SALVA STATI O SALVA BANCHE? – LA RIFORMA DEL MES DI CUI SI PARLA IN QUESTI GIORNI RIGUARDA PRINCIPALMENTE GLI ISTITUTI DI CREDITO (DEGLI ALTRI) E NON C’ENTRA NIENTE CON IL MECCANISMO “SANITARIO” – IL RISCHIO PRINCIPALE A CUI HANNO ALLUSO GALLI E VISCO (MICA BORGHI & BAGNAI) È AVVICINARE UNA RISTRUTTURAZIONE “ALLA GRECA” DEL DEBITO PUBBLICO. IL MES E LA COMMISSIONE EUROPEA AVREBBERO IL COMPITO DI MONITORARE PREVENTIVAMENTE LA SITUAZIONE FINANZIARIA DEGLI STATI MEMBRI, INDIPENDENTEMENTE DALLE RICHIESTE DI SOSTEGNO…
-Martino Cervo per “la Verità”
Cos' è la riforma del Mes?
Dal 2018 i Paesi membri del Meccanismo europeo di stabilità, erede delle varie formulazioni dei Fondi salvastati, ragionano - su impulso tedesco e francese - su una riforma la cui innovazione principale riguarda le banche.
Le modifiche, approvate nel corso di negoziati interrotti dal Covid, consentirebbero di utilizzare i fondi del Mes (704 miliardi sottoscritti di cui 80 versati, per l' Italia 125 sottoscritti e 14 versati) per il cosiddetto Single resolution fund, uno strumento pensato per intervenire in caso di crisi di banche «sistemiche».
Il meccanismo di prestiti del Mes sarebbe disponibile in forma soft (Pccl: Precautionary conditions credit lines) solo per Paesi con i conti in ordine. La linea di credito soggetta a condizioni rafforzate (Enhanced conditions credit line, Eccl) sarebbe destinata ai membri fuori dai criteri del Patto di stabilità, al momento sospeso per la pandemia.
Di qui la critica principale: si privilegiano i Paesi che ne hanno meno bisogno, allargando le asimmetrie nell' eurozona, e si riattivano le gabbie dell' austerity mentre si proclama a parole la necessità di fare l' opposto causa Covid.
Cosa c' entra con la linea pandemica del Mes di cui tanto si è discusso?
Nulla. La linea pandemica era un' opzione aperta dalla lettera di due commissari, che avrebbe permesso di usare per spese sanitarie legate al Covid il Mes attualmente in vigore. Nessun Paese ha ritenuto conveniente accedere a questi fondi.
Dove si può leggere il testo del nuovo Trattato?
Qui: bit.ly/39At8cq il testo della bozza inglese tratto dal sito ufficiale del Mes. Una traduzione a cura dell' ufficio studi del Senato è stata pubblicata in un dossier dei tecnici di Palazzo Madama, ed è disponibile al sito bit.ly/3fShmv7. Vi si trovano le parti mutate rispetto al testo oggi in vigore. Alcuni dei documenti allegati non sono mai stati divulgati neppure al Parlamento italiano.
Quali sono i punti critici?
Il rischio principale, cui hanno alluso anche Giampaolo Galli e Ignazio Visco, e da ultimo Wolfgang Münchau sul Financial Times, è quello di avvicinare la prospettiva di una ristrutturazione «alla greca» del nostro debito pubblico.
Una minaccia devastante per tutto il sistema bancario e per il risparmio. Tale rischio si concretizzerebbe in primis nel rafforzamento della divisione tra «buoni» (Paesi che possono accedere alla Pccl) e «cattivi» (cui sono destinate le Eccl), che creerebbe uno stigma immediato e metterebbe di fatto sotto il controllo della Troika (Bce, Commissione, Mes e, se richiesto, Fmi) le finanze pubbliche.
Nondimeno, la riforma delle Cac (Clausole di azione collettiva) imposte agli Stati membri dal 2022 rende più semplice da parte dei creditori imporre una ristrutturazione del debito (ovvero un taglio della restituzione dei titoli del debito stesso: in pratica, chi ha investito 100 potrebbe, per decisione del Mes, vedersi rimborsato 80).
Chi ha autorizzato Gualtieri alla posizione annunciata ieri?
Nessuno. L' unica mozione esplicitamente dedicata alla riforma del Mes, votata ai tempi del Conte 1 (giugno 2019) reca la firma dei capigruppo della allora maggioranza gialloblù (Riccardo Molinari per la Lega e Francesco D' Uva per il M5s) e invita il governo, tra le altre cose, a «sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato».
Qualche mese e un governo dopo (dicembre 2019), una nuova risoluzione Pd-M5s-Leu-Iv, pur cercando di mediare le istanze della nuova maggioranza, impegna comunque l' esecutivo ad «assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro della Ue e sulla conclusione della riforma del Mes».
Come si è espresso il Parlamento?
Al netto di queste due risoluzioni, non è mai stato direttamente interpellato né gli articoli sono mai stati discussi. Il mancato rispetto delle direttive dell' Aula da parte di Conte e Tria è stato uno dei motivi di rottura dell' esecutivo gialloblù.
Si può affermare che il ministro Gualtieri abbia agito in maniera politicamente irresponsabile, anche e soprattutto alla luce della legge Moavero (234 del 2012), che impone non solo che il Parlamento sia informato ma anche che si pronunci con atti di indirizzo in occasione di passaggi di questo tipo che riguardano vincoli comunitari o passaggi istituzionali in seno all' eurozona.
Un conto è approvare la riforma del Mes, un altro usarlo. Che problemi ha l' Italia finché non lo attiva?
Come spiega in modo molto chiaro il citato dossier del Senato, «Mes e Commissione europea, in collaborazione con la Bce, avrebbero il compito di monitorare e valutare il quadro macroeconomico e la situazione finanziaria dei suoi membri, compresa la sostenibilità del debito pubblico.
Tale attività si svolgerebbe in via preventiva, indipendentemente da richieste di sostegno». In sostanza, il controllo di queste istituzioni si rafforzerebbe in maniera automatica per Paesi come l' Italia. Le nuove Cac, imposte a tutti i Paesi dal 2022 (articolo 11 del Trattato riformato), muterebbero inoltre la natura giuridica del debito in modo indipendente da eventuali accessi al Mes, dando adito a potenziali rischi Paese che vari analisti reputano gravi.
E ora che succede?
Dovrebbero esserci due passaggi: il primo alla vigilia del Consiglio europeo che dovrebbe portare all' ok di Conte il 9 dicembre. Poi è comunque necessaria la ratifica parlamentare dopo la firma, prevista il 27 gennaio 2021. Tutta la pressione politica è sul gruppo grillino, che nel programma 2018 aveva lo scioglimento del Mes e che, fino a ieri, ha sempre avversato la sua riforma.