Leonardo Martinelli per “La Stampa”
VODAFONE ILIAD - DATI A CONFRONTO
Da settimane circolavano le indiscrezioni sulle trattative fra Iliad, il colosso francese delle telecom, e Vodafone, quello britannico, riguardo alle loro attività sul territorio italiano.
Niente trapelava, ma l'eventualità di un accorpamento era più che plausibile: va nel senso logico del consolidamento del settore, necessario in tutta Europa e ancora di più in Italia, con i suoi quattro operatori, davvero troppi.
Matrimonio alla pari? No, sarà Iliad, oggi in piena forma finanziaria, a comprare, si diceva.
E ieri, finalmente, è arrivata la conferma da parte di Thomas Reynaud, l'amministratore delegato del gruppo francese: «Abbiamo fatto un'offerta per il 100% di Vodafone Italia» ha confermato a Bloomberg. Le trattative sono in corso.
Il risiko
Contattata dalla Stampa, la sede parigina di Iliad non ha voluto aggiungere nulla, soprattutto sulle cifre. Ma si parla di un esborso tra gli 11 e i 14 miliardi di euro. L'operazione si aggiunge a quel risiko che è in corso oggi nelle telecom italiane e che riguarda pure Tim, fresca di un nuovo amministratore delegato, Pietro Labriola.
Deve gestire la scissione dell'azienda in due, tra reti e servizi. Anche in questo caso sono sempre dei francesi al centro del gioco: Vivendi, la società nelle mani di Vincent Bolloré, primo azionista di Telecom Italia. Il fondo americano Kkr aveva proposto un'Opa da 50,5 centesimi, una storia che per Bolloré è già archiviata, una partita chiusa. Ma Kkr aspetta e considera la sfida ancora tutta da giocare.
Versante Iliad, invece, il magnate francese da tenere d'occhio è il fondatore Xavier Niel, conosciuto a Parigi come arduo negoziatore, al pari di Bolloré (le somiglianze finiscono qui, i due non si amano per nulla). Per Niel l'acquisizione di Vodafone in Italia rappresenterebbe un bel salto nel nostro Paese.
Iliad, con le sue offerte innovative e il suo know how nel low cost, è sbarcata in Italia appena tre anni e mezzo fa e in così poco tempo è riuscita a conquistare il 10% di quota di mercato (8,5 milioni di abbonati nei cellulari e da poco ha debuttato nella banda larga fissa). Ma, inglobando Vodafone, arriverebbe al 36% della telefonia mobile nazionale.
Secondo gli esperti, il matrimonio Iliad-Vodafone in Italia ha un senso, soprattutto in vista del cambio storico del quadro competitivo e del lancio dei servizi 5g: quando Tim avrà separato la rete dai servizi e tutti gli operatori potranno competere ad armi pari, con la stessa tariffa sul fisso, poter contare su una rete commerciale più diffusa e su una folta base di clienti farà la differenza.
D'altra parte, gli analisti di Equita ritengono che l'operazione potrebbe rappresentare una novità positiva anche per Tim, perché «ridurrebbe la pressione competitiva nel settore». Poi, sempre secondo Equita, il fatto che a «muovere il risiko» sia Iliad, specializzato nel low cost, farebbe sì che l'azienda francese «avrebbe meno interesse a perseguire politiche commerciali molto aggressive per costruirsi una quota di mercato significativa nella rete fissa», dove è sbarcata di recente.
La reazione in Borsa Sta di fatto che ieri alla Borsa di Londra Vodafone ha ceduto lo 0,13% e a quella di Milano Tim lo 0,89%.
Pesano forse le incertezze dell'operazione che per Iliad comporta un grosso impegno finanziario (anche se il gruppo va molto bene, ce la farà a sostenerlo?).
E poi, se si concluderà l'affaire, bisognerà vedere cosa ne penserà il regolatore europeo.
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