SI SALVANO DALLA POVERTÀ SOLO LE PRIME 50 TELEFONATE - L'IDEA DI UN ''CLICK DAY'' PER DISTRIBUIRE IL BONUS DA 600 EURO AI LAVORATORI AUTONOMI SEMBRA GIÀ ESSERE TRAMONTATA: IL SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA BARETTA DICE GIUSTAMENTE CHE ''NON POSSIAMO FARE A CHI PRIMA ARRIVA, PRIMA ALLOGGIA''. BENE, E ALLORA PERCHÉ METTERE IN CAMPO QUESTA IDEA IDIOTA? PERCHÉ NON CI SONO ABBASTANZA SOLDI PER TUTTI

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CURA ITALIA: BARETTA, NESSUN CLICK DAY BONUS AUTONOMI

Pier Paolo Baretta

 (ANSA) - "Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva prima alloggia". Così, a Radio Capital, il sottosegretario all'economia Pierpaolo Baretta frena sull'ipotesi di un 'click day' per le richieste del bonus da 600 euro previsto dal decreto 'Cura Italia' per autonomi e partite Iva. "E' una comunicazione fatta dall'Inps, non una decisione del governo - spiega - i ministeri del Lavoro e dell'Economia stanno ancora valutando". Quanto al rischio che i soldi stanziati non bastino, Baretta assicura che "nel caso saranno reintegrate".

 

 

CLICK-DAY BONUS PER AUTONOMI, VERSO AIUTI PER DOMESTICI

Barbara Marchegiani per l'ANSA

 

Un primo indennizzo pari a 600 euro per il mese di marzo, rivolto ad una platea di oltre 4,8 milioni tra partite Iva, lavoratori autonomi e stagionali, danneggiati dal coronavirus: per richiederlo, la prossima settimana potrebbe essere aperto un "click day" dall'Inps, in pratica una finestra entro la quale fare domanda attraverso il computer, con precedenza per chi arriva prima. Ma un altro bonus sarebbe in dirittura d'arrivo anche per i lavoratori domestici, esclusi dalla cig in deroga "Covid-19" prevista nel decreto "Cura Italia": per colf e badanti l'aiuto dovrebbe essere inserito nel decreto che il ministero del Lavoro è chiamato ad emanare entro trenta giorni. Decreto che deve specificare l'attribuzione del "Fondo per il reddito di ultima istanza", nato con il provvedimento del governo.

 

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Il Fondo ammonta a 300 milioni di euro ed è dedicato a quei lavoratori dipendenti e autonomi non coperti dalle altre misure o ammortizzatori sociali, come ad esempio quelli iscritti alle Casse professionali (avvocati, architetti, psicologi), i lavoratori domestici, appunto, e occasionali. In sostanza si tratta di un'altra indennità i cui criteri di priorità e distribuzione sono demandati al decreto ministeriale, che fisserà, dunque, anche le cifre. Intanto, per gli altri, parte l'indennità da 600 euro.

 

E' rivolta ai professionisti titolari di partita Iva e ai co.co.co. iscritti alla gestione separata, alla data del 23 febbraio scorso; agli artigiani e ai commercianti (autonomi); ai lavoratori stagionali del turismo e del settore agricolo, ai lavoratori dello spettacolo. La platea complessiva è di oltre 4.854.000 lavoratori, come sottolineato dal ministero del Lavoro. L'indennizzo non è tassabile e non è inteso come una tantum, per cui potrebbe essere rifinanziato per aprile, risorse permettendo. Quelle ora messe a disposizione per professionisti, autonomi e collaboratori sono intanto circa 3 miliardi di euro.

 

Viene erogato dall'Inps ed il pagamento potrebbe arrivare ad aprile. Per chiederlo si sta ragionando su un "click day" la prossima settimana, come detto dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, spiegando che le modalità saranno indicate in una circolare attesa entro questa settimana. Un premio viene riconosciuto a chi, invece, deve uscire di casa per andare al lavoro: sono 8,8 milioni i dipendenti con redditi sotto i 40 mila euro chiamati a raggiungere le sedi di lavoro e che otterranno, quindi, il premio da 100 euro in busta paga per il mese di marzo fissato dal decreto "Cura Italia".

partite iva 1

 

Tra le altre misure previste dal provvedimento, sempre per aiutare famiglie e lavoratori colpiti dall'impatto economico del coronavirus, anche la sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa con il Fondo Gasperrini esteso a liberi professionisti e autonomi: stop che potrebbe riguardare oltre 230 mila partite Iva. Serve l'autocertificazione di un calo di oltre un terzo del fatturato a causa dell'emergenza. Inoltre, per le imprese c'è la moratoria dei prestiti bancari alle Pmi, garantita dallo Stato, che potrebbe congelare fino a 220 miliardi di finanziamenti, ovvero quasi il 50% del totale al settore pari a 480 miliardi, come indica la relazione tecnica.