PUTIN CI HA BOMBARDATO IL PIL - È INIZIATA LA GRANDE FRENATA DELL’ECONOMIA ITALIANA: LO CHOC ENERGETICO, L'INFLAZIONE E LA GUERRA IN UCRAINA VALGONO UNO 0,7% DEL PRODOTTO INTERNO LORDO IN MENO NEL 2022 - L’ISTAT STIMA UN SECONDO CALO CONSECUTIVO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE: A DICEMBRE SI È RIDOTTA DEL 3,4%. LE IMPRESE A GIORGETTI CHIEDONO UN TETTO AI PREZZI E L’ABBASSAMENTO DELL’IVA SUI PRODOTTI ALIMENTARI

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Luca Monticelli per “la Stampa”

 

INFLAZIONE ISTAT

La grande frenata dell'economia italiana è iniziata. I fattori che indeboliscono la ripresa sono i prezzi di gas e luce alle stelle, le fiammate inflazionistiche che colpiscono i beni di prima necessità e le conseguenze della guerra in Ucraina.

 

L'Istat valuta lo shock energetico con un taglio dello 0,7% del Pil (previsto nel 2022 al 4,7%).

 

reazione delle borse alla guerra tra russia e ucraina 5

«L'evoluzione del conflitto e gli effetti delle sanzioni finanziarie sono caratterizzati da elevata incertezza», è l'allarme lanciato dall'Istituto di statistica. Un altro segnale di come stanno soffrendo le imprese è il dato sulla produzione industriale.

 

A gennaio l'Istat stima un secondo calo consecutivo: la produzione si riduce del 3,4% rispetto a dicembre e nella media del trimestre novembre-gennaio il livello diminuisce dello 0,5%. Ieri al dicastero dello Sviluppo economico sono iniziati gli incontri della Task force voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti per raccogliere le segnalazioni delle imprese e adottare le contromisure in grado di ridurre i danni.

daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra

 

Al tavolo di via Veneto si sono alternati Confindustria e Rete imprese, le Cooperative e le associazioni del settore agricolo. La Task force fa sapere che le imprese attive in Russia e Ucraina, piuttosto che ristori, chiedono soprattutto indicazioni su come operare senza interruzioni produttive, potenzialmente fatali per la sopravvivenza delle aziende.

 

Gli altri temi riguardano il rientro dei dipendenti in Italia o la ristrutturazione dei debiti con le banche. Dagli incontri con le categorie, spiega il Mise in una nota, emerge in modo inequivocabile che la prima urgenza da affrontare è quella energetica. La possibilità di avere un prezzo controllato dell'energia è la richiesta più pressante rispetto a qualsiasi altra questione, compresa quella della carenza di materie prime.

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

 

In questo ambito, alla mancanza di grano duro si può supplire con acquisti in Canada, mentre sono ancora da individuare fornitori alternativi per reperire argilla, ferro o semi di girasole.

 

Da più parti, sottolinea il ministero, è arrivata la richiesta di una maggiore flessibilità per l'autoproduzione e l'autoconsumo energetico attraverso le rinnovabili e per l'abbassamento dell'Iva su alcuni prodotti alimentari.

 

Secondo i dati forniti dal Mise sono oltre 500 le imprese italiane presenti in Russia, di cui 80 hanno impianti produttivi. Le principali sono Enel, Eni, Snam, Pirelli, Barilla, Ferrero. In Italia sono presenti 87 aziende partecipate da società russe, per un totale di oltre cinquemila dipendenti e 8,8 miliardi di euro di fatturato.

inflazione 5

 

L'interscambio tra i due Paesi nel 2021 è stato pari a circa 21,7 miliardi di euro: 7,7 miliardi l'export italiano verso la Russia mentre è di circa 14 miliardi l'import dalla Russia. Invece, in Ucraina nel 2020 si contavano circa 200 aziende con capitale o interessi italiani, ad esempio Mapei e Cnh. Nel 2021 l'interscambio è stato di 5,4 miliardi di euro. La crisi morde e sui territori si fa fatica ad andare avanti.

INFLAZIONE IN AUMENTO

 

Le Fonderie Zanardi del veronese fermano l'attività per una settimana per «non lavorare in perdita». Gli ordini sono alti, tuttavia produrre costa troppo a causa delle spese energetiche.

 

In più, da Russia e Ucraina proveniva la ghisa in pani. Le sanzioni frenano anche il l calzaturiero perché potrebbero limitare la spesa dei consumatori russi Un rapporto di Mediobanca evidenzia che il 2,7% dell'export delle calzature italiane fa di Mosca il decimo mercato di sbocco, che però rischia di scendere sotto il 2%.

 

E poi c'è il turismo, in ginocchio dopo due anni di pandemia. Ancora non è possibile quantificare disdette e perdite, ma l'effetto ci sarà. A cominciare dal blocco dei turisti russi e ucraini. I contraccolpi si sentiranno già ad aprile quando si attendevano migliaia di arrivi per la Pasqua ortodossa.

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