QUANTO BISOGNA ESSERE RICCHI PER DIVENTARE TRA I PIÙ RICCHI DI UN PAESE? – DIPENDE DAL PAESE: PER UN MONEGASCO SERVONO QUASI 8 MILIONI DI DOLLARI PER FAR PARTE DEL CLUB DELL’1%, PER UN RUSSO NE BASTANO 400MILA. E PER UN ITALIANO? LA CIFRA È UGUALE A QUELLA DELLA SPAGNA. PER RIENTRARE TRA GLI “HAPPY FEW” SERVE UN PATRIMONIO DI… – LA CLASSIFICA DIPENDE DA TANTI FATTORI, TRA I PRINCIPALI CI SONO LE TASSE, CHE I MILIONARI RIFUGGONO COME KRYPTONITE…
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Stefano Agnoli per www.corriere.it
Quanto bisogna essere ricchi per entrare nel club dell’1% dei più ricchi di un Paese? Dipende, ovviamente, dal Paese di riferimento. Per un monegasco (nel senso di residente nel Principato di Monaco) servirebbe un patrimonio di quasi 8 milioni di dollari, un po’ più di 6,5 milioni di euro al cambio attuale.
Per un russo la quota sarebbe molto più bassa, 400mila dollari (330mila euro). Per un italiano, così come per uno spagnolo, sarebbero sufficienti 1,4 milioni di dollari, cioè 1,15 milioni di euro. Tanto o poco, ma sempre molto meno di uno svizzero o di un cittadino Usa, che per potersi dichiarare «affluent» avrebbero bisogno rispettivamente di 5,1 e di 4,4 milioni di dollari (4,2 e 3,6 milioni di euro rispettivamente). O di un residente di Singapore, dove per emergere servono 2,9 milioni di dollari (2,39 milioni di euro).
La classifica, riportata da Bloomberg sulla base di uno studio del broker immobiliare Knight Frank, dipende ovviamente da tanti fattori, non ultimo quello del carico fiscale del Paese di riferimento. A Monaco e in Svizzera, ad esempio, le tasse sul reddito sono spesso assai basse o del tutto assenti. In Italia, secondo i numeri del ministero dell’Economia relativi alle dichiarazioni 2019, l’1,2% dei contribuenti ha dichiarato un reddito superiore ai 100mila euro (ma, ovviamente, un conto è il reddito e un altro il patrimonio).
Non bisogna poi trascurare l’effetto causato, in entrambe le direzioni, dalla pandemia. Nello studio si mette in evidenza che la soglia di ingresso nell’1% più ricco a Monaco è almeno 400 volte più grande di quella del Kenya (è l’ultimo Paese sui 30 presi in esame), un Paese che a causa della crisi ha registrato due milioni di nuovi poveri in più, secondo le stime della Banca Mondiale.
Mentre l’indice dei miliardari stilato da Bloomberg ha mostrato che lo scorso anno il gruppo dei 500 uomini più ricchi del mondo ha aggiunto 1.800 miliardi di dollari al proprio patrimonio, con Elon Musk e Jeff Bezos sopra tutti.
Malgrado la crescita poderosa delle economie asiatiche, Cina in testa, i milionari restano abbondantemente più numerosi negli Stati Uniti, dove secondo lo stesso studio sono più di 180mila coloro che possono vantare una ricchezza superiore ai 30 milioni di dollari.
Pechino è seconda, ma distanziata con circa 70mila ipermilionari (in Giappone sono 15 mila circa). Ottima anche la performance della ricchezza europea: 25 mila in Germania, 15 e 16 mila in Francia e Regno Unito, 10.400 in Italia e 7.600 in Svizzera, più o meno come in Canada e in Russia.
La paura di tutti questi «happy few», nel post-pandemia, è una sola: le tasse. Ovvero che per rientrare dei debiti i governi facciano un pensierino proprio ai grandi patrimoni.