PROFUMO DI GUAI – SECONDO I PERITI DEL TRIBUNALE DI MILANO ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA AVREBBERO OCCULTATO CREDITI DETERIORATI PER OLTRE 11 MILIARDI DI EURO PER MIGLIORARE I CONTI DI MPS: “ENORMI OMESSI ACCANTONAMENTI” - ORA I PM HANNO DAVANTI TRE STRADE: CHIEDERE NUOVAMENTE L’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO, DISPORRE NUOVE INDAGINE O CHIEDERE IL RINVIO A GIUDIZIO – INTANTO IL "MONTE" ARRANCA: LA RACCOLTA È IN CALO E LA CONSOB METTE LA BANCA NELLA "BLACK LIST"

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1 - A MPS VA MALE ALLO SPORTELLO E IN TRIBUNALE

Estratto dell’articolo di Gianluca Baldini per “La Verità”

 

monte dei paschi di siena

I conti diffusi ieri dal Monte dei Paschi di Siena fanno gioire solo a metà. Da un lato, infatti, la più antica banca al mondo è tornata all'utile (119,3 milioni di euro al 31 marzo 2021 e rispetto allo stesso periodo 2020) dopo le perdite registrate a inizio dell'anno scorso (-239 milioni di euro).

 

Dall'altro, però, sulle spalle di Rocca Salimbeni pesano i problemi legali che la banca si porta dietro da tempo. Ieri i periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, incaricati dal gip di Milano Guido Salvini di verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche risultanti da tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017, hanno reso noto che tra il 2012 e il 2015 Mps non ha contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci rettifiche su crediti per 11,42 miliardi di euro, pari a 7,77 miliardi al netto dell'effetto fiscale.

Alessandro Profumo

 

Si tratta di una cifra vicina agli 8 miliardi chiesti al mercato con gli «aumenti di capitale avvenuti fra il 2014 ed il 2015». Una corretta contabilizzazione avrebbe aumentato la perdita del 2013 da 1,44 a 4,47 miliardi e tramutato i quasi 390 milioni di utile del 2015 in un «rosso» di quasi 4,3 miliardi, riducendo in maniera speculare le perdite del 2014, 2016 e 2017.

 

L'analisi dei periti è avvenuta nell'ambito del procedimento che vede indagati per falso in bilancio gli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori. Inoltre, proprio a causa dei giudizi in corso, ieri il Tesoro, nell'esprimere «voto contrario» all'azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici di Mps, ha fatto sapere che «si riserva di rivalutare la propria posizione in ordine alle possibili azioni di tutela della banca e della propria partecipazione, in relazione all'evoluzione dei giudizi in corso».

 

PROFUMO E VIOLA

Inoltre il Monte dei Paschi è finito nella black list della Consob, quella delle società obbligate a fornire un'informativa mensile al mercato. Mps dal 2016 era già nella cosiddetta lista grigia della Consob, che impone un'informativa trimestrale. Il passaggio alla black list si deve a due fattori: l'incertezza sulla continuità aziendale e lo stato di grave crisi manifestato dalla banca.

 

Al 31 marzo 2021, i volumi di raccolta complessiva del gruppo sono risultati pari a 203,5 miliardi di euro con un calo delle masse di 2,3 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2020. Il motivo? La raccolta diretta è crollata di 4,7 miliardi, valore solo in parte compensato dall'aumento di quella indiretta (+2,4 miliardi). Ad ogni modo, il gruppo senese ha reso noto che «l'operazione di rafforzamento patrimoniale» da 2,5 miliardi di euro «inizialmente ipotizzata per il terzo trimestre 2021, potrà avvenire nel quarto trimestre del 2021 o nel primo semestre del 2022».

MPS

 

2 - "MPS, VIOLATE LE REGOLE PER COPRIRE GLI AUMENTI"

Luca Fazzo per “il Giornale”

 

«Enormi omessi accantonamenti»: non usano giri di parole i periti del tribunale di Milano per radiografare i comportamenti messi in campo tra il 2012 e il 2015 da parte di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, i nuovi amministratori messi dal governo alla testa del Monte Paschi per cercare di porre rimedio ai disastri dell' epoca Mussari.

 

fabrizio viola

E che invece secondo la perizia depositata ieri hanno proseguito nell' occultare ai mercati e alla Bce lo stato prefallimentare della banca, occultando crediti deteriorati per oltre 11 miliardi.

 

Il monumentale (oltre 5.600 pagine) lavoro dei consulenti Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini amplifica i dubbi che nel gennaio 2020 avevano portato il giudice preliminare Guido Salvini a non accogliere la richiesta di proscioglimento dall' accusa di false comunicazioni sociali presentata dalla Procura della Repubblica nei confronti di Viola e Profumo, rispettivamente amministratore e presidente di Mps all' epoca dei fatti.

Sulla posizione dei due, giudice e pm si erano scontrati frontalmente, con la Procura nell' inconsueto ruolo di sostenitrice dell' innocenza degli indagati.

 

FABRIZIO VIOLA

Ora, davanti alle conclusioni dei periti, i pm hanno davanti a sè tre strade. Potrebbero chiedere nuovamente l' archiviazione del procedimento, andando presumibilmente incontro a un diniego da parte del giudice; potrebbero disporre nuove indagini per approfondire i punti critici evidenziati dalla perizia; o potrebbero ribaltare l' atteggiamento iniziale e chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.

 

monte dei paschi di siena

Per quest' ultimo, attuale ad di Leonardo, si tratta del secondo grosso dispiacere giudiziario in pochi mesi: nell' ottobre scorso nel filone principale dei processi Mps, il tribunale di Milano gli ha inflitto sei anni di carcere per avere presentato nei bilanci del gruppo dei veicoli finanziari («Alexandria» e «Santorini») come titoli di Stato anzichè come derivati. Anche in quel caso la Procura della Repubblica aveva chiesto l' assoluzione del manager, andando a sbattere contro il diverso parere del tribunale.

fondazione mps

 

Per raggiungere le loro conclusioni, Bellavia e la Ferradini attaccano frontalmente la consulenza che la Procura aveva disposto e che aveva portato a chiedere il proscioglimento di Profumo e Viola. Secondo le analisi dei consulenti dei pm, i due amministratori avevano operato in buona fede per limitare i danni.

 

mps titoli di stato 3

«Le conclusioni a cui sono pervenuti i consulenti tecnici Castelli e Tasca - si legge invece - appaiono ancor più sorprendenti se solo si considera la procedura interne (...) si è data dimostrazione, infatti, di come la Banca nella valutazione del credito al 31.12.2013 avesse violato le proprie procedure interne, omettendo di valutare il credito secondo i criteri e nel rispetto delle soglie di svalutazione nelle stesse indicate e di cui il gruppo Mps si era dotato». Ai consulenti della Procura i periti del giudice rimproverano anche avere riconosciuto a Profumo e Viola «la mancanza di comportamenti dolosi o gravemente colposi»: non sembra di avere intravisto in nessun documento esaminato nel fascicolo del procedimento o successivamente acquisito elementi in tal senso».