ROUSSEAU A DENARI - “LA VERITÀ” PUBBLICA I CONTI SEGRETI DI CASALEGGIO, CHE VENGONO ALLA LUCE DALL’INCHIESTA DI MILANO SU MOBY. DAVIDE NON È INDAGATO, A DIFFERENZA DI GRILLO NON AVREBBE POTUTO ATTIVARSI PER FAR OTTENERE PROVVEDIMENTI FAVOREVOLI A ONORATO. CIÒ NON GLI HA IMPEDITO DI INCASSARE, DAL 2018 AL 2021, 600MILA EURO ALL’ANNO – LA MISTERIOSA "MERITA SRL", PHILIP MORRIS, DELIVEROO, NEXI, LOTTOMATICA: TUTTE LE AZIENDE CHE HANNO VERSATO SOLDI AL FIGLIO DI GIANROBERTO E I DUBBI DEGLI ANALISTI SUI RAPPORTI CON IL M5S -
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Giacomo Amadori per "la Verità"
Quando gli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano hanno bussato alla porta della filiale di una delle più importanti banche italiane era novembre. Le Fiamme gialle avevano con sé un ordine di esibizione di atti e documenti firmato dalla pm Cristiana Roveda.
I risk manager dell'istituto hanno capito che esisteva un procedimento penale e, mentre gestivano la richiesta degli inquirenti, hanno individuato «un'operatività potenzialmente sospetta» che hanno deciso di segnalare all'Antiriciclaggio della Banca d'Italia.
Questo accadeva il 21 gennaio, tre giorni dopo le perquisizioni effettuate nelle sedi della Casaleggio associati e della Grillo srl. Il rapporto dei funzionari ricostruisce per la prima volta in modo esaustivo gli affari della Casaleggio («società operante nel settore della consulenza aziendale ricollegabile a movimento politico»), indicando tutti principali clienti dell'azienda e i suoi consulenti.
Gli analisti ricordano che Davide Casaleggio è presidente, legale rappresentante e socio di maggioranza (65 per cento) dell'azienda che «dal 2015 al 2021 si è occupata del blog di Beppe Grillo, partecipando alle dinamiche di aggregazione e sviluppo favorite dall'online, che hanno portato alla fondazione e successivo percorso politico del Movimento 5 stelle».
Il conto è stato acceso nel 2005 e i funzionari hanno verificato che «viene alimentato con bonifici provenienti da società terze a titolo di pagamento fatture e prestazioni professionali». Ed ecco la prima stoccata: «Tra queste emergono operazioni che, per importo e controparti, appaiono poco coerenti con l'attività svolta dalla società cliente soprattutto in relazione ai rapporti con il Movimento politico M5s». In questi anni diversi giornalisti hanno provato a ricostruire i business della ditta, prendendo un'informazione di qua e una di là.
Ma per la prima volta, grazie a questa segnalazione di operazione sospetta, è possibile avere un quadro ben delineato della situazione. Infatti i bancari hanno controllato i conti dal gennaio 2019, cioè dall'epoca del primo governo Conte, quello gialloblù, e sono arrivati ai giorni nostri, anche se i movimenti più interessanti sono quelli che si fermano all'aprile del 2021 quando il sodalizio tra il Movimento e la Casaleggio con la sua piattaforma Rousseau si è interrotto definitivamente.
Nel decreto di perquisizione era citato il contratto tra l'azienda milanese e la Moby dell'armatore Vincenzo Onorato. Un accordo sottoscritto il 7 giugno 2018 (primo governo Conte) e durato sino 7 giugno 2021 (quando si era appena consumata la rottura con il Movimento) che ha portato la Casaleggio a incassare 600.000 euro annui più Iva e premi vari.
Il procedimento milanese nasce da una costola di quello sul fallimento della Moby dove erano confluite le chat di Onorato con politici di schieramenti diversi sequestrate nell'inchiesta fiorentina sulla fondazione Open riconducibile a Matteo Renzi.
I pm hanno iscritto Grillo e non Casaleggio perché il primo si sarebbe attivato per far ottenere provvedimenti governativi favorevoli all'amico Onorato, mentre il secondo non si sarebbe mosso. «Io non firmo decreti, né voto leggi e non ho mai fatto ingerenze» ha ribadito il figlio di Gianroberto, negando ogni possibile conflitto di interessi. In ogni caso il testo di una vecchia Sos ipotizzava che il pagamento dei 600.000 euro fosse «il tentativo di sensibilizzare una forza politica di governo a sostenere la campagna per modificare le norme sull'imbarco dei marittimi sulle navi italiane».
I migliori clienti della Casaleggio, nell'ultima segnalazione, risultano i produttori di sigarette della Philip Morris. Mentre la British american tobacco cercava, a colpi di donazioni, di portare dalla propria parte il mondo renziano, la Philip Morris si rivolgeva alla società più vicina ai grillini, inviando, a partire dal gennaio del 2019, bonifici per 1.473.906 euro. Su questi rapporti la Procura di Milano ha aperto un fascicolo ancora in fase di indagine.
