IL PIL NON TIRA, L’ITALIA CE L’HA MOSCIO - L'ALLARME DELL'ISTAT PER IL 2020: "IL PIL CROLLERÀ DELL'8,3%. MA CI SARÀ UN RECUPERO DEL 4,6% NEL 2021” - GUALTIERI, CHE È IL BUONTEMPONE CHE DICEVA “NESSUNO PERDERÀ IL LAVORO”, SPANDE OTTIMISMO: "LA RIPRESA È VICINA" - INTANTO VANNO A PICCO I CONSUMI DELLE FAMIGLIE, GLI INVESTIMENTI E LE ESPORTAZIONI - MEZZO MILIONE DI POSTI DI LAVORO IN MENO…

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Luca Monticelli per “la Stampa”

 

ROBERTO GUALTIERI

La luce in fondo al tunnel. Roberto Gualtieri si sforza di essere ottimista davanti all'ultimo bollettino di guerra dell'Istat. Il 2020 sarà pesantissimo: il Pil calerà dell'8,3% con un recupero, comunque insufficiente, del 4,6 per cento l'anno prossimo. Stesso andamento per il lavoro, con una perdita delle unità che arriverà al 9,3 per risalire al 4,1 per cento nel 2021. È proprio dal rimbalzo della crescita che il ministro dell'Economia coglie segnali di ripartenza: «I dati confermano le previsioni del governo e indicano la possibilità concreta di una ripresa già nel terzo trimestre», sottolinea. Infatti è proprio a partire da luglio che l'Istituto di statistica intravede le prime stime positive dopo lo «shock senza precedenti» dovuto all'emergenza coronavirus.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Nonostante «l'impatto sia profondo» e connotato da grande incertezza, a maggio la situazione è cambiata rispetto alla caduta di marzo e aprile ed è proprio nel terzo e quarto trimestre che la velocità dei livelli produttivi potrebbe tornare a ritmi sostenuti. Lo scenario delineato nel rapporto su "Le prospettive per l'economia italiana" è meno nero di molti altri, l'Istat sposa l'ipotesi più ottimistica della Banca d'Italia che invece prevede un ribasso del prodotto tra il 9 e il 13 per cento.

 

Le macerie che lascia la pandemia sono il crollo dei consumi delle famiglie (-8,7 per cento), quello degli investimenti (-12,5 per cento), il drastico ridimensionamento delle esportazioni (-13,9). Nel lavoro si consuma il dramma di mezzo milione di persone che nei primi 4 mesi del 2020 hanno smesso di cercare un impiego perché scoraggiate dalla crisi. Questo esercito di inattivi non viene conteggiato tra i disoccupati e per ironia della sorte l'effetto statistico produce un miglioramento del tasso di disoccupazione che dunque scende al 9, 6 per cento.

STIME DELL'FMI SULLA RECESSIONE DA CORONAVIRUS

 

I sindacati tornano a chiedere un incontro al governo. Gianna Fracassi, vice segretaria della Cgil, teme una «ripresa dimezzata» e vede nel «nuovo ruolo dello Stato in economia» la ricetta giusta per il rilancio del Paese. «Dobbiamo programmare insieme gli investimenti, le riforme, il welfare», dice. Di un piano che utilizzi al meglio i fondi a disposizione parla anche la Uil. Il segretario generale aggiunto Pierpaolo Bombardieri pretende provvedimenti eccezionali: «Sono mesi che proponiamo un patto per il Paese. Per uscire da questa crisi non c'è alternativa: serve il contributo di tutti».