UNA PANDEMIA DUE MISURE - QUANTO CONTA CONTE? ZERO! LA COMMISSIONE EUROPEA HA VARATO UN PIANO DI AIUTI PER IL SETTORE FIERISTICO, MA MENTRE A BERLINO SARANNO SENZA LIMITI, IN ITALIA AVRANNO UN TETTO DI 800MILA EURO – IL CONFRONTO TRA I PROVVEDIMENTI TEDESCO E ITALIANO È IMBARAZZANTE: NOI CI RIFACCIAMO AI CODICI ATECO, PERCHÉ LA NORMA ORIGINA DA UNO DEI DECRETI RISTORI; I TEDESCHI FANNO UN SEMPLICE E IMMEDIATO ELENCO DI SOGGETTI DELLA FILIERA…
-Giuseppe Liturri per “La Verità”
Stando alle notizie che arrivano da Bruxelles, pare che le misure di contenimento adottate per contrastate la diffusione del Covid abbiano diverso effetto in relazione alla latitudine del Paese che le adotta.
In Germania, la decisione di impedire fiere e congressi reca un danno diretto e misurabile a queste attività, e quindi è meritevole di aiuti senza limite di importo per indennizzare la perdita di profitto degli operatori del settore.
In Italia, la stessa decisione determina solo un «grave turbamento dell'economia» e si ritiene di intervenire con sussidi finalizzati a colmare il fabbisogno di liquidità delle imprese. Come se fosse un fatto transitorio.
Con l'aggravante che, in ogni caso, questi aiuti non possono superare il tetto massimo di 800.000 euro.A questo proposito, proprio ieri la Commissione ha annunciato la modifica del Quadro temporaneo (Temporary framework) confermando quanto - secondo le nostre fonti di Bruxelles rivelatesi quindi attendibili - vi avevamo anticipato avantieri: il prolungamento al 31 dicembre 2021 del periodo in cui sarà possibile per gli Stati membri erogare gli aiuti, aumento del tetto per i sussidi da 800.000 a 1.800.000 euro (inclusi i 200.000 del preesistente de minimis); aumento del tetto per la copertura dei costi fissi da 3 a 10 milioni; possibilità di conversione dei prestiti in contributi a fondo perduto.
Oltre a questi aspetti, la decisione della Commissione è importante perché si dilunga in una importante distinzione tra misure di contenimento che creano un danno materiale diretto alle attività economiche e altre che determinano un più generale turbamento dell'economia. Le prime meritano un indennizzo senza limiti, le seconde trovano i tetti sopra elencati.
La Commissione parla esplicitamente di bar, ristoranti, alberghi, attività sportive e ricreative, fieri e congressi, che vengono ritenute tutte attività destinatarie dirette delle misure restrittive. La logica è che se lo Stato chiude ex lege un'attività, l'effetto per l'impresa è simile a quello di una calamità naturale come un terremoto e l'indennizzo è totale.
Il fatto che la Commissione abbia ritenuto opportuno specificare questo aspetto, nonostante ci fosse ampia prassi in materia, è probabilmente segnaletico del fatto che l'applicazione di questa casistica non serve solo a noi (che peraltro ce ne eravamo guardati bene dal richiederla). È scesa in campo la Germania, e allora le regole vanno scritte per bene.
Tenere sotto il tetto di 800.000 euro di aiuti imprese che fatturano centinaia di milioni era ormai insostenibile.
A dicembre, mentre erano ancora in corso le interlocuzioni tra Commissione e Stati membri per l'ampliamento del Quadro temporaneo, da Berlino hanno piazzato una micidiale doppietta: il 4 hanno dapprima notificato la norma che stanzia 642 milioni di sussidi per le perdite subite da un ampio elenco di soggetti della filiera fieristica da marzo a dicembre; il 23 - con panettone e spumante già sulle scrivanie - hanno poi pre-notificato un altro provvedimento che stanzia ben 12 miliardi di sussidi a copertura dei danni diretti subiti a causa dei provvedimenti restrittivi, i cui dettagli vi abbiamo già riferito. Entrambe le misure miravano al bersaglio grosso: indennizzare senza limiti i grandi operatori fieristici e tutte le attività commerciali costrette a chiudere o a limitare la propria attività nell'ultimo bimestre dell'anno.
Con sospetto tempismo, la Direzione guidata da Margrethe Vestager ha approvato la prima misura il 22 (Sa 59173) e la seconda il 21 gennaio (Sa 60045), quando, verosimilmente, la decisione di estendere la portata del Quadro temporaneo era già ormai prossima alla pubblicazione. Per usare una similitudine: i tedeschi avevano già pronto il compitino ancor prima che la maestra distribuisse la traccia.
Per una strana coincidenza, proprio lo stesso 4 dicembre partiva da Roma una notifica per l'autorizzazione di sussidi per 370 milioni di euro a favore delle imprese del settore fieristico, autorizzata poi il 17 (SA 59992). Il ministero dei Beni culturali e del turismo, retto da Dario Franceschini, era incaricato della gestione della misura.
Il confronto tra i provvedimenti tedesco e italiano è imbarazzante: sembrano riferiti a due mondi sideralmente distanti. I soggetti beneficiari: noi ci rifacciamo ai codici Ateco, che tante perplessità hanno creato, perché la norma origina da uno dei decreti Ristori; i tedeschi fanno un semplice e immediato elenco di soggetti della filiera.
Ma soprattutto, da Berlino fanno un'ampia e accurata disamina del nesso causale tra misure restrittive e danni subiti dalle fiere e determinano dei veri e propri indennizzi commisurati al 100% della differenza tra profitti del periodo marzo-dicembre 2020 e media dei profitti degli anni 2018-2019. In alternativa, si può ricevere il 100% del margine di contribuzione dello specifico evento annullato.
Numeri enormi, considerando che la Fiera di Francoforte ha fatturato 2018 pari a 718 milioni. L'aspetto ancor più rilevante, e avvilente per il nostro Paese, è il modo di trattare gli effetti delle misure restrittive, nello stesso periodo: per le fiere tedesche è come una calamità naturale ed assumono l'onere di dimostrarlo, per le fiere italiane sembra essere una crisi di liquidità, da calcolarsi peraltro con un «algoritmo».
Come se il Cibus di Parma cancellato nel 2020 fosse un evento recuperabile. Pur non essendo ai livelli dei giganti tedeschi, ricordiamo che Fiera di Parma nel 2018 ha fatturato 37 milioni, Fiera di Milano nel 2019 230 milioni e Fiere di Bologna 195 milioni. Gli indennizzi devono essere congrui, altrimenti rischiamo di andare a fare il Cibus o il Salone del Mobile in qualche città tedesca.