IL RISULTATO DI AVER REGALATO UN’AZIENDA STRATEGICA AI FRANCESI: VIVENDI TIENE BLOCCATO IL DOSSIER RETE UNICA – BOLLORÈ CASSA LE OFFERTE DI CDP E KKR: “LA RETORICA PER CUI TIM DEBBA VENDERE LA RETE PER SOPRAVVIVERE VA SMENTITA FORTEMENTE, ESISTONO ALTRI PIANI” – NELL’ULTIMO RILANCIO, GLI AMERICANI AVEVANO OFFERTO 23 MILIARDI, MENTRE VIVENDI NON SI SMUOVE DA 30 – IERI COMITATO NOMINE PER INDIVIDUARE IL SOSTITUTO DI DE PUYFONTAINE NEL BOARD: IN POLE C’È LUCIANO CARTA, MA PROBABILMENTE GLI SARANNO AFFIANCATI ALTRI NOMI…
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1. TIM IN BORSA -1,5% DOPO I RILANCI E LA BOCCIATURA DI VIVENDI
(ANSA) - Tim negativa in Borsa dopo i rilanci di Kkr e Cdp-Macquarie per Netco e la bocciatura da parte del socio Vivendi, che li ritiene "inconsistenti" sostenendo che si possa "chiudere in modo definitivo la 'stagione delle offerte'". A Piazza Affari Tim cede l'1,5% a 0,24 euro.
2. VIVENDI CASSA LE OFFERTE PER LA RETE TIM. COMITATO DI DOMENICA PER DECIDERE SUL NUOVO CONSIGLIERE
Tobia De Stefano per www.veritaeaffari.it
Domenica campale in casa Tim con una riunione del comitato nomine e remunerazione che ha sul piatto il lavoro dall’head hunter per individuare una rosa di nomi all’interno della quale scegliere il sostituto del dimissionario ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.
In pole position c’è l’ex presidente di Leonardo, Luciano Carta, […] ma molto probabilmente alla candidatura di Carta verranno affiancate altre due figure alternative.
Il vertice domenicale e il fatto che a quanto risulta a Verità&Affari alla riunione fossero presenti solo i membri del comitato nomine presieduto da Paola Bonomo […] fa capire la rilevanza che sta assumendo la scelta del 15esimo consigliere dell’incumbent.
Mercoledì 14 giugno è infatti prevista la cooptazione che diventerà fondamentale anche per i prossimi appuntamenti sul dossier rete. Il 19 è previsto un primo consiglio di amministrazione per valutare le nuove offerte arrivate dal fondo americano Kkr e dalla cordata formata da Cdp e Macquarie e il 22 un secondo round che dovrà prendere una decisione. Al momento sembra esserci grande equilibrio tra le posizioni dei vari membri del cda e quindi la scelta del sostituto di de Puyfontaine potrebbe rivelarsi decisiva.
[…] Il consiglio di amministrazione di Tim scade a fine anno e sarà interessante capire la caratura delle nuove figure che andranno a contrapporsi all’ex presidente dell’Aise, Luciano Carta.
Il no dei francesi
Torniamo alle offerte. Non tutti i dettagli dei rilanci sono noti, ma Vivendi, che aveva fissato l’asticella del valore della rete a quota 31 miliardi, ha già fatto sapere di non ritenerli congrue.
Fonti vicine al colosso transalpino dei media […] hanno fatto sapere di “considerare finalmente chiusa la stagione delle offerte. I rilanci – viene spiegato – appaiono inconsistenti, e il consiglio di amministrazione ha già bocciato offerte sostanzialmente uguali a queste ultime. […] La retorica per cui Tim debba vendere la rete per sopravvivere va smentita fortemente perché esistono altri piani che raggiungono lo stesso obiettivo con meno sforzo economico”.
[…] le stesse fonti evidenziano che “a prescindere dalle cifre, qualsiasi scelta che non tenga conto della sostenibilità della futura Tim è da considerarsi un colpevole fallimento a detrimento dell’azienda, dei suoi dipendenti e dei suoi azionisti. E’ necessario aprire un nuovo capitolo con una visione strategica industriale e non puramente finanziaria. Per fare ciò occorre un cambio di passo deciso”.
Più che sull’offerta di Cdp e Macquarie, che avrebbero sostanzialmente lasciato invariato la parte economica (19,3 miliardi), puntando sull’avvio di un percorso in comune con Tim per rimuovere gli ostacoli Antitrust derivanti dal fatto che gli stessi due gruppi hanno il 100% (60 e 40%) di Open Fiber (la società che a fatica sta posando la fibra nel Paese), sotto i riflettori è finita la proposta di Kkr.
Il fondo Usa infatti avrebbe messo sul piatto 23 miliardi. I due miliardi aggiuntivi rispetto ai 21 dell’ultima giro di proposte (4 maggio) sarebbero, però, legati a vincoli e a determinate condizioni relative alla struttura del deal. E da quello che trapela a Vivendi interessa capire il cash effettivo che si “nasconde” dietro le due non-binding offer.