"ANIMA" MIA, MPS PURE - L'OPA DI BANCO BPM SU "ANIMA" È IL PRELUDIO ALLA PRESA DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA? L'ANNUNCIO DELL'OFFERTA DI BANCO BPM SULLA SOCIETÈ DI GESTIONE DEL RISPARMIO ECCITA ANALISTI E MERCATI: “È LA MOSSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO” – CHE FARANNO GLI ALTRI AZIONISTI (POSTE, CALTAGIRONE,FSI)? E CHE FINE FARANNO GLI ACCORDI CON GLI ALTRI DISTRIBUTORI, COME MPS, CHE COPRE IL 16% DELLE MASSE DI ANIMA? A PROPOSITO DEL "MONTE", L'OPA POTREBBE ESSERE IL PRIMO PASSO PER PAPPARSI LA BANCA SENESE, CHE LO STATO DEVE VENDERE...
-Estratto dell’articolo di Luca Davi per “il Sole 24 Ore”
All’indomani dell’annuncio dell’Opa da 1,6 miliardi di BancoBpm su Anima, la Borsa fa i conti e ragiona sui potenziali effetti sul mercato. Il primo dato […] è la reazione brillante di entrambi i titoli.
Se l’andamento fortemente al rialzo per la Sgr oggetto dell’offerta (+11%) era infatti prevedibile […], meno annunciato era il balzo dell’offerente piazza Meda, il cui prezzo è salito del 9%. Prova, evidentemente, che gli investitori danno credito al progetto industriale e alle attese di incremento di redditività prospettate post-acquisto.
BancoBpm mette sul tavolo fino a 1,6 miliardi per comprare cash il 77,6% del capitale di Anima Sgr - realtà di cui già controlla il 22,38%, attraverso la sua controllata Bpm Vita. L’offerta sarà valida se otterrà almeno il controllo - pari al 66,67% - e la possibilità di applicare il cosiddetto Compromesso danese, un meccanismo prezioso ai fini patrimoniali, che consente alle banche che detengono assicurazioni di acquisire partecipazioni riducendo l’assorbimento del capitale regolamentare, evitando doppi conteggi.
I vantaggi […] sono chiari. Anzitutto perché acquisendo la più grande società di asset management indipendente, la banca […] diversifica i ricavi e fa leva maggiormente sul flusso commissionale, peraltro in uno scenario di futura riduzione dei tassi di interesse.
E qua le previsioni sono per un «significativo» miglioramento della performance di BancoBpm, con un aumento dell’utile per azione del 10% e un rialzo del Rote (return on tangible equity) a oltre il 17 per cento. Il tutto a fronte di un prezzo contenuto sul lato patrimoniale, visto che il Cet 1 dovrebbe ridursi di soli 30 bps. Da qua il giudizio lusinghiero degli analisti, che definiscono quella di BancoBpm «una mossa giusta al momento giusto», come evidenziavano gli analisti di Exane Bnp Paribas.
Ora si attende la reazione di Anima. Stamattina è atteso il board della Sgr, che dovrà esaminare l’offerta e selezionare gli advisor che l’accompagneranno nel processo. Nella city milanese si guarda con insistenza a Goldman Sachs, BofA Merrill Lynch, Equita e Vitale, che già in passato sono stati vicini alla Sgr.
Difficile che l’offerta non venga valutata «amichevole», come subito sottolineato dal ceo di BancoBpm Giuseppe Castagna. […] C’è poi da capire l’atteggiamento degli azionisti. Se per Poste Italiane (11,95%) la partecipazione in Anima non è più strategica da tempo, Fsi (9,77%) e Francesco Gaetano Caltagirone (3,5%) potrebbero vedere nell’Opa un’occasione per fare cassa con una buona plusvalenza.
Castagna ha aperto la porta al dialogo con gli azionisti e si è detto «contento se gli attuali azionisti volessero rimanere nell’azionariato». Insomma, se la logica industriale è forte, a pesare sono anche le potenziali incognite, la principale delle quali è rappresentata dalla tenuta degli accordi commerciali con gli altri distributori, in particolare Mps (che copre il 16% delle masse di Anima) e Poste (13%).
Che cosa succederà una volta che Anima diventerà società interamente in mano a una sola banca? Il tema del delisting (o meno) non è trascurabile in questo senso, perché darebbe garanzie ai partner. Castagna è comunque convinto che «c’è tutto il tempo» per ragionare sui contratti di distribuzione che sono comunque «a lungo termine».
La partnership con Mps, che ha scadenza nel 2030, non prevede la clausola di «change of control», quindi anche in caso di riassetto azionario non ci sarebbero impatti formali. Quella su Poste, che pur prevede invece la clausola del cambio di controllo, non la prevede su BancoBpm. Quindi i contratti sono di fatto blindati.
[...] Il destino di Anima si intreccia peraltro anche, potenzialmente, con quello di Mps, che resta sullo sfondo. Soprattutto in una fase delicata come quella attuale, in cui il Governo italiano deve cedere una quota di Siena, magari con l’ambizione di un nuovo polo bancario di grandi dimensioni, dopo Intesa e UniCredit. La mossa di BancoBpm su Anima (che a sua volta detiene lo 0,9% di Mps) riaccende inevitabili speculazioni su un possibile risiko.
BancoBpm, che avrebbe il merito di garantire l’italianità di Anima difendendola da altre mire, potrebbe essere visto come il soggetto giusto per guidare poi l’aggregazione con Siena. E il progetto Anima genererebbe maggiori sinergie se le reti BancoBpm-Mps fossero combinate. Ma è vero che il ceo Castagna ha sempre allontanato questa ipotesi. A maggior ragione ora che il focus è tutto rivolto ad Anima.