SOLDI, SOLDI, SOLDI - L'ESTATE SENZA MASCHERINA VALE 5 MILIARDI IN PIÙ DI INCASSI PER LE AZIENDE - SECONDO CONFESERCENTI, LA FINE DELLE RESTRIZIONI PUÒ DARE UNA SPINTA AL GIRO D'AFFARI CHE RAGGIUNGERÀ QUOTA 247 MILIARDI, CON UNA FORTE ACCELERAZIONE AI CONSUMI INTERNI - LE AZIENDE ITALIANE, DOPO UN ANNO E MEZZO DI PANDEMIA, SONO IN GRAVE DIFFICOLTÀ, CON CIRCA 200 MILIARDI DI DEBITI CON FORNITORI, BANCHE E FISCO…
-Francesco Bisozzi per "il Messaggero"
Mascherine con le ore contate, l'Italia intera che si tinge di bianco e il coprifuoco declassato a semplice ricordo. L'estate, quella Covid-free, ora è davvero alle porte e vale molti miliardi di euro per l'Italia. Secondo Confesercenti, nel terzo trimestre di quest' anno i consumi toccheranno quota 247 miliardi di euro, contro i 238 miliardi del secondo trimestre e i 232 miliardi del primo trimestre, proprio per effetto dell' addio alle mascherine e alle restrizioni che ci hanno accompagnato nell' ultimo anno e mezzo di pandemia.
La scorsa estate, quando non si pensava che l'ondata successiva era alle porte ma lo stato di emergenza era in vigore sebbene di mascherine se ne vedevano poche nei luoghi di villeggiatura, l' asticella dei consumi si era fermata a 242 miliardi.
Dunque, liberati dal fastidioso tutore l' attesa è per consumi in crescita di almeno 5 miliardi.
L' impatto sul Pil nazionale dell' estate libera dal virus e dalla paura (facendo gli scongiuri), secondo lo scenario ipotizzato da Confesercenti, sarà davvero importante. Non sono certo numeri record, ma nessuno si lamenta. Così la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, al Messaggero: «Come confermano le nostre stime, la fine delle restrizioni può dare una spinta significativa ai consumi interni, dai quali dipende il 60% del nostro Pil e anche la sopravvivenza della maggior parte delle imprese italiane.
L' Italia in bianco fa rima con ripartenza: le nostre aziende escono fuori da questo anno e mezzo di pandemia in grave difficoltà, e con circa 200 miliardi di debiti con fornitori, banche e fisco, ma hanno anche una grande voglia di risollevarsi e fare bene». La presidente di Confesercenti insiste anche sulla necessità di «un sostegno a lungo raggio per il commercio e il turismo» definendoli «settori fondamentali per il Pil nazionale».
Pesa ancora, tuttavia, la sempre modesta - per quanto in recupero - presenza del turismo estero, cui i consumi sono legati a doppio filo. Rispetto all' estate del 2019, quando i consumi arrivarono a toccare i 262 miliardi, il trimestre in corso registrerà, nonostante l' addio ai divieti da Covid, un gap pari a 15 miliardi di euro.
Secondo le previsioni di Assoturismo, tra giugno e agosto il sistema ricettivo registrerà 33 milioni di arrivi e 140 milioni di pernottamenti, di cui solo 34,8 milioni stranieri, 6,7 milioni in più rispetto allo scorso anno ma 65,8 milioni in meno sul 2019. In precedenza anche Confcommercio aveva lanciato l' allarme per i minori consumi dei turisti stranieri, che nel 2020 hanno contribuito pesantemente al drastico calo dei consumi complessivi.
GLI STRANIERI Per l' associazione guidata da Carlo Sangalli lo scorso anno la spesa dei turisti esteri in Italia si è contratta del 60,4 per cento, una emorragia da 27 miliardi di euro, mentre i consumi totali sono scesi di undici punti percentuali, fermandosi a 126 miliardi circa. Più nel dettaglio, il calo dei consumi esteri ha interessato maggiormente le regioni del Centro-Nord, dove è risultato più accentuato per via del fatto che si tratta di territori nei quali l' incidenza di questa voce sulla spesa è storicamente più elevata. Il Lazio, in particolare, ha sofferto una contrazione superiore al 75 per cento su base annua, dicono i dati di Confcommercio.
In Toscana la spesa dei turisti stranieri è diminuita del 69,6 per cento, in Veneto del 63 per cento. Ma i mancati arrivi dall' estero hanno travolto anche le isole e le regioni del Mezzogiorno. In Sicilia la spesa degli stranieri è crollata (-69,2%), come in Campania (-69,2%) e Sardegna (-47.5%). Al contrario, tra le regioni che hanno accusato cali di lieve entità figurano Puglia, Abruzzo e Marche, dove la flessione della spesa turistica degli stranieri è stata decisamente più tenue. In queste tre regioni il tasso di diminuzione rilevato nel 2020 è compreso tra 20 e 26 per cento.