SIAMO UN POPOLO DI CANARI E GATTARI - IN ITALIA IL MERCATO DEI PRODOTTI PER GLI ANIMALI VALE 3,5 MILIARDI DI EURO L’ANNO (2 DEI QUALI SOLO PER CANI E GATTI). UN DATO IN REALTA’ SOTTOSTIMATO, VISTO CHE IL RAPPORTO TRA PERSONE E ANIMALI DOMESTICI È QUASI 1 A 1 –  MA QUALI SONO LE VOCI DI SPESA? PRIMA DI TUTTO IL CIBO, POI GLI ACCESSORI COME CUCCE E GUINZAGLI, FINO AD ARRIVARE AI CAPPOTTINI GRIFFATI…

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Estratto dell'articolo di Alessandro Sala per “Sette – Corriere della Sera”

 

animali domestici

Prima di tutto viene il cibo, di cui non si può fare a meno. Poi ci sono gli accessori essenziali, vale a dire la cuccia e il giaciglio, ma anche il guinzaglio con collare o pettorina per il cane e il tiragraffi per il gatto. Al quale non può mancare anche la lettiera per i bisogni fisiologici. E poi c’è tutto il resto, dai masticabili ai cappottini griffati, passando per giochi, tollettatori e massaggiatori. L’utile e necessario da una parte; e dall’altra quello che in prima battuta potremmo liquidare come superfluo.

 

[...] gli animali domestici [...] oggi sono parte integrante delle nostre società. Di più: sono membri non umani delle famiglie. E come per gli altri componenti del nucleo famigliare le voci di spesa non sono solo quelle per le funzioni puramente vitali [...]

 

MERCATO DEL PET IN ITALIA 3

Perché, in soldoni, il mondo che ruota attorno ai «pet» e un pezzo significativo del Pil nazionale: in Italia vale circa 3,5 miliardi secondo alcune stime, un pezzo importante dell’economia nazionale. Ma la somma reale e probabilmente più alta, considerando voci che oggi non vengono monitorate. Per la cura degli animali stanno nascendo nuovi servizi [...]

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[...] nel bilancio di una famiglia rientra di tutto, anche vizi e lussi quando ce li si può permettere. [...]

 

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[...] in Italia il rapporto tra persone e animali domestici e quasi di uno a uno. Sono infatti 64 milioni e 800 mila gli animali che vivono nelle nostre case. Al netto dei pesci ornamentali, che sono circa la meta del totale, il grosso della presenza animale e rappresentato da uccelli (12,9 milioni), gatti (10,1 milioni) e cani (8,7 milioni).

 

Ci sono poi quasi 2 milioni di piccoli mammiferi (conigli, criceti, porcellini d’India) e 1,4 milioni di rettili (piu tartarughe che serpenti). Dal punto di vista economico pero sono cani e gatti che muovono il business. Per loro le famiglie sono disposte a spendere quanto spenderebbero per un figlio.

 

E pure il 50% di più, stando ad una rilevazione Nielsen diffusa a fine agosto. [...] Cani e gatti [...] sono considerati umani «ad honorem». Ecco allora [...] che per la sola alimentazione delle due razze «elette» nel 2021 abbiamo speso 2 miliardi e 419mila euro con un incremento rispetto all’anno precedente del 7,1%; e che solo per le lettiere per gatti sono stati sborsati quasi 80 milioni di euro.

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Per tutti gli altri accessori non siamo stati molto da meno: abbiamo investito poco più di 77 milioni di euro (+5,8%), di cui quasi la meta per prodotti per l’igiene. La voce che ha registrato il balzo maggiore e stata quella dei giochi, che rappresentano l’8,3% degli accessori, con un incremento del 12,5% in 12 mesi. [...]

 

Quello del 2020-21 e stato il biennio della pandemia e i lockdown e zone rosse, con l’aggiunta dello smart working, hanno portato gli italiani a riscoprire il rapporto con gli animali domestici. [...]

 

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Le scelte dei consumatori sono sempre più cosapevoli: l’attenzione all’etichetta vale anche per gli acquisti per gli animali e sempre di più, quando il bilancio famigliare lo consente, si punta su prodotti premium o di qualità superiore [...]

 

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Ma se cani, gatti and co. sono parte delle famiglie e se a loro viene riconosciuta una importante valenza sociale, sarebbe cosi sbagliato prevedere per i proprietari tutele e agevolazioni dal punto di vista fiscale? [...]

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Il mercato in ogni caso continua a correre. Resta pero da vedere quale sarà l’effetto inflazione, una variabile che la stabilita dell’ultimo quindicennio ci aveva fatto quasi dimenticare. Le turbolenze internazionali e l’aumento dei prezzi dell’energia finiranno con l’avere ripercussioni sulla produzione, e di conseguenza sui prezzi. [...]

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