C’È LO ZAMPINO DELLA FRANCIA DIETRO LO STOP EUROPEO AL MATRIMONIO ITA-LUFTHANSA – L’OK DELL'ANTITRUST DI BRUXELLES ALL’ACCORDO TRA LA COMPAGNIA ITALIANA E LA TEDESCA SLITTA PER LE PRESSIONI DI AIR FRANCE, CHE TEME DI PERDERE QUOTE DI MERCATO NELLE ROTTE TRANSOCEANICHE – L'OPERAZIONE DOVREBBE CHIUDERSI ENTRO FINE ANNO. MA CI SONO ALCUNI NODI: ROTTE E SLOT SOVRAPPOSTI, RISCHIO DI MONOPOLI IN DIVERSI AEROPORTI, PERICOLO DI NON GARANTIRE LA CONCORRENZA…
-1 - LUFTHANSA IRRITATA CON L'UE PER I RITARDI SU ITA LE PRESSIONI DI AIR FRANCE DIETRO I RALLENTAMENTI
Estratto dell'articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”
Più che Bruxelles, a frenare il matrimonio tra Ita e Lufthansa sarebbe Air France. Parigi sta chiedendo all'Antitrust europea garanzie non tanto sul traffico continentale, quanto sulle più redditizie rotte transoceaniche. L'accordo tra l'ex compagnia di bandiera tricolore e i tedeschi, infatti, darebbe una posizione di maggior rilievo al gruppo che potrebbe contare su diversi voli di linea diretti da diversi centri nevralgici dell'Europa.
Una ramificazione che Air France teme da sempre, motivo per cui a più riprese ha messo nel mirino prima Alitalia e poi Ita. La trattativa per Ita, però, è naufragata sotto la procedura europea – poi chiusa – per aiuti di Stato durante la pandemia Covid.
«La sensazione – si lascia scappare una fonte vicina al dossier - è che oggi a Bruxelles pesino di più le preoccupazioni di Air France che gli interessi di Roma e Berlino per chiudere la partita su Ita. Peraltro come richiesto proprio dalla Ue».
E altri fonti vicino al dossier rivelano che a Francoforte lo stupore e l'irritazione siano identici a quelli della premier, Giorgia Meloni, che domenica dal G20 di Nuova Delhi ha detto: «È curioso che la Commissione blocchi la soluzione al problema Ita». Anche perché la privatizzazione di Ita ha seguito tutti i desiderata di Bruxelles, a cominciare dal dpcm del governo Draghi di gennaio 2022.
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Ma a complicare le relazioni ci sarebbe anche il ruolo "passivo" della Commissione che non avrebbe elencato i nodi da sciogliere, ma li comunicherebbe di volta in volta alle parti in causa. «In un'Europa dei cieli fondata sulle alleanze, dove gli inglesi stanno con gli spagnoli e i francesi con gli olandesi, non si capisce perché gli italiani non possano stare con i tedeschi. Forse perché Parigi ha un maggiore peso specifico a Bruxelles» dice un manager che ha seguito il dossier dall'inizio del suo percorso.
Lufthansa punta a chiudere l'operazione entro fine anno, così come aspettano i tanti dipendenti in cassa integrazione. […]
2 - ROTTE DA TAGLIARE E MENO SLOT LA TRATTATIVA ITA-LUFTHANSA SI ALLUNGA E SPAVENTA ROMA
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
Il rischio antitrust e la grande paura del governo italiano.
Nella fusione Ita-Lufthansa si giocano due partite separate. O meglio con due interessi diversi. Quello di Palazzo Chigi è di chiudere e dimenticare rapidamente la “grana” dell’ex Alitalia. Quello di Bruxelles è di non venire meno alle regole del mercato. Risultato: un nuovo scontro tra l’esecutivo Meloni e la Commissione. Che apre un nuovo fronte ed espone la squadra meloniana all’accusa di seguire di nuovo una linea antieuropeista.
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«Il piano industriale di ITA — si legge nel documento trasmesso due anni fa a Bruxelles per avere il via libera alla nascita della nuova compagnia — dimostra che ITA sarà una compagnia aerea redditizia, che attuerà una strategia commerciale basata su una rete di rotte ridotta e redditizia, su una maggiore efficienza in termini di costi». Cosa è cambiato?
Il secondo aspetto è più importante: rotte e slot sovrapposti, rischio di monopoli in diversi aeroporti, pericolo di non garantire la concorrenza sui prezzi dei biglietti e quindi di non tutelare i viaggiatori. Soprattutto a Fiumicino e Linate la presenza di Ita, Lufthansa e di tutte le compagnie alleate (Brussels Airlines, Austrian Airlines etc) possono determinare una situazione di quasi monopolio almeno su alcune rotte. Su questo si sta concentrando l’attenzione degli uffici.
E lo stanno facendo in particolare con i “delegati” di Lufthansa. Perché? Perché è l’azienda più grande e quella che compra. Per questo, a Palazzo Berlaymont insistono nel sottolineare che si tratta di una operazione complessa che richiede tempo. Proprio come è accaduto in casi analoghi. E il problema sono più i tedeschi di Lufthansa che non gli italiani di Ita.
Tutto questo sta gettando nel panico il governo di Roma. La grande paura è ritrovarsi a gennaio con la “grana” Ita ancora aperta. Non si tratta solo della tempistica. Se la Commissione dovesse imporre tagli alle rotte e agli slot, o il ridimensionamento di Fiumicino e Linate, le conseguenze potrebbero riversarsi sulla campagna elettorale per le europee. Nel primo caso il timore è un ripensamento di Lufthansa. L’affare potrebbe diventare meno conveniente.
Non è un caso che tra gli argomenti utilizzati dai tedeschi c’è la regionalizzazione di Ita e l’idea che non cambia gli attuali assetti concorrenziali in Europa. L’altro corno del problema è tutto interno: come spiegare all’opinione pubblica italiana il ridimensionamento di Fiumicino o di Linate? In quest’ultimo, ad esempio, il nuovo gruppo controllerebbe l’80 per cento degli slot. Sono le stesse ragioni che hanno portato il governo ad attaccare il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, che però non ha alcuna competenza in questa materia.
«Se Gentiloni poi dovesse tutelare gli interessi italiani — è la battuta che circola a Palazzo Berlaymont — Von der Leyen dovrebbe difendere quelli tedeschi. Come la prenderebbero in Italia?». […]
Insomma la possibilità di scavallare l’anno è concreta. Resta il fatto che i toni usati da Roma stanno provocando l’ennesimo strappo con le istituzioni comunitarie. E l’immagine della squadra meloniana è sempre più schiacciata sul fronte sovranista “orbaniano”. E venerdì prossimo l’Italia dovrà fare i conti con un’altra tensione: il Mes. L’Eurogruppo chiederà al ministro dell’Economia Giorgetti di spiegare perché il Meccanismo di Stabilità non è stato ancora ratificato. L’autunno italiano a Bruxelles è più freddo del previsto.