SONO DAZI AMARI!  PECHINO TORNA AD ATTACCARE L’UNIONE EUROPEA PER L’INTRODUZIONE DEI DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE DEL DRAGONE – LA CAMERA DI COMMERCIO CINESE PRESSO L'UE ESPRIME “LA SUA FORTE INSODDISFAZIONE E LA SUA FERMA OPPOSIZIONE PER L'APPROCCIO PROTEZIONISTICO” SPOSATO DA BRUXELLES – LA MOSSA, SI LEGGE IN UNA NOTA, “AGGRAVERÀ LE TENSIONI COMMERCIALI TRA CINA E UE, INVIANDO UN SEGNALE PROFONDAMENTE NEGATIVO ALLA COOPERAZIONE GLOBALE”

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(ANSA) - La Camera di commercio cinese presso l'Ue (Ccceu), preso atto della divulgazione da parte della Commissione europea dei dazi compensativi proposti nell'indagine antisovvenzioni contro i veicoli elettrici a batteria made in China, esprime "la sua forte insoddisfazione e la sua ferma opposizione l'approccio protezionistico" sposato da Bruxelles.

 

La mossa, si legge in una nota della Camera che ha duramente contestato l'iniziativa Ue fin dalle prime battute, "aggraverà le tensioni commerciali tra Cina e Ue, inviando un segnale profondamente negativo alla cooperazione globale e allo sviluppo verde".

 

auto elettriche cinesi - dazi

Lo sviluppo dell'industria europea dei veicoli elettrici, insieme al rapporto della Commissione, "mostra che non ci sono prove sufficienti per dimostrare che i veicoli elettrici cinesi causino un danno materiale sostanziale nel mercato dell'Ue". Tuttavia, si legge ancota nella nota, "l'uso da parte europea di minaccia di danno" giustifica l'imposizione di misure commerciali che "è contraria ai principi dell'Organizzazione mondiale del commercio ed è "inaccettabile per l'industria".

 

La Ccceu ribadisce che "la competitività dei veicoli elettrici fabbricati in Cina non è guidata dai sussidi ma da fattori quali la scala industriale, i vantaggi globali della catena di fornitura e l'intensa concorrenza di mercato".

 

DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Mentre l'approccio protezionistico dell'Ue "finirà per indebolire la resilienza dell'industria europea dei veicoli elettrici, minare la parità di condizioni e compromettere la transizione verde".

 

Da quando la Commissione ha avviato l'indagine antisovvenzioni, le industrie automobilistiche in Cina e in Europa "hanno costantemente esortato l'Ue a rispettare i fatti, a evitare di utilizzare arbitrariamente strumenti commerciali per turbare il mercato e ad astenersi dall'attuare misure ingiuste". Si tratta di scenari che potrebbero "ostacolare la cooperazione automobilistica sino-europea".

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