NON SONO ANCORA ARRIVATI I PRIMI RISTORI CHE IL GOVERNO NE ANNUNCIA ALTRI – TRA DOMANI E VENERDÌ APPRODERÀ SUL TAVOLO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL DOPPIONE DEL PROVVEDIMENTO VARATO LA SCORSA SETTIMANA – SUL TAVOLO CI SONO ALTRI 2 MILIARDI CHE ARRIVANO DAL MARGINE RESIDUO DI DEFICIT ANCORA A DISPOSIZIONE (0,1 PUNTI DI PIL), E LA PLATEA DEI BENEFICIARI VERRÀ AMPLIATA
-Paolo Baroni per “la Stampa”
Platea più ampia e più soldi sul tavolo, altri 2 miliardi di euro, col nuovo decreto «Ristori bis», che replica il meccanismo del «Ristori uno» varato la scorsa settimana e che approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri tra domani e venerdì in modo da «stare al passo con le misure sanitarie».
Lo schema di aiuti «rapidi» alle imprese ed alle attività economiche su cui impattano i nuovi provvedimenti che servono ad arginare la diffusione del Covid resta invariato: il menù prevede contributi a fondo perduto, la cancellazione della seconda rata dell' Imu, la conferma delle detrazioni fiscali sugli affitti oltre a Cig e decontribuzioni.
Il numero dei beneficiari verrà ampliato aggiungendo nuovi codici Ateco relativi alle attività, in modo da comprendere sia i soggetti esclusi dal «Decreto 1» sia quelli interessati da nuove riduzioni o sospensioni delle attività, come i centri commerciali o bar e tabaccherie che non potranno più vendere giochi e lotterie.
E quindi saranno incrementate le percentuali per tutti quei soggetti già compresi nel primo intervento (bar, ristoranti, alberghi, palestre, piscine, cinema, taxi, ecc) eventualmente interessati dall' irrigidimento delle misure, come ad esempio l' anticipo del coprifuoco o la chiusura totale nelle zone a rischio «alto» o «massimo».
Sul piatto questa volta, dopo i 6,2 miliardi (poi saliti a 6,7) del decreto rilancio ed i 5,4 del Ristori uno (di cui 2,5 a fondo perduto), il governo mette 2 miliardi di euro, utilizzando soprattutto il margine residuo di deficit ancora a disposizione (0,1 punti di Pil, ovvero 1,6-1,7 miliardi di euro) e pescando poi il resto di nuovo dai fondi stanziati negli ultimi mesi ma non spesi.
Esclusa, ma solo per una questione di velocità nell' erogazione dei nuovi ristori (bonifici entro due settimane al massimo dal momento della domanda), la possibilità di far ricorso ad un ulteriore scostamento di bilancio, ipotesi che al Mef terranno in considerazione di qui alle prossime settimane in funzione dell' evoluzione della crisi Covid valutando importi e tempistica.
Come ha spiegato ieri a Skytg24 il sottosegretario all' Economia Pierpaolo Baretta, «se nel prossimo Dpcm adotteremo il criterio delle tre zone, rossa, arancione e verde, anche gli aiuti economici seguiranno alla stessa maniera, partendo da chi per scelta governativa è stato costretto a chiudere».
L' obiettivo, dunque, è quello di ristorare soprattutto i settori colpiti che operano nelle Regioni che subiranno la stretta più pesante. Gli importi saranno così commisurati in base all' impatto delle misure sanitarie e quindi saranno più alti per chi sarà costretto a chiudere e più contenuti per chi è toccato meno. Il «Ristori 1» assegnava il 100% in più di quanto erogato a primavera ai taxi, il 150% a bar, gelaterie e pasticcerie e alberghi, il 200% a ristoranti, palestre e cinema ed il 400% a discoteche e night club, col «Ristori 2» queste quote ora verranno incrementate.
L' operazione a cui stanno lavorando i tecnici del Mef e dello Sviluppo, dovendo prevedere anche un automatismo per poter intervenire rapidamente in quelle Regioni che eventualmente dovessero passare una fascia di rischio più bassa ad una più alta, si presenta tutt' altro che facile. Anche perché poi si dovranno scremare le tante richieste e recuperare le attività «dimenticate» dal primo decreto ma ugualmente toccate dalle restrizioni.
La lista comprende tutta la ristorazione in franchising, pizzerie al taglio e paninoteche, agenti di commercio ed grossisti che operano nel campo del food (e che scontano la pesante riduzione delle attività di bar, ristoranti e delle attività di catering), tutto il comparto del wedding (da chi realizza e vende i capi di abbigliamento per cerimonie a fioristi e fotografi), gli ambulanti delle fiere e tanti altri comparti ancora. E non è detto che tutti anche al secondo giro ottengano soddisfazione.