LA RESURREZIONE (FINANZIARIA) DI TRUMP – SULL'ORLO DEL FALLIMENTO PER LE SPESE GIUDIZIARIE, LE MULTE E LE CAUZIONI DA PAGARE, IL TYCOON QUOTA IN BORSA LA “TRUMP MEDIA & TECHNOLOGY GROUP”, CHE POSSIEDE IL SUO SOCIAL TRUTH – IL PREZZO DELLE AZIONI SCHIZZA IN ALTO DEL 30% E PORTA IL VALORE DELLA SOCIETÀ A 9 MILIARDI DI DOLLARI: LE QUOTE IN MANO ALL’EX PRESIDENTE VALGONO 5 MILIARDI…
-Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Risorto politicamente (sconfitto da Biden e dopo l’assalto al Congresso dei suoi fan, nel 2021 Donald Trump sembrava ormai fuori da tutto) e anche sul piano giudiziario (le incriminazioni che potevano portarlo dietro le sbarre sono invece diventate carburante per la sua campagna elettorale), l’ex presidente tenta, per ora con successo, anche una resurrezione finanziaria con una mossa che ha dell’incredibile: The Donald quota in Borsa sé stesso.
Fino a qualche giorno fa l’uomo che si è sempre dichiarato enormemente ricco, salvo finire quattro volte in bancarotta, sembrava sul punto di portare i libri in tribunale per la quinta volta, non potendo pagare le fidejussioni relative alle sue condanne civili per danni. Ma ieri, con queste penalità appena drasticamente ridotte a livelli per lui assai più sostenibili, Donald John Trump si è quotato al Nasdaq, la borsa tecnologica Usa, con una società identificata nel listino con le sue iniziali: DJT. […]
Stavolta […] i sottoscrittori investono in una società il cui patrimonio è il seguito politico che un vasto popolo di seguaci garantisce all’ex presidente repubblicano.
Azionisti che puntano, a valori molto elevati, su un suo ritorno alla Casa Bianca: la nuova azienda (Trump Media & Technology Group) creata dalla fusione tra la Digital World Acquisition (un veicolo finanziario senza valore intrinseco messo in piedi da amici di Trump) e la sua piattaforma di comunicazione Truth Social (che fin qui ha messo insieme appena 5 milioni di dollari di pubblicità e solo 8 milioni di utenti, con 10,6 milioni di perdite e debiti per 40 milioni) è stata offerta al mercato a un valore di 6,8 miliardi.
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Ma gli investitori-tifosi di The Donald hanno deciso che Trump vale di più: nelle prime contrattazioni il prezzo è salito del 30% portando il valore della società a 9 miliardi e la quota di spettanza dell’ex presidente (60%) a 5 miliardi. Certo, per ora è solo carta: se non verrà eletto, il valore della DJT potrebbe anche precipitare verso lo zero. E lui non può vendere le sue azioni per sei mesi. A meno di non essere autorizzato dal board. Che è composto di sette membri: il figlio Donald Jr. e altri suoi stretti collaboratori.