OCCHIO, NELLA PANCIA DELLE BANCHE C'È UNA BOMBA A OROLOGERIA - SIAMO SEDUTI SOPRA 400 MILIARDI CHE RISCHIANO DI BRILLARE SUL SISTEMA BANCARIO ITALIANO, PROVOCANDO GRAVI EFFETTI NEL MONDO ECONOMICO: È LO STOCK DI CREDITI DETERIORATI E NON EROGATI, IN AUMENTO DAI 330 MILIARDI DEL 2021 AI 369 MILIARDI DEL 2022 FINO AI 402 MILIARDI NEL 2024 - NUMERI PRECISI DI UNA PREVISIONE INQUIETANTE CHE ALEGGIA DA QUALCHE ANNO...
-Rosario Dimito per “Il Messaggero”
Una bomba ad orologeria di 400 miliardi rischia di brillare sul sistema bancario italiano, provocando gravi effetti sul mondo economico. Lo stock sottostante agli Npe (rapporto fra crediti deteriorati e totale crediti erogati) per banche più investitori, è atteso in aumento dai 330 miliardi del 2021 ai 369 miliardi del 2022 e ai 402 miliardi nel 2024.
Una fotografia allarmante, che però mette numeri precisi a una previsione che aleggia da qualche anno: è contenuta nel report di approfondimento del mercato degli Npe (Npl e Utp) di EY, una delle più titolate società di consulenza italiana.
In 29 pagine ricche di tabelle, Francesco Pisapia e Michele Thea illustreranno stamane alla Commissione di indagine sul sistema bancario, il track record di sofferenze, incagli e inadempienze oltre i 90 giorni, le modalità di gestione attuate finora e soprattutto le prospettive.
Queste ultime sono alimentate dagli strascichi della pandemia e dalle conseguenze della guerra in termini di crisi energetica, rialzo dei tassi a fronte di un'inflazione che ha ripreso a correre. Nonostante il drastico derisking negli ultimi anni, lo stock italiano rimane ancora al di sopra della media europea: il 4,9% contro il 2,1%. Vediamo la realtà attraverso i numeri.
GAP DI 5 ANNI FRA TRIBUNALI
Dagli 84 miliardi di deteriorati del 2008 (crisi mutui subprime) si è arrivati al picco di 342 miliardi nel 2015, passando in mezzo alla crisi del debito sovrano, con un incremento del 22,2%.
Da questo tetto è iniziata la discesa grazie alle cessioni di portafogli di sofferenze del 19,5% a 93 miliardi del 2021, anno in cui per la prima volta, lo stock di Utp (cioè crediti per recuperare i quali la banca deve far ricorso alle carte bollate) ha superato le sofferenze: 44 miliardi contro 45. Il caso Italia è da tempo sotto osservazione, anche se c'è da dire che gli istituti di Francia e Germania sono a loro volta gonfi di titoli tossici che però per le Authority europee non sono considerati mine vaganti.
L'Italia accusa un Npe ratio del 4,9% (era il 16,8% nel 4° trimestre 2015), poi ci sono Portogallo (3,9%), Francia (2%) e Germania (1,1%). Ebbene, secondo l'osservatorio EY, giudicato tra i più attendibili dalle istituzioni, il market consensus costruito su tre operatori (Morgan Stanley, JpMorgan, Ifis) prevede che i nuovi flussi aumenteranno di 60-120 miliardi nei prossimi 2-3 anni. Attualmente si stima che siano più di 144mila le imprese a rischio classificate Utp: 100mila società non finanziarie, 44 mila aziende familiari.
La maggioranza dei nuovi flussi saranno Utp caratterizzati da ticket medio-piccoli (40% sotto i 2 milioni, 25% tra 150 mila e 2 milioni). Infine, un capitolo del report è dedicato al focus sulle procedure esecutive con un gap di 5 anni fra tribunali più o meno virtuosi e uno alle gacs: dal 2016 il controvalore delle operazioni realizzate è di 100 miliardi, il 40% delle operazioni Npl sono avvenute con gacs per un totale di 40 transazioni.
Il report EY è alla base del progetto di disegno di legge per la creazione di un fondo che acquisti i mutui: verrà illustrato da Raffaele Lener, docente a Tor Vergata, il 28 giugno in Commissione.