SULL'EX ILVA SI VA ALLA GUERRA LEGALE – INVITALIA HA PRESENTATO AL MINISTERO DEL MADE IN ITALY LA RICHIESTA DI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA PER ACCIAIERIE D'ITALIA. MOSSA CHE APRE LA PORTA AI COMMISSARI – ARCELOR MITTAL ACCUSA IL SOCIO PUBBLICO: “SIAMO SORPRESI E DELUSI DALL'INIZIATIVA. E' UNA GRAVE VIOLAZIONE DELL'ACCORDO DI INVESTIMENTO. CI RISERVIAMO TUTTI I DIRITTI…” – E LA MULTINAZIONALE INDIANA HA PRESENTATO UNA PROPOSTA DI CONCORDATO IN BIANCO, PER TRATTARE SUL DEBITO…
-1 – MITTAL, SORPRESI DA RICHIESTA COMMISSARIAMENTO, VIOLA ACCORDO +
(ANSA) - "Siamo sorpresi e delusi nel leggere sui media italiani che Invitalia ha chiesto al governo italiano di avviare il processo per porre Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria".
Inizia così la lettera inviata da Arcelor Mittal a Invitalia la sera del 18 febbraio, che l'ANSA ha visionato, dove il gruppo dell'acciaio accusa Invitalia di non aver "condiviso questa intenzione nel consiglio di amministrazione di AdI Holding che si è tenuto oggi" non informando successivamente "né AdI né Arcelor Mittal di aver intrapreso questa azione". "E' una grave violazione dell'accordo di investimento", si legge nel testo sull'ex Ilva.
"Nelle ultime settimane", prosegue la lettera, "si sono svolte intense discussioni per cercare di raggiungere un accordo equo, per fornire sostegno ad AdI o per la nostra uscita ordinata. Abbiamo partecipato pienamente, e in buona fede, a queste discussioni e respingiamo il vostro tentativo di incolparci per il loro esito insoddisfacente, e di assolvere voi stessi e il governo italiano per il fallimento del nostro partenariato pubblico privato". "Ci riserviamo tutti i diritti", conclude il testo. (ANSA).
2 – L’AFFONDO DI INVITALIA CONTRO ARCELOR MITTAL “COMMISSARIARE L’ILVA”
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Invitalia, il socio pubblico di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) con il 38% del capitale, ha inviato formale richiesta al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per mettere in amministrazione straordinaria la società.
«Invitalia - è scritto nella nota diffusa dalla società - dopo aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell’indisponibilità di quest’ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato al Mimit un’istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Adi spa».
Secondo il recente decreto legge promosso dal governo ora toccherà al ministro Adolfo Urso verificare che ci siano i presupposti del commissariamento e, in caso affermativo, poi spetterà al Tribunale di Milano in seduta collegiale riscontrare lo stato di insolvenza della società. Da quel momento Adi spa, cioè la società che ha in affitto gli stabilimenti dell’Ilva già in amministrazione straordinaria dal 2015, passerà nelle mani di uno o più commissari nominati dal Mimit [...]
Poco dopo il comunicato di Invitalia è però emerso che Adi spa, guidata dall’ad Lucia Morselli, venerdì notte ha presentato al Tribunale di Milano una proposta di concordato con riserva, strumento che l’impresa insolvente può stipulare con i propri creditori al fine di cercare una soluzione equa e vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte, e consentire all’azienda di negoziare e raggiungere un accordo con i creditori stabilendo nuove condizioni di pagamento o una ristrutturazione del debito.
Si tratta di un concordato in bianco, nel senso che non contiene un piano specifico da parte dell’azienda insolvente. Quest’ultima mossa del concordato, a quanto si apprende, sarebbe stata dettata dal fatto che i commissari dell’Ilva hanno dichiarato ai giudici milanesi che non è possibile dissequestrare gli impianti alla scadenza contrattuale del 31 maggio.
L’acquisto degli impianti era soggetto al completamento del piano di ambientalizzazione, effettivamente concluso nell’agosto 2023, ed era stato facilitato da un decreto del governo emesso la scorsa estate che consentiva l’acquisto anche senza il consenso della magistratura a patto di vincolare i soldi per eventuali richieste danni. […]