Nell'estratto conto della Casaleggio vengono evidenziati anche i già citati pagamenti della Moby per 642.640 euro, ma soprattutto i 389.790 provenienti dalla Merita srl.
Su quest' ultima azienda su Internet si trova poco o nulla. Con questo nome sulla banca dati delle Camere di commercio c'è una sola società attiva, si occupa di assistenza alle imprese ed è di proprietà di due commercialisti.
Nel 2019 il fatturato è stato di 318.000 euro e nel 2020 è salito a 424.000; gli utili, invece, sono scesi da 23.000 a 2.000 euro. Tra i costi di produzione la voce più consistente è quella per i servizi, che nel 2019 e nel 2020 hanno pesato per 428.000 euro, una somma quasi sovrapponibile a quella che la ditta avrebbe corrisposto alla Casaleggio.
Nella lista, che comprende chi ha inviato «bonifici di ingente importo e spesso caratterizzati da importo tondo» anche due aziende genovesi: la Asg superconductors spa (172.665 euro), leader mondiale nella produzione di magneti, e la Spinelli srl, con ogni probabilità azienda del gruppo dell'omonimo imprenditore del settore dei trasporti e dei terminal portuali (261.577 euro).
Aldo Spinelli nella sua carriera ha fatto anche politica in prima persona con il centrosinistra in quota socialista. È stato un fan di Bettino Craxi, ma ha avuto anche grande feeling con l'ex potente ministro Dc Giovanni Prandini. Ma, da buon imprenditore, si dice «amico di tutti» e per questo è passato dal frequentare l'associazione del piddino Claudio Burlando, Maestrale, a quella di Giovanni Toti, Change.
L'elenco prosegue con la Pfe spa (141.520 euro), azienda romana che si occupa di pulizie e sanificazione, con la Lottomatica (119.341), che opera nel settore del gioco legale su concessione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, con l'impresa di costruzioni Impreme spa (72.200) e con il gruppo Edico, cooperativa napoletana fornitrice di materiali da costruzione (69.052). Pagamenti, ma di «importi meno evidenti», sono arrivati anche da Deliveroo, Dedalus, Flixbus, Moleskine, Nexi, Poste italiane, Minerva picture. «
Si tratta di realtà operanti in settori merceologici diversi e in alcuni casi titolari di licenze statali, che potrebbero essere interessate da provvedimenti del governo, formato anche da esponenti del M5s» ribadiscono gli analisti. Che in un altro passaggio sottolineano il concetto dell'interessamento a «potenziali interventi governativi». Ma le sorprese non sono finite. Si legge nella segnalazione: «Tra gli accrediti emergono anche dei bonifici esteri tra cui emerge la controparte Studio Rebus Shpk (totale 161.780), società di architettura e design albanese che ha gestito progetti anche in Italia».
Su sito si trovano, per esempio, i progetti per un centro commerciale e una sede della Ascom. La segnalazione registra anche le uscite per spese come utenze, stipendi, canoni di locazione, carte ricaricabili. Ma non solo. La nota evidenzia i bonifici a società o persone fisiche «operanti nel medesimo settore» della Casaleggio. L'elenco è piuttosto lungo: Fattoretto agency, Binoocle institute, Linkdesign, Petercom srl, Visverbi, Giustino Mucci, Nicola Attico, Stefania Francesco e altri.
«Degne di nota sono le operazioni in favore della Noesi srl, società di consulenza specializzata in attività di pubblic affair, lobbying e communication (225.041 euro), iscritta presso il registro dei rappresentanti di interessi della Camera dei deputati». La Noesi, nata nel 2015, appartiene a Ignazio Maria Sestili e al figlio Claudio. Il genitore è stato direttore generale della Agecontrol, agenzia pubblica per i controlli e le azioni comunitarie. Sul conto della Casaleggio vengono evidenziate le entrate provenienti dalla piattaforma Stripe (340.500 euro) con accrediti di importo oscillante da un minimo di 8,62 euro a un massimo di 5.869,39 euro.
Si tratta di soldi raccolti in rete, non sappiamo se come fundraising o ad altro titolo. In uno dei report annuali della Casaleggio associati, uno degli esperti chiamati a parlare era proprio il country manager della Stripe. Argomento: i pagamenti digitali.
Nel frattempo i conti della società sono in sofferenza, soprattutto dopo la chiusura traumatica del rapporto con i grillini. Già nel 2020 il fatturato era passato da 2,2 milioni a 1,8. E, in un anno, i 100.000 euro di utili sono diventati 320.000 euro di passivo. Un quadro a cui si è aggiunto il problema del Covid, che, si legge nel bilancio «ha avuto un impatto sull'organizzazione del lavoro e sugli effetti economici futuri non ancora prevedibili allo stato attuale».