. WASHINGTON CERCANO DI USARE L’ARMA ECONOMICA CONTRO PUTIN: L’OBIETTIVO È SPINGERE MOSCA VERSO IL DEFAULT. MA CI RIUSCIRANNO? NEL FRATTEMPO NOI CONTINUIAMO A DARE SOLDI A “MAD VLAD” PER IL GAS…

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1 - E GLI STATI UNITI PROVANO A SPINGERE MOSCA VERSO IL DEFAULT

Estratto dell’articolo di Carlotta Scozzari per “la Repubblica”

 

Gli Stati Uniti cercano di spingere la Russia sull'orlo del default, a un passo cioè dall'incapacità di onorare il debito estero.

 

Con una mossa annunciata lunedì 4 aprile, il Dipartimento del Tesoro Usa ha deciso di impedire al Cremlino di pagare le cedole e il capitale sulle proprie obbligazioni in valuta straniera ricorrendo a conti correnti in banche statunitensi.

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In questo modo giunge di fatto un'ulteriore stretta sulle riserve estere russe, oggi pari a 604 miliardi di dollari (dato al 25 marzo fornito dalla Bank of Russia) e già congelate dalle sanzioni occidentali per circa la metà.

 

L'annuncio degli Stati Uniti è arrivato proprio nel giorno in cui per Mosca era previsto un rimborso di capitale da 552 milioni di dollari su titoli da 2 miliardi (parzialmente ricomprati di recente), oltre che il pagamento di interessi per 84 milioni di dollari su obbligazioni in scadenza nel 2042.

 

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2 - UCRAINA, MOSCA RIMBORSA BOND IN RUBLI. OGGI NUOVE MISURE CONTRO LA RUSSIA

Estratto da www.ilsole24ore.com

 

La Russia ha pagato in rubli una cedola da 594,82 milioni di euro di un eurobond in scadenza questo mese e nell’aprile del 2042.

 

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Lo scrive l’agenzia Bloomberg che riporta una nota del Ministero delle Finanze di Mosca in cui viene sottolineato che le banche estere hanno rifiutato il pagamento in dollari e che pertanto l’obbligazione finanziaria è stata «completamente rispettata». In Europa, l’Ungheria di Viktor Orban ha appena comunicato che il governo sta lavorando «a una soluzione tecnica per pagare le forniture di gas russo in rubli».

 

Lo strappo di Mosca arriva nel giorno dell’annuncio di una nuova ondata di sanzioni da Bruxelles, la quinta «e non l’ultima».

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Gli ambasciatori Ue si riuniscono in giornata per la decisione, in parallelo con l’amministrazione Biden. Sul tavolo lo stop all’import di carbone ma anche nomi eccellenti del potere di Mosca come il re dell’alluminio Oleg Deripaska e il capo della Sberbank Gherman Gref. Possibile anche l’inclusione delle due figlie di Putin, Ekaterina Tikhonova e Maria Vorontsova.

 

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«Non saranno le ultime sanzioni, queste. Dobbiamo pensare al petrolio e dobbiamo pensare a un sistema bancario che limiti davvero gli introiti derivanti dai carburanti fossili per la Russia», ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenendo alla plenaria dell’Europarlamento. «Penso che prima o poi saranno necessarie anche misure sul petrolio e persino sul gas», aggiunge il Consiglio europeo Charles Michel.

 

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L’ipotesi di un bando a gas e petrolio, però, non trova riscontri nell’immediato. Il ministro tedesco della Difesa Lindner ha dichiarato al settimanale Die Zeit che lo stop alle importazioni da Mosca nel settore «non è possibile» in tempi rapidi, alimentando l’insoddisfazione di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha criticato la «indecisione» sulle sanzioni alla Russia in un videomessaggio al parlamento irlandese, chiedendo misure più aggressive contro Mosca. (…)

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