L’ULTIMO BOIARDO DI STATO - GIUSEPPE BONO SI FERMA A 59 ANNI DI ONORATA CARRIERA NELLE AZIENDE PUBBLICHE: DA OPERAIO DICIOTTENNE ALLA OMECA FINO AL VENTENNIO ALLA GUIDA DI FINCANTIERI. QUANDO È ARRIVATO L’AZIENDA ERA BOLLITA, ORA HA OTTIMI BILANCI E ORDINI PER 36 MILIARDI - NON SONO BASTATI GLI OTTIMI RAPPORTI BIPARTISAN A CONFERMARLO ALLA GUIDA DEL COLOSSO DELLA CANTIERISTICA - L’INTERVISTA ALL’ESPRESSO: “HO SEMPRE OBBEDITO ALLO STATO, NON AI PARTITI. IL PROBLEMA ERA LA MIA CARRIERA”

-


giuseppe bono nel 2001

“IL PROBLEMA ERA LA MIA CARRIERA. NON LA POSSO CEDERE AD ALTRI, PURTROPPO. ANZI, NE VADO FIERO” - DOPO CHE IL GOVERNO HA DECISO DI NON RINNOVARLO AL VERTICE DI FINCANTIERI, DOPO 20 ANNI, GIUSEPPE BONO SI TOGLIE QUALCHE SASSOLINO DALLE FREGATE: “HO SEMPRE OBBEDITO ALLO STATO, NON AI PARTITI. E CON IL PONTE DI GENOVA HO SALVATO ENTRAMBI" - "QUANDO SONO ARRIVATO L’AZIENDA ERA UN DISASTRO, ERA IN VENDITA. IL GOVERNO NON SAPEVA CHE FARSENE. OGGI HA UN OTTIMO BILANCIO E ORDINI PER 36 MILIARDI DI EURO. IO LASCIO QUESTA DOTE E I MIEI MIGLIORI AUGURI..."

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-problema-era-mia-carriera-non-posso-cedere-ad-altri-307334.htm

 

FINCANTIERI

La resa dell'ultimo boiardo, Bono senza poltrona dopo 59 anni

Massimo Minella per www.repubblica.it

 

L’anno prossimo sarebbero stati 60. E invece Giuseppe Bono si dovrà fermare a 59. 59 anni nelle aziende pubbliche, da operaio diciottenne alla Omeca (joint venture fra Finmeccanica e Fiat) alla ventennale guida di Fincantieri. Il suo ultimo tentativo di restare in sella, chiedendo alla politica di difenderlo e di mantenergli il posto di amministratore delegato, è naufragato contro la scelta di discontinuità del governo Draghi.

 

Giuseppe Bono

Esce così di scena un manager settantottenne che da parecchi anni si era conquistato l’appellativo di “ultimo boiardo di Stato”, termine che Bono ha sempre accolto quasi con soddisfazione, condividendone lo spirito. Se infatti i boiardi erano i servitori dello zar, lui è stato tutta la vita un servitore dello Stato.

 

pierroberto folgiero maire tecnimont

Lo ha ripetuto anche ieri a Roma ai suoi collaboratori, quando la notizia dei nuovi vertici di Fincantieri è diventata pubblica. «Sono sereno — ha spiegato — per me parlano i risultati». La politica ieri lo ha ringraziato in maniera trasversale, dalla Serracchiani (Pd) a Leu (Fassina), fino alla Lega (Salvini). D’altra parte, per uno che è passato indenne dalla Prima alla Seconda Repubblica, dialogare con i partiti è stata un’esigenza. Dal Psi di Craxi alla Lega di Bossi, a quella di Salvini, dal Pd ai 5 Stelle, non c’è stata forza politica con cui non si sia confrontato.

CLAUDIO GRAZIANO

 

Questa volta però non è servito a restare in pista per un altro giro di valzer e ottenere il settimo rinnovo da amministratore delegato. Con l’assemblea di maggio si chiuderà così un lungo capitolo iniziato addirittura nel 1963 quando Giuseppe Bono, “Peppino”, lascia la Calabria e si trasferisce al Nord, a Torino.

 

giuseppe bono nel 2001

È un emigrante che, tentato dalla strada del seminario, con una fede profonda che gli è compagna da tutta la vita, lascia invece gli studi e si mette a lavorare come operaio. Un appartamento diviso con altri, la fabbrica, ma presto anche la ripresa degli studi. Dopo il diploma alle serali, Bono si iscrive a Economia, laureandosi nel 1970. Fino al ’71 resta in Omeca, poi passa in Efim, impiegato, dirigente, direttore. Le offerte dei privati non gli interessano. È il pubblico il suo mondo. L’apice della sua carriera sembra arrivare nel 2000, quando gli affidano Finmeccanica. Ma l’incarico dura due anni e Bono viene sostituito.

giuseppe bono

 

Per lui si apre la porta di Fincantieri, gemella povera di Finmeccanica, che nelle crociere sta dietro al colosso coreano Stx e ai cantieri finlandesi di Turku. Succede però che Finmeccanica restringe il suo perimetro (via l’energia, i trasporti, i sistemi industriali), mentre Fincantieri allarga i mercati, rileva aziende e diversifica le attività.

 

Arrivano così l’acquisto di tre cantieri negli Usa, che aprono le porte del mercato della difesa navale americana, la quotazione in Borsa e gli accordi con i francesi, per creare il colosso europeo della difesa. Il manager punta ai cantieri di Saint Nazaire, che Stx aveva rilevato, ma si trova l’ostruzione dello Stato francese e viene stoppato.

stx

 

Con la Francia però Bono firma la nascita di Naviris, cantieristica militare, e inizia il dialogo con i tedeschi di ThyssenKrupp. Vita pubblica frenetica, ma nessuna mondanità. Bono non frequenta i salotti, trascorre qualche giorno di vacanza a Tropea e ama soprattutto la sua villetta a schiera di Tagliacozzo, in Abruzzo, dove si ritira con la famiglia e si dedica alle sue passioni, la lettura di libri e giornali e la Juventus, che segue fin da ragazzo.

Giuseppe Bono

 

Sul tavolo di Fincantieri, Bono lascia una strategia di alleanze internazionali e una crescita nei settori diversificati, a cominciare dalle Infrastrutture che hanno portato il gruppo a costruire ponti (come il viadotto nato dopo il crollo del Morandi a Genova), ma anche ospedali e stadi.

GIUSEPPE BONO MATTEO SALVINI
CORVETTA FCX 30 - FINCANTIERI
giuseppe bono inaugurazione nuovo ponte di genova
FINCANTIERI - LA FREGATA PER US NAVY
FREGATE FINCANTIERI
Fabrizio Palermo Giuseppe Bono
Giuseppe Bono