LA STANGATA SOTTO L’ALBERO – LA STORIA SI RIPETE: SI AVVICINANO LE FESTE DI NATALE E IL PREZZO DEI BIGLIETTI AEREI SCHIZZA ALLE STELLE: I VIAGGI PER LE VACANZE COSTERANNO IL 301% IN PIÙ DI QUELLI A GENNAIO. SALE IL PREZZO ANCHE PER TRENO E BUS – MA I RINCARI PER LA FINE DELL'ANNO RIGUARDANO ANCHE I GENERI ALIMENTARI (DAL COTECHINO AL PANETTONE), GLI ADDOBBI NATALIZI E I GIOCATTOLI: IN MEDIA IL 10% IN PIÙ RISPETTO AL 2022 – OGNI ITALIANO SPENDERÀ PER I REGALI 223 EURO…
-Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”
Caro, carissimo Natale. E carissimi (ancora una volta) soprattutto i prezzi dei biglietti aerei, e poi molto cari anche i biglietti di treni e bus e più cari pure tutti i regali ed i generi alimentari che vanno per la maggiore sotto le feste.
La storia si ripete: si avvicina la fine dell’anno e innanzitutto il costo dei voli (come ad agosto, peraltro) letteralmente decolla. Le associazioni dei consumatori, dal Codacons a Federconsumatori all’Unc, settimana dopo settimana denunciano aumenti progressivamente sempre maggiori e tornano a mettere sotto accusa gli algoritmi utilizzati dalle compagnie per fissare i prezzi e a pressare l’Antitrust la cui indagine conoscitiva avviata dopo le polemiche della scorsa estate terminerà però solamente il 31 dicembre… del 2024. Troppo tardi per arginare oggi il fenomeno.
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Il caso limite è stato segnalato la settimana scorsa da «Altroconsumo», secondo cui un biglietto aereo per andare da Milano a Catania quest’anno può arrivare a costare anche 12 volte di più rispetto ai prezzi della bassa stagione, ovvero 408 euro andata e ritorno contro i 33 euro del gennaio 2024. Ma anche volare verso Palermo, Lamezia Terme e Cagliari è molto più caro, da 2 a 8 volte in più. In media un viaggio aereo andata e ritorno per le vacanze costa 288 euro contro i 72 euro del prossimo gennaio (+301%).
L’Onf, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, a sua volta ha messo a confronto i costi applicati a fine novembre e quelli applicati nelle settimane tra Natale e Capodanno su una serie di tratte coperte tra aerei, treni e pullman. Anche in questo caso le differenze di costo sono notevoli con aumenti che in media vanno dal +20% dei treno ed il +33% di bus e aereo.
Anche questa rilevazione fa emergere picchi allarmanti di prezzi: un bus da Torino a Reggio Calabria, ad esempio, sotto le festività costa il +324% rispetto al prezzo normalmente applicato (139,98 euro anziché 32,99); da Roma a Reggio Calabria il viaggio costa il 108% in più (103,89 invece di 49,98).
Prendendo invece in esame i voli aerei secondo Federconsumatori il record del rincaro applicato durante le festività spetta sempre alla tratta Roma-Reggio Calabria: +129% per l’andata e +272% per il ritorno, rispettivamente 208 e 220 euro contro 90,87/59,15. In controtendenza i voli da e per Bari, che invece segnano prezzi più bassi durante le feste (in calo anche del 50/60%).
Brutte sorprese anche per chi decide di viaggiare in treno: ancora una volta i maggiori rincari si hanno sulla tratta Roma-Reggio Calabria: +84% per l’andata e +191% per il ritorno (151,80 in tutto anziché 69,8). Altra tratta che segna notevoli rincari è la Bari-Bologna, +72% (103 euro invece di 64,90).
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Con l’avvicinarsi delle festività natalizie l’Osservatorio e di Federconsumatori ha aggiornato anche il monitoraggio dei costi dei prodotti tipici di queste feste: dai regali agli addobbi, dagli alberi di Natale alle pietanze più tradizionali. Dall’indagine, in questo caso, emerge un aumento medio dei prezzi del 10,2% rispetto al 2022, con picchi del 19% per gli addobbi natalizi (+19%), del 14% per i regali di ultima generazione e del 12% per i prodotti alimentari.
«Nonostante tali rincari e malgrado molte famiglie si trovino ancora in situazioni di difficoltà economica, gli italiani non rinunceranno del tutto ai regali di Natale, specialmente quelli per i più piccoli» rileva lo studio. Però per un monopattino quest’anno bisogna mettere in conto una spesa di circa 76 euro, in aumento del 17% rispetto al 2022, 199 euro (+2%) per una bicicletta, per una bambola servono 45 euro (+9%) e 65 per un bambolotto (+10%). La pista di automobiline costa in media 70 euro (+8%), mentre per le costruzioni ne servono 53 (+6%).
Tra i regali per i più grandi gli aumenti a doppia cifra peri libri (+4% in media, da 20 a 22 euro e 80) e le borse di marca (+15% da 435 a 500 euro). L’ultimo modello di smartwatch costa invece il 52% in più del 2022 (469 euro), il tablet il 24% e gli altoparlanti wireless il 39%. Inutile dire che anche la carta da regali aumenta e non di poco: dai 5 euro e 60 che si pagavano l’anno passato per due rotoli si sale a 7,49 (+44%).
I cesti di Natale in media sono più cari del 13%, come un po’ tutti i generi alimentari che ancora scontano gli aumenti dell’ultimo anno. Se si passano in rassegna i prodotti che sotto le feste vanno per la maggiore i rincari più forti sono quelli delle lenticchie (1 kg costa in media 9,61 euro, +24%), del torrone da 250 grammi (+23% a 12,50 euro) e del mix di frutta secca (9,81 euro per 500 grammi, +23%). Lo zampone quest’anno è rincarato del 17% a 16,80 euro, del 13% il cotechino precotto (a 12,78). Più caro anche lo spumante di qualità (30,51 euro e +13%). Più contenuti, invece, i rincari subiti da pandori (+5%) e panettoni (+9%).
Secondo l’Onf la spesa media a persona per regali quest’anno dovrebbe restare stabile attorno ai 169 euro. L’indagine di Confesercenti-Ipsos fissa invece l’asticella a quota 223 euro con un aumento al netto dell’inflazione pari al 6%. In calo dal 47 al 43% gli italiani che dichiarano di voler contenere la spesa per i regali, mentre secondo Federconsumatori rispetto al 2022 la percentuale di cittadini che non farà alcun regalo cresce al 7,2%. Con buona pace di chi puntava su un rimbalzo vero dei consumi.