PIGNATARO, GOLDEN MISTERY - COME MAI IL GOVERNO HA CHIESTO APPROFONDIMENTI AL GRUPPO ION PER DARE IL SUO VIA LIBERA ALL’ACQUISIZIONE DA 1,3 MILIARDI DI PRELIOS, CARO A PALENZONA? CI SONO STATE INFORMATIVE CHE AVREBBERO SPINTO BANKITALIA A FICCARE IL NASO IN UNA RAGNATELA DI SOCIETÀ CON SEDE TRA IRLANDA E LUSSEMBURGO, SENZA UN BILANCIO CONSOLIDATO PUBBLICO, PER CUI NON È NOTO IL SUO LIVELLO D’INDEBITAMENTO COMPLESSIVO? - EPPURE NEGLI ULTIMI ANNI PIGNATARO HA COMPRATO ASSET SENSIBILI DEL SETTORE BANCARIO COME CEDACRI, CERVED, LIST, IL 32% DELLA CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA, MA NESSUNA ISTITUZIONE HA AGITATO LA PALETTA ROSSA DEL GOLDEN POWER: CHE SARA' MAI SUCCESSO?
-LE VACANZE DI PALENZONA CHEZ PIGNATARO
PRELIOS-ION, IL GOVERNO CHIEDE CHIARIMENTI SULLA SOSTENIBILITÀ DEL DEBITO PER L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO. IL NODO DEI PEGNI SU CEDACRI E CERVED
Gianluca Paolucci per Verità & Affari - https://www.veritaeaffari.it/in-evidenza/ex-ilva-avviato-liter-per-lamministrazione-straordinaria/
Il governo italiano ha chiesto informazioni addizionali al gruppo Ion per dare il suo via libera all’acquisizione di Prelios da parte del gruppo controllato dal finanziere Andrea Pignataro. Secondo quanto riporta Bloomberg, il governo avrebbe richiesto maggiori informazioni sulla struttura dell’operazione, che secondo i poteri previsti dalla normativa sul golden power può essere bloccata.
In particolare, il governo avrebbe chiesto chiarimenti su debito e pegni che sarebbero costituiti su Prelios per il finanziamento dall’acquisizione da parte di Ion.
L’operazione di acquisizione, annunciata nel settembre scorso, ha un controvalore di 1,3 miliardi di euro, di cui circa 600 milioni di debito.
Le partecipazioni in pegno
La struttura dell’operazione Prelios è peraltro analoga a quella delle altre grandi operazioni condotte da Ion in Italia, che negli ultimi tre anni ha investito circa 5 miliardi in acquisizioni. Tanto Cerved che Cedacri sono interamente in pegno agli istituti che hanno finanziato Ion. Tra le banche creditrici figurano Unicredit, Jp Morgan, Deutsche Bank e Goldman Sachs.
Secondo i contratti di finanziamento, per quanto riguarda Cedacri anche i conti correnti della società che gestisce le infrastrutture sono gravati da un pegno in favore delle banche finanziatrici. All’estero, il gruppo Ion controlla tra le altre cose Dealogic, Fidessa Trading e Acuris, che controlla il servizio di news finanziarie Mergermarket.
La ragnatela di società
Il gruppo, composto da una ragnatela di società con sede prevalentemente tra Irlanda e Lussemburgo, non ha un bilancio consolidato pubblico, per cui non è noto il suo livello d’indebitamento complessivo.
L’acquisizione di Prelios è realizzata tramite una società italiana, la X3 Mergeco spa. Da qui attraverso altre sei società tra Irlanda e Lussemburgo si arriva fino alla Ion Investment Corporation, che ha sede in Lussemburgo. Questa è controllata dl Iit srl, sede ancora nel Granducato. Nell’ultimo bilancio, la Iit ha rivalutato la partecipazione di Ion Investments per 20 miliardi, portando il valore dei suoi asset da poco più di 800 milioni a quasi 21 miliardi di euro.
ESAME FINALE SU ION-PRELIOS
Luca Gualtieri per “MF”
La più grande operazione di m&a nel credito italiano dell’ultimo anno imbocca il rettilineo finale. L’acquisizione da 1,3 miliardi di Prelios da parte del gruppo Ion di Andrea Pignataro potrebbe essere chiusa entro marzo. Prima però il deal dovrà ottenere il bollino verde del governo (ai sensi della normativa sul Golden Power) e della Banca d’Italia. Le due istituzioni dovrebbero esprimersi in sequenza tra la fine di gennaio e febbraio e proprio nei prossimi giorni i due processi autorizzativi entreranno nella fase finale.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Palazzo Chigi avrebbe già deciso per un sostanziale ok ma sono in corso approfondimenti sull’articolazione delle notifica. Non è infatti ancora chiaro se verrà data una sola autorizzazione o se saranno necessari più passaggi, uno per ogni tappa del processo di integrazione di Prelios nel gruppo fondato da Pignataro.
In parallelo sta procedendo l’esame di Bankitalia. Via Nazionale avrebbe avviato una disamina della struttura dell’operazione per verificarne soprattutto la sostenibilità dell’assetto di governance e dell’architettura finanziaria.
L’acquisto di Prelios è passato infatti attraverso un finanziamento da circa 600 milioni arrivato da un pool capitanato da Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas e composto anche da Banco Bpm, Standard Chartered Bank e Mediobanca a fronte di una leva complessiva di gruppo stimata a inizio 2023 cinque volte l’ebitda.
Al momento non risultano intoppi nel processo autorizzativo. Osservatori di mercato ricordano peraltro che Ion ha già fatto altre tre operazioni sul mercato italiano, tutte autorizzate dalle autorità competenti. Negli ultimi anni il gruppo londinese ha infatti comprato prima Cedacri (servizi di outsourcing per il settore bancario) poi Cerved (credit information e credit management) quindi List (software per il settore finanziario).
L’anno scorso poi Ion ha ottenuto luce verde da Bankitalia per l’acquisto del 32% della Cassa di risparmio di Volterra, l’istituto di credito toscano non quotato e oggi in fase di turnaround. L’acquisto e l’integrazione di Prelios dovrebbero ricalcare i deal già conclusi da Ion sul mercato italiano, ripercorrendo gli iter seguiti negli anni scorsi con Cedacri e Cerved.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, al closing dell’operazione (atteso entro marzo) il gruppo presieduto da Fabrizio Palenzona dovrebbe diventare una divisione di Ion con una struttura di capitale segregata. All’attuale management sarà assicurata continuità, mentre il nuovo azionista di controllo darà un contributo agli investimenti per la crescita e alla strategia.
Ion del resto ha già impegnato in Italia quasi un terzo delle risorse investite dal 2005 a oggi. Nella campagna acquisti fatta negli anni scorsi sono stati messi sul piatto 4,7 miliardi. Complessivamente il gruppo ha 40 mila clienti, ricavi per 3,2 miliardi (con un cagr del 35% rispetto al 2005), 2 miliardi di ebitda e 1,8 miliardi di cash flow, quasi totalmente investito in crescita.