REVOCA IN TOTO! – IL GOVERNO HA REVOCATO LA CONCESSIONE DELLA STRADA DEI PARCHI AL GRUPPO TOTO: LA A24 E LA A25 TORNANO IN CAPO ALLO STATO – ERA UN ESITO SCONTATO DOPO LA LETTERA DI MAGGIO IN CUI LA STESSA FAMIGLIA TOTO AVEVA CHIESTO IL RECESSO (E 2,4 MILIARDI DI DANNI), DOPO LA BOCCIATURA DELL’ENNESIMO PIANO ECONOMICO E FINANZIARIO – TRA MANCATI INVESTIMENTI IN SICUREZZA E TARIFFE ALTE, DI SICURO GLI AUTOMOBILISTI CHE PERCORRONO LA STRADA CHE DA ROMA PORTA A TERAMO E PESCARA NON LI RIMPIANGERANNO…
-Marco Morino per “Il Sole 24 Ore”
Scossone nel settore delle autostrade italiane. Il gruppo Toto non è più il concessionario di Strada dei Parchi (SdP), la società che gestisce le autostrade A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Pescara). La concessione torna in capo allo Stato. La revoca è stata decisa ieri dal Consiglio dei ministri. Una decisione che rischia di innescare un contenzioso durissimo tra le parti.
La nota del ministero
In serata una nota del ministero delle Infrastrutture (Mims) chiarisce: «Il Cdm ha approvato il decreto legge che dà efficacia immediata alla risoluzione della convenzione del 18 novembre 2009, sottoscritta tra Anas e Strada dei Parchi. Tale provvedimento tiene conto degli esiti della procedura per grave inadempimento, attivata a dicembre 2021 dalla direzione generale del Mims, in considerazione delle molteplici criticità riscontrate nella gestione dell’autostrada, compreso l’inadeguato stato di manutenzione.
Il decreto legge - prosegue la nota - dispone l’immediato subentro di Anas nella gestione dell’autostrada che, per assicurare la continuità dell’esercizio autostradale, potrà avvalersi di tutte le risorse umane e strumentali attualmente impiegate, tra cui il personale di esazione, quello impiegato direttamente nelle attività operative e le attrezzature, automezzi e macchinari necessari ad assicurare il servizio.
È inoltre previsto che l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) avvii un piano di ispezioni per verificare le condizioni di sicurezza dell’intera infrastruttura autostradale. Per gli utenti è esclusa ogni ulteriore variazione delle tariffe, che rimangono invariate per il futuro rispetto a quelle del 2017».
Il decreto legge contempla, inoltre, misure per la regolazione dei rapporti con il concessionario decaduto in relazione all’indennizzo spettante in base alla normativa vigente, fatto salvo il diritto al risarcimento dei danni a favore del Mims. Dice Stefano Patuanelli, ministro Cinquestelle delle Politiche agricole: «È una decisione storica. Finalmente si riequilibra il potere tra i concessionari e lo Stato».
Un esito annunciato
Un esito in qualche modo annunciato, dopo la lettera inviata, lo scorso mese di maggio, dal gruppo Toto ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, nella quale Strada dei Parchi aveva chiesto al concedente di avviare le procedure per il recesso e la cessazione anticipata della concessione ai sensi dell’articolo 11.11 della convenzione stessa.
Nella lettera SdP aveva quantificato in 2,4 miliardi l’indennizzo richiesto allo Stato per la risoluzione anticipata del contratto, come previsto dalla concessione la cui scadenza naturale era fissata al 2030. Una mossa clamorosa, maturata dopo la bocciatura (da parte del Cipess) dell’ennesimo Piano economico e finanziario (Pef), cioè lo strumento per mettere in sicurezza i 280 chilometri di autostrada dal rischio terremoti e adeguare l’infrastruttura, che collega il Tirreno all’Adriatico, alle nuove normative europee e nazionali.
Uno stallo che paradossalmente è iniziato con la ratifica di un’urgenza da parte del Parlamento: dall’approvazione della legge 228/2012 che stabiliva che A24 e A25 fossero considerate strategiche ai fini di protezione civile e quindi andavano urgentemente messe in sicurezza.
Per questo era indispensabile l’approvazione di un nuovo Pef che consentisse il necessario adeguamento sismico, la messa in sicurezza dei viadotti e il rinnovo degli impianti di sicurezza in galleria, nonché tariffe sostenibili per l’utenza. Da allora non sono servite 18 proposte avanzate dal concessionario e una sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19), che imponeva l’adozione di tale Pef entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019.
La reazione di SdP
Per arrivare a questa svolta clamorosa il governo ha però scelto non di dar seguito alla procedura avviata dalla società dei Toto ma di attuare quell’articolo 35 che fu evocato per Aspi dopo il crollo del Ponte Morandi. Ed è questo che fa dire a Strada dei Parchi che si tratta di «un sopruso contro il quale reagiremo in tutte le sedi».
Spiega la società del gruppo Toto: «Peccato che nel caso di Genova, a torto o a ragione, l’art. 35 non sia stato usato, nonostante le reiterate minacce di farlo a fronte dell’indignazione dell’opinione pubblica scossa dalle conseguenze tragiche dell'accaduto. Mentre lo si pretende di applicare a SdP, soltanto in base all’asserito presupposto, immaginato dal ministero senza alcun elemento probante, che prima o poi possa accadere un qualche incidente